La Nigeria inondata da sangue cristiano
Secondo le statistiche di A Killing Field Of Defenseless Christians, tra gli 11.500 e i 12.000 cristiani sono stati uccisi in Nigeria da giugno 2015, 350 dall’inizio del 2020.
La Nigeria è stata devastata dalla violenza negli ultimi dieci anni a causa della nascita di organizzazioni estremiste nel nord-est come Boko Haram e dello Stato Islamico nella provincia dell’Africa occidentale (Iswap).
Altri incontestabili autori di questa sanguinosa carneficina sono i Pastori Fulani, di etnia nomade, musulmani, provenienti dall’Africa nord occidentale, i quali hanno conquistato la posizione dei terroristi più brutali al mondo.
Intersociety riferisce che, negli ultimi due mesi, i militanti radicali Fulani hanno compiuto attacchi a Nasarawa, Adamawa ed Edo oltre ad altre località in tutto il paese. Non meno di 2.400 cristiani sono stati uccisi dai radicali Fulani nel 2018 e tra 1.000 e 1.200 nel 2019.
Si possono ricercare le ragioni di questi conflitti nella desertificazione dell’area, l’esplosione demografica del paese (più di 200 milioni di abitanti) che ha caratterizzato la Nigeria negli ultimi anni e la conseguente contesa di territori fertili tra i pastori, prevalentemente musulmani e gli agricoltori, in larga maggioranza cristiani.
Ma come può la sola povertà provocare un genocidio di tali proporzioni? Davvero la distruzione di villaggi, di chiese, la brutale uccisione di persone innocenti, spesso agli onori della cronaca con dovizia di crudi particolari, può essere conseguenza solo di tensioni di natura economica?
Noi di Steadfast onlus riteniamo ipocrita non imputare a cause religiose questo olocausto. L’odio verso i cristiani è l’unica giustificazione a tanta violenza, che vede coinvolti ben 73 paesi nel mondo. Riconoscerlo è doveroso, come lo è chiedere ai governi di questi paesi macchiati di sangue innocente di intervenire con forza.
Emmanuele Di Leo