Ecco una prova che il virus è un “fatto” politico

Ecco una prova che il virus è un “fatto” politico

La prima pagina de “Il Fatto Quotidiano” è la prova definitiva e decisiva che il virus è un “fatto” politico; al netto di morti che, a questo punto, senza nessun dubbio, sono da ascrivere a chi ci ha fatto entrare in questo incubo. I morti tra gli anziani, i medici, gli infermieri, il caos, la solitudine che ancora soffoca tanti anziani e malati, le morti in solitudine, i funerali negati e le cremazioni coatte, quello che sta accadendo oggi, tutto è un fatto politico di dimensioni inimmaginabili. Mica si limita all’Italia, è planetario. Una prima pagina così il Fatto la riserva a un fatto politico, a uno scandalo, a un corrotto, a un avversario dei 5 stelle etc. E invece questa prima pagina lo tratta aperta verbi come un soggetto politico, “il morbo”, neanche più un virus. Un virus che di per sé è politicamente neutro come il cancro o l’epatite, diviene un’arma politica da usare per seminare terrore e rinchiudere gli avversari nel gulag preparato ai negazionisti, complottisti, benaltristi, tutti pazzi da rendere innocui. Guardate bene la pagina, la foto e i colori, i dati a capocchia, e la criminalizzazione dei tipici comportamenti dei pericolosissimi sovranisti, e degli italiani che si permettono di andare in spiaggia con il costume da bagno, che non obbediscono al terrore generale e non si suicidano lentamente nel burka sanitariamente corretto, caso mai dovessero ammalarsi e magari morire, e intasare così ospedali, crematori e cimiteri. Troppi drink, troppe feste e troppo funerali ci dicono infatti dal lungimirante Cts. Il Fatto non è un solo un giornaletto della provincia Italia, è parte di un meccanismo mondiale, e questo titolo del Fatto getta la maschera su ciò che stiamo vivendo, una lotta titanica tra le oligarchie massoniche e la Chiesa. Sì, la Chiesa, perché è l’unico luogo dove, da duemila anni, dalla sua nascita, la dittatura della gnosi e tutti i suoi derivati (la massoneria ne è una figlia) non hanno attecchito. Ha aggredito parti di essa, ma non ha avuto il potere di cancellarla, perché la Chiesa è di Cristo, è di Dio e non prevarranno su di essa le porte degli inferi. Certo che questo combattimento non balza immediatamente agli occhi. Ma quella spiaggia in prima pagina, se agli occhi del regime è il simbolo di quanto detto prima, e quindi di disonestà, immoralità, corruzione (ma guarda te, a me ricorderebbe più Woodstock, la promiscuità drogata esaltata dalle sinistre e cortocircuitata con il liberalismo selvaggio e ateo dei grandi fratelli, isole dei famosi, e social vari dove esporsi come merce), è soprattutto il simbolo della libertà che non possono accettare. La libertà che sfugge al controllo dello Stato, l’irriducibilità della persona al suo essere cittadino. Purtroppo oggi nella Chiesa molti non se ne rendono conto, e avvallano proprio questa antropologia satanica (quanti danni nella storia ha prodotto, quanti sistemi politici e ideologie criminali), illudendosi che sia l’essenza del cristianesimo e della sua condotta morale in questo tempo. E invece no, una famiglia sotto l’ombrellone, con la caponata e la lasagna costituisce lo zoccolo duro che argina la gnosi satanica. Vi ricordate cosa dicevano i farisei? “Questa gente che non “conosce” la Legge è maledetta! Chi si assembra è oggi maledetto! Chi si riposa, chi mangia con gli amici e la famiglia è maledetto! Fateci caso, pur con tutti i limiti della carne che sottolinea alcuni aspetti e spesso dimentica lo Spirito, quella foto evoca esattamente ciò che oggi è sotto tiro: la comunità cristiana e la comunione. Assembramento per lo Stato è anche la comunione dei cristiani in una liturgia, in una catechesi, in un incontro. Hanno proibito con precisione chirurgica le celebrazioni, culmine e fonte della vita cristiana. Siamo ancora sotto scacco e pende sulla Chiesa un’altra condanna al carcere duro. Il DDl Zan toglierà pensiero e parola, educazione alla Verità e alla realtà, mentre con i provvedimenti liberticidi cercheranno di tagliare i rifornimenti della Grazia, sottraendo ai cristiani il luogo dove imparare ad amare, dove sperimentare il Cielo. Lo sconquasso dell’economia è nulla al confronto. Le persone riceveranno sempre un tozzo di pane da mangiare, mentre gli illuminati che reggono le sorti del mondo si ingrasseranno di conoscenza e denari. Le guerre, le proteste, le crisi, la mortalità legata al virus nei Paesi poveri, tutto fa parte del caos strategico in cui deve versare il mondo perché possa governare satana, principe del caos, del disordine, della bruttezza, dell’angoscia, della disperazione, della paura. Ricordate le parole del Signore sugli ultimi tempi? E’ ciò che oggi, in modo evidente, su sta compiendo. Non sto dicendo che stia arrivando la fine del mondo, quel giorno non lo conosce neppure il Figlio, ma solo il Padre. Certo è che ci troviamo in questi ultimi giorni (un giorno può essere come mille anni, ovvio) ma dobbiamo aprire gli occhi e discernere che l’attacco è tutto diretto contro la Donna vestita di Sole, contro la Chiesa, contro coloro i quali portano la testimonianza di Gesù. Noi pastori non possiamo lasciare che il gregge si disperda a causa della subdola persecuzione di oggi. Persecuzione in guanti bianchi, per parafrasare il Papa. Dobbiamo rileggere in ginocchio le parole di Dio sui pastori affidate al Profeta Ezechiele. Le parole di San Pietro su come pascere il gregge che ci è affidato. Non possiamo farci ingannare dalla luce con cui il demonio camuffa questo totalitarismo sanitario, nuova ideologia ancor più terribile perché apparentemente indirizzata al bene. Dobbiamo difendere le pecore, soprattutto quelle più deboli, e annunciare il vangelo, dai tetti, ai crocicchi delle strade, oggi più che mai, oggi che vorrebbero silenziare la voce di Cristo annacquandola nel politicamente corretto e nel trionfo del relativismo. Pregare, pregare, pregare per non essere ingannati. E annunciare, annunciare, annunciare. E curare, curare, curare, casa per casa, anima per anima, prendendo le persone sulle spalle e riportandole nel gregge, alle celebrazioni, vincendo con loro e per loro la paura. Il demonio e i suoi figli pensano di cancellare la Chiesa allo stesso modo come pensarono di debellare il virus eretico che era quell’Uomo venuto da Nazaret. Con la Croce. E’ quella che ci aspetta. E comincia sempre con il carcere e i processi. E’ sempre stato così, da quel giorno a Gerusalemme. In tutto il mondo le persecuzioni hanno sempre seguito lo stesso schema. Ma ora è globale, ora è un combattimento che entra in tutte le case, che cerca di sedurre le coscienze con la paura e le menzogne scientifiche travestite da verità. Ora è di nuovo l’impero delle tenebre, non dobbiamo stupircene, il Signore lo ha predetto sin nei più piccoli dettagli. Allora occhi aperti e preghiera assidua. E non mollare neanche di un centimetro, restare aggrappati alle celebrazioni, come i martiri di Bitinia. Senza l’Eucarestia non possiamo vivere. Stiamo già assistendo ai danni prodotti da questo attacco. Certo, Ratzinger e Kiko Argüello lo avevano profetizzato, la Chiesa diventerà esigua nei suoi numeri, irrilevante politicamente, perderà moltissimo di ciò che possiede, ma in essa, proprio nella crisi più grave per l’umanità, nelle piccole comunità creative che vivono nella fede autentica, brillerà incorruttibile il volto di Cristo. Unica salvezza da offrire al mondo attraverso il nostro martirio. Ma non possiamo illuderci e lasciarci sedurre e intrappolare dalla paura. Ricordate Noè? Ecco, questo è il tempo di costruire l’Arca, mentre il mondo cerca salvezza nel carpe diem, e non si accorgono di nulla se non della fame, della sete e del freddo. Hanno l’anima anestetizzata. Ma noi non possiamo smettere di costruire l’arca, ci celebrare, pregare, vivere nei centimetri di terra che Dio ci assegna ogni giorno, forse anche quelli di una cella, e abitarli con fede facendo il bene, la sua volontà. Siamo chiamati a preparare, piccolo resto, una casa dove potranno tornare ed essere salvati i derelitti che, tra sofferenze indicibili, ritorneranno in sé dopo la sbornia dell’inganno satanico. Se il fatto titola weekend con il morbo, noi annunciamo il Mistero Pasquale di Cristo, la sua morte e resurrezione unica verità e certezza che governa il mondo rendendo vani i progetti dei popoli. Per noi anche questo, come ogni istante del futuro, sarà parte del “weekend con il risorto”, per risorgere con Lui e passare indenni nel fuoco delle persecuzioni.

 

Dom Antonello Iapicca – Da Facebook

 

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