Cicerone spiega la “questione siriana”

Cicerone spiega la “questione siriana”

di Matteo Castagna

VIOLENZA E… FRODE

Marco Tullio Cicerone scriveva che “in due modi poi si può recare offesa: cioè con la violenza o con la frode; con la frode, che è propria dell’astuta volpe e con la violenza che è propria del leone; indegnissime l’una e l’altra dell’uomo, ma la frode è assai più odiosa. Fra tutte le specie d’ingiustizia, però, la più detestabile è quella di coloro che, quanto più ingannano, più cercano di apparire galantuomini”. (De Officiis, I, 41)

Questo “stile” potrebbe apparire particolarmente utilizzato da certa propaganda della nomenklatura occidentale, inqualificabile per i grandi classici come Cicerone, normale politica per molti contemporanei. E’ questo uno dei motivi per cui la verità dei fatti è, spesso, difficile da cogliere, senza fonti dirette ed una buona dose di fiuto, che aiuta il ragionamento deduttivo.

In epoca di cambiamenti radicali degli equilibri globali, lo sforzo diventa doppio, perché gli analisti devono saper usare utilizzare molto equilibrio fra l’astuzia della volpe e la violenza del leone, nonché debbono conoscere piuttosto bene il mondo per discernere l’effettiva notizia da quella ingannevole di chi cerca di apparire un galantuomo.

La situazione geopolitica sembrerebbe alquanto ingarbugliata in Medio Oriente, ove non è mai stato semplice orientarsi, a causa della gran frammentazione di interessi, fazioni e movimenti, che sparigliano le carte, anche da un giorno all’altro. Esempio emblematico è la questione siriana.

Syria TV racconta che il nuovo leader Abu Mohammed al-Jawlani (appartenente al gruppo terroristico HTS – ex branca di Al Qaeda in Siria) ha affermato che “prima di prendere decisioni politiche è necessario analizzare attentamente la situazione attuale. Ha anche detto che il Ministero della Difesa prevede di sciogliere tutti i gruppi attivi”. “Ci sforziamo di formare uno Stato basato sulle istituzioni e sullo stato di diritto al fine di garantire stabilità e giustizia nel paese”, ha aggiunto al-Jawlani. Però la Costituzione è stata abolita e, al suo posto, è stata proclamata la Sharia islamica.

Ahmed al-Sharaa, il leader dei gruppi di Hayat Tahrir al-Shams, che hanno preso il potere in Siria, ha rilasciato questa dichiarazione: “Abbiamo dato ai russi l’opportunità di riconsiderare il loro rapporto con il popolo siriano”. Al-Sharaa ha, inoltre, affermato che il nuovo governo non vuole combattere con Israele e che la Siria è entrata in una “fase di costruzione e stabilità”. Nel frattempo, Visual Capitalist ha pubblicato le previsioni economiche mondiali per il 2025. La quota della Russia, nel PIL globale, sarà dell’1,9% (2,2 trilioni di dollari), nonostante le sanzioni e le guerre. Non sarà facile per nessuno porre condizioni unilaterali a una Superpotenza, troppo sottovalutata negli ultimi vent’anni.

L’analista geopolitica Paola Mora ha scritto un articolo molto interessante su quiradiolondra.tv dal titolo “La guerra sotto i piedi: i governi cadono, ma i corridoi restano dalla Russia alla Siria all’Azerbaijan”, mentre gli Stati Uniti hanno definito irrazionale il desiderio di Zelensky di continuare il conflitto.

In un paragrafo del DDL Sicurezza italiano, che corrisponde all’art. 3, vengono ampliati significativamente i poteri dei membri dell’intelligence, autorizzando AlSE e AISI, non solo a infiltrarsi in organizzazioni criminali e terroristiche, ma addirittura a supportarle e a dirigerle, con la conseguente facoltà di legittimazione dei di associazione sovversiva, terrorismo interno e banda armata.

“É uno scudo penale agli apparati di intelligence – dichiara Mora – dedicato a quelle operazioni esclusive che riguardano gli atti terroristici, pericoloso per la Nazione stessa, dal momento che, se ci fossero errori o conflitti di interesse geopolitici col terrorismo, nessun esponente dei servizi italiani che accettasse di essere coinvolto, pagherebbe o ne sarebbe ritenuto responsabile”.

Inoltre, come da disposizioni, gli enti pubblici, università, aziende statali, devono essere collaborative con i servizi di intelligence, in queste circostanze. “Questa modifica permette a organi della sicurezza italiani di interagire in una certa maniera coi terroristi, apparentemente per operazioni di sicurezza interna e indagine, ma con l’obiettivo di potersi “fidelizzare agli elementi del terrore”, senza essere perseguiti per eventuali “partnership” ambigue”.

Paola Mora spiega che “questo cambiamento deriva dal fatto che le amministrazioni repubblicane e democratiche americane, supportate dai propri finanziatori, di cui siamo colonia e non più alleati, stanno, da tempo, servendosi dei fondamentalisti e radicali islamici per rovesciare i governi laici del Medio Oriente e mantenere, col terrore, un monopolio che stanno per perdere, soprattutto dopo l’avvento del gruppo BRICS. L’ltalia viene dunque maggiormente coinvolta per promuovere questa iniziativa di avvicinamento al terrorismo”.

Avviene, in un momento in cui gli alleati dell’Occidente hanno deciso, quasi all’unanimità, di avvalersi proprio dei “terroristi” per destabilizzare le aree strategiche del mondo. Dopo la caduta di Bashar Al – Assad, è stato concesso di salire al potere ad Al Jowlani, che ha anche una taglia sulla testa ed è un ricercato negli Stati Uniti D’America, quando era considerato un cattivo tagliagole estremista.Rimane il fatto, tragico e vergognoso della moria continua di cristiani in Siria, nel silenzio della comunità internazionale e dell’ONU, ma anche dei media omologati.

Adesso che si è trasformato in un gentiluomo, moderato e pacifico, “le amministrazioni politiche statunitensi stanno sostenendo che potrebbero graziarlo, qualora costui si attenga a rispettare la promessa di organizzare il nuovo governo in Siria”, secondo le regole del “democratico occidente”, nel rispetto delle pluralità.

Il signor Jowlani è già stato ironicamente ribattezzato “lo Zelenskyi del Medio Oriente” e mantiene nel gruppo terroristico HTS i suoi seguaci, ma, è necessario sottolineare, che è solo, probabilmente, l’ennesimo fantoccio attraverso cui le intelligence americane e britanniche si riservano di tenere un piede nel gruppo estremista e fondamentalista, per “guidare” queste fazioni. Anche se cambiano gli attori, le tecniche restano sempre le stesse, in ogni Stato del Medio Oriente, in tutto il mondo arabo e nel continente africano.

L’HTS, in buona parte, ma non in tutto il suo insieme di affiliati, è di tendenza “filo-turca”. Ciò significa che, indirettamente, il presidente Erdogan si interfaccia con loro e li usa per risolvere le controversie in un’area che scotta. Le Forze di difesa israeliane (Idf) continuano ad attaccare siti militari in Siria. Secondo l’ong “Osservatorio siriano per i diritti umani” (OSDH) con sede a Londra, più di 60 attacchi aerei di Israele hanno preso di mira siti militari in tutta la Siria, nel giro di poche ore. Il capo di Stato maggiore dell’IDF israeliano, Herzi Halevi, ha detto che “non stiamo intervenendo in ciò che sta accadendo in Siria. Non abbiamo intenzione di gestire la Siria”.

Erdogan, per parte turca, non dovrebbe avere interesse ad impedire alla Russia l’affaccio sul Mediterraneo e, infatti, ha ordinato di attaccare le truppe israeliane. Ma la Turchia è parte della NATO e Putin non si fida completamente di Erdogan, così se dovessero fallire le trattative con la Turchia per trovare un punto di accordo di non belligeranza, è già pronto a optare per la Libia, pur mantenendo le sue basi militari in Siria, secondo molte fonti Telegram. Nel Paese che fu di Gheddafi, la Russia dispone di una cospicua presenza militare che si affaccia sul mare. Ecco che, allora, il Presidente Putin potrebbe sostituire la Siria con la Libia per il suo traffico logistico.

Dal canto suo, se un domani cadesse Netanyahu, l’Iran potrebbe attivare delle trattative di pace con Israele, dal momento che un oleodotto iraniano approvvigiona Tel Aviv in maniera vitale e fornisce cospicui introiti a quella che fu la l’antica Persia.

Infine, sarà da vedere cosa farà il pacifico Trump, dal momento che i suoi grandi finanziatori sono i filo israeliani che gli hanno permesso la vittoria, ma anche coloro che hanno incastrato Biden ed il figlio, nonché spinto per il riconoscimento allo Stato di Israele delle alture del Golan e di Gerusalemme. Inoltre sono i diretti interlocutori di Netanyahu per il progetto espansionistico a Gaza e per un centro di potere in Medio Oriente, non per forza raggiungibile con l’uso diretto della violenza.

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