Un mondo senza riposo e senza Dio
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L’IMMACOLATA E LA PERFETTA SIMMETRIA DELLA SALVEZZA
Sono ahimè lontani i tempi in cui la festività dell’Immacolata veniva vissuta con la compenetrazione che le si addice: momenti di quiete, che i meno giovani probabilmente ricorderanno piacevolmente.
Raramente si vedevano attività commerciali aperte, se non quelle legate alle vere urgenze. Ripenso che nella mia città di origine si usava dire che nella giornata della festa dell’Immacolata riposasse persino l’inferno. Oggi che questo inferno, anziché andare in ferie, pare aver delocalizzato alcune delle sue frenetiche attività nel nostro quotidiano, c’è il rischio di vivere tale ricorrenza con indifferenza, dispersi tra le mille distrazioni di un mondo che non riposa più neppure nel giorno della domenica.
Eppure, nel ritrovarsi a Messa, c’è ancora tempo per contemplare. Con un minimo sforzo, in quei pochi minuti di ritrovato silenzio, possiamo riflettere sulla perfezione del disegno della salvezza, che ha visto in Maria un elemento eccelso e necessario perché questo potesse compiersi. Si può, infatti, osservare l’esistenza di una perfetta simmetria tra il prima e il dopo, tra la caduta del peccato originale e la redenzione portata da Nostro Signore. Illustreremo vari spunti di riflessione.
Ripercorrendo grossolanamente le tappe della Genesi, ricordiamo che Eva, chiamata così perché “madre di tutti i viventi” (Gen 3,20-21), viene tratta dall’Uomo. « La si chiamerà “donna”, perché dall’uomo è stata tolta!» (Gen 2,23). Successivamente, ingannata dall’antico serpente, disobbedendo, si nutrirà del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, che era stato vietato all’uomo da Dio stesso. Una ribellione, dunque, alla volontà di Dio, che fa precipitare l’uomo per la prima volta nella condizione del peccato. Eva convince anche il marito Adamo a cibarsi del frutto, così che la stessa sorte viene segnata per entrambi. La condizione del peccato conduce l’umanità alla morte, come lo stesso testo sacro chiarisce: «Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono» (Sap 2, 23-24).
Adamo nasceva, in principio, plasmato per mano di Dio, senza peccato. Anche la prima donna era in partenza senza peccato, ma dopo la caduta della colpa originale tale condizione beata alla nascita non spetterà più a nessun’altro.
Tuttavia, nel progetto della Salvezza, la Vergine Maria viene concepita anch’Ella, per particolarissimo privilegio, senza la macchia del peccato originale. Proprio come Adamo. Ma mentre da Adamo viene tratta la donna, che va in perdizione col marito raccogliendo quel frutto, attraverso Maria, invece, viene alla luce l’Uomo Nuovo, che raccoglierà il frutto del riscatto per l’umanità sul nuovo albero della vità, che è la croce.
A vederla così è come se le tappe che sono andate male nel principio della Storia vengano ripercorse al contrario, per portare ad un effetto invertito, in modo perfettamente simmetrico.
Similmente a come dall’uomo (Adamo) veniva tratta la donna (Eva), dalla donna (Maria) viene generato l’Uomo (Gesù). Evidenziamo, a tale riguardo, che Gesù fu concepito per azione dello Spirito Santo, senza intervento di un padre fisico.
In questo percorso, laddove si vedeva il peccato, arriva invece la grazia redentrice. Li dove c’era la disobbedienza alla volontà di Dio, troviamo al contrario la piena adesione del Cristo alla volontà del Padre: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu» (Marco 14,36). A questo punto non dovrebbe neppure apparire casuale che Maria, la nuova Eva, venga consegnata da Gesù stesso come madre dell’intera umanità. Similmente a come Eva aveva preso il suo nome in quanto “madre di tutti i viventi”. Elemento che sembra chiudere il cerchio.