Giorno Lgbt al Giubileo?

Giorno Lgbt al Giubileo?

di Salvatore Carloni

QUALCUNO IN VATICANO HA LETTO DI COSA SI OCCUPA “LA TENDA DI GIONATA”?

Quella che segue è la storia di una questione che è potenzialmente tragica per tante anime. Secondo quanto si legge sul sito ufficiale del Vaticano, nella sezione dedicata al Giubileo 2025, il 6 settembre 2005 l’associazione La Tenda di Gionata sarà la prima protagonista della giornata Lgbtq+  al prossimo Giubileo 2025. Questo è fatto è confermato anche sul sito ufficiale dell’associazione La Tenda di Gionata.

La suddetta associazione ha pubblicato un libro dal titolo “Nella buona e nella cattiva sorte”, con la postfazione del noto docente Andrea Grillo della Pontificia Università Sant’Anselmo, attraverso il quale l’autore, Gianni Geraci, afferma chiaramente che nell’intimità sessuale delle coppie gay ci sarebbe la coscienza personale che deve decidere cosa può avvenire e scrive pure che la gerarchia della Chiesa Cattolica non ha diritto di entrare nella coscienza delle persone gay riguardo la loro intimità sessuale.

Nella postfazione Andrea Grillo, teologo da più parti criticato per le sue posizioni eterodosse, ha elogiato profondamente questo libro di Gianni Geraci. La stessa associazione La Tenda di Gionata ha curato un libro “Genitori fortunati. Vivere da credenti il coming out dei figli”, pubblicato nel 2023 dall’editrice Effatà, che è stato presentato da Mons. Andrea Migliavacca, vescovo di Arezzo. Già dal titolo potete capire la tematica…

“Nella buona e nella cattiva sorte” si apre con il capitolo dal titolo: “Il senso di una domanda” che inizia con la citazione esplicita del testo di Giovanni Paolo II dal titolo: “Discorso agli officiali e agli avvocati del Tribunale della Rota romana, 21 gennaio 1999” come si può leggere alla nota 1 a pagina 3 del libro (corrispondente a pagina 5 di 40 del pdf) e come si può leggere alla pagina successiva viene riportata l’espressione presente nel suddetto testo di Giovanni Paolo II in lingua latina “amor coniugalis“. Questo testo di Papa Wojtyla è leggibile gratis in versione integrale a questo link sul sito della Santa Sede. Contestando alle unioni gay il fatto che non rispettano i principi da lui enunciati nello stesso suddetto testo Giovanni Paolo II scriveva: “È alla luce dei menzionati principi che si rivela anche quanto sia incongrua la pretesa di attribuire una realtà «coniugale» all’unione fra persone dello stesso sesso…etc.”

Invece a pagina 6 l’autore del suddetto libro scrive che la sua esperienza personale di coppia gay gli ha insegnato che una coppia gay può rientrare perfettamente nei criteri che nel suo suddetto testo di Giovanni Paolo II sono quelli della “coniugalità di un amore”. Questa espressione riportata tra virgolette “coniugalità di un amore” è esattamente quella che nel suddetto testo di Giovanni Paolo II è scritta in latino con le parole: “amor coniugalis“. Nel suddetto libro di Gianni Geraci a pagina 19 (corrispondente a pagina 21 di 40 del pdf) inizia il capitolo dal titolo: “Castità di coppia” che è direttamente collegato al successivo capitolo dal titolo: “Primato della coscienza” in cui Geraci prima riporta il seguente brano che come si può leggere nella nota 29 si trova purtroppo a pagina 154 del libro di Don Aristide Fumagalli: “L’amore possibile, Persone omosessuali e morale cristiana” Cittadella, 2020.

«Poiché ciascuna persona è unica nella identità, anche tra persone dello stesso sesso sussiste una differente identità personale e, quindi, la condizione necessaria affinché il loro amore sia autenticamente interpersonale. Facendo leva su questo dato, accreditato dal personalismo, al quale la stessa Chiesa contemporanea ispira la sua dottrina morale sulla sessualità umana, l’amore omosessuale sembrerebbe sufficientemente accreditato. Dato che l’identità di una persona trascende il suo essere maschio e femmina, una relazione d’amore interpersonale può avvenire comunque, al di là della similitudine o della differenza sessuale delle persone».

Don Aristide Fumagalli è docente stabile ordinario di teologia morale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (Milano) e opera anche presso la Parrocchia del S. Curato d’Ars in Milano come si può leggere sul sito ufficiale del Seminario dell’Arcidiocesi di Milano.

Tornando al suddetto libro di Geraci e andando avanti con la lettura l’autore viene al dunque riguardo gli atti omosessuali e scrive che nell’intimità sessuale delle coppie gay ognuno deve seguire il primato della coscienza. Per giustificare tutto questo Geraci cita anche le seguenti parole di sant’Agostino: «noi entriamo direttamente in contatto con la voce di Dio»” perché, come scrive Geraci, solo la singola persona conosce: “tutte le variabili che entrano in gioco”. Ma Geraci aggiunge poi che la gerarchia della Chiesa non ha diritto ad imporre nulla in merito all’intimità sessuale delle coppie omosessuali e per giustificare questa sua ultima affermazione Geraci cita un brano di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.

Alla fine del libro si può leggere la postfazione scritta da Andrea Grillo dal titolo: “Amore e relazione omoaffettiva: un uso nuovo di parole antiche” in cui Grillo ad un certo punto, per elogiare questo libro, scrive: “La pagine che Geraci scrive a proposito della “castità” sono esemplari e aprono possibilità di interpretazione nuova, motivata dalla dignità della eguaglianza, piuttosto che dalla discriminazione della differenza.“. E subito dopo Grillo cita addirittura un brano di San Tommaso d’Aquino a suffragio del suo elogio per questo libro di Geraci. Ma Grillo non cita invece un altro brano di San Tommaso che è nel seguente articolo in cui si può leggere che San Tommaso condannava gli atti omosessuali tra i peccati più riprovevoli accanto al cannibalismo umano e alla bestialità.

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