Beati gli occhi che vedono

Beati gli occhi che vedono

di don Ruggero Gorletti 

MARTEDÌ DELLA PRIMA SETTIMANA DI AVVENTO 

Dal vangelo secondo Luca 10,21-24

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

COMMENTO

«Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Spesso noi cristiani, noi cattolici, non ci rendiamo conto della grazia che ci è stata data: quella di avere ricevuto la grazia (cioè il dono immeritato) dell’unica vera e definitiva rivelazione di Dio, quella di Gesù Cristo, e di essere vissuti nell’unica Chiesa di Cristo, quella Cattolica. Ogni tanto si sentono discorsi strani, del tipo: «se fossi nato e vissuto in un altro Paese, probabilmente sarei musulmano, o magari sarei protestante», quasi a dire che ogni religione, alla fin fine sia la stessa cosa, che credere nel Dio di Gesù Cristo, che è Padre, Figlio e Spirito Santo oppure riporre la propria fiducia in un’altra divinità non sia poi tanto diverso. E così non ci rendiamo conto della grazia che abbiamo ricevuto. «Nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo»: solo il Figlio, che si è fatto uomo in Gesù, conosce il Padre, ed è in grado di parlarcene secondo verità. E noi abbiamo avuto la grazia di conoscere questa rivelazione, di essere messi in contatto con la verità di Dio. Molte altre persone questa grazia non ce l’hanno. E’ un dono del Signore, ma come ogni dono di Dio comporta anche una responsabilità: anzitutto quella di mantenerci saldi nella professione di fede nell’unico vero Dio, e di cercare di vivere mettendo in pratica ciò che il Signore ci ha insegnato.

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