Cos’è Hayat Tahrir al-Sham?
–
L’OPPOSIZIONE ARMATA AL GOVERNO DI BASHAR AL-ASSAD
Hayat Tahrir al-Sham (ossia l’ “Organizzazione per la liberazione del Levante”) e le fazioni alleate “sono riuscite a entrare nella periferia dei quartieri di Al-Hamdaniya e Nuova Aleppo della città di Aleppo”, ha dichiarato ieri l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
I ribelli armati siriani, quindi, sarebbero entrati nella seconda città più grande del Paese, per la prima volta da quando le forze governative l’hanno riconquistata nel 2016.
In precedenza i ribelli avevano dichiarato di aver preso il controllo del Centro di ricerca scientifica militare del governo siriano alla periferia di Aleppo dopo “intensi scontri con le forze del regime e le milizie iraniane”.
L’esercito siriano intanto ha dichiarato di stare respingendo l’offensiva: “Le nostre forze continuano a respingere la grande offensiva”, afferma l’esercito aggiungendo di aver “ripreso il controllo di alcune posizioni”.
Ma cos’è Hayat Tahrir al-Sham (HTS)?
HTS rappresenta una delle realtà più complesse e controverse emerse durante la guerra civile siriana. Nato come un’evoluzione di Jabhat al-Nusra, il gruppo è diventato una delle forze dominanti nell’opposizione armata al regime di Bashar al-Assad, concentrandosi principalmente nella provincia di Idlib.
La sua storia, il suo ruolo nel conflitto e le sue ambizioni politiche riflettono le dinamiche di una guerra che ha frammentato la Siria e polarizzato la comunità internazionale.
HTS ha radici profonde nel jihadismo internazionale. La sua origine, come detto, può essere ricondotta a Jabhat al-Nusra, fondata nel 2012 come affiliata ufficiale di al-Qaeda in Siria. Questo legame iniziale ha conferito al gruppo un’importante legittimità all’interno del movimento jihadista globale. Tuttavia, la leadership di Jabhat al-Nusra ha progressivamente adottato una strategia pragmatica per guadagnare consenso tra i siriani e distanziarsi da un’ideologia percepita come estranea al contesto locale.
Nel 2016, Jabhat al-Nusra ha formalmente tagliato i legami con al-Qaeda, trasformandosi in Jabhat Fatah al-Sham. L’anno successivo, con la fusione di diverse fazioni ribelli, è nato Hayat Tahrir al-Sham. Questo cambiamento non era solo simbolico, ma parte di uno sforzo per posizionarsi come forza politica e militare radicata nel territorio siriano, pur mantenendo una matrice islamista radicale.
HTS è guidato da Abu Muhammad al-Jawlani, nome di battaglia di Ahmed al-Sharaa, figura centrale nella sua evoluzione. Al-Jawlani ha dimostrato una notevole capacità di adattamento, ridefinendo le priorità del gruppo in base alle mutevoli realtà del conflitto siriano. Sotto la sua guida, HTS ha consolidato il controllo su Idlib, utilizzando una combinazione di tattiche militari e strategie politiche.
Il gruppo si distingue per una struttura gerarchica relativamente centralizzata. Questo modello ha permesso una maggiore coesione rispetto ad altre formazioni ribelli frammentate, ma ha anche attirato critiche per la gestione autoritaria del territorio. HTS si è presentato come un governo de facto a Idlib, cercando di bilanciare la sua identità jihadista con la necessità di governare una popolazione civile eterogenea.
Idlib è diventata l’ultimo bastione significativo dell’opposizione siriana. HTS ha consolidato la sua influenza nella regione eliminando rivali come Ahrar al-Sham e altri gruppi ribelli. Questo processo è avvenuto attraverso scontri armati, negoziati e cooptazione, dimostrando l’approccio spregiudicato del gruppo.
Sotto il controllo di HTS, Idlib è stata amministrata attraverso l’istituzione del “Governo di Salvezza”, un organo politico creato per legittimare la gestione del territorio. Tuttavia, questa amministrazione è stata criticata per la repressione delle libertà civili, l’imposizione di norme islamiche severe e la gestione economica precaria. Allo stesso tempo, HTS ha cercato di attrarre aiuti umanitari internazionali, pur mantenendo una retorica ostile verso l’Occidente.
Uno degli aspetti più controversi di HTS è il suo status sulla scena internazionale. Molti Paesi, tra cui Stati Uniti e Russia, considerano HTS un’organizzazione terroristica. Tuttavia, il gruppo ha cercato di riposizionarsi, proponendosi come forza moderata rispetto a organizzazioni come l’ISIS. Questa strategia ha incluso un’apparente riduzione delle operazioni terroristiche transnazionali e una maggiore enfasi sul controllo locale.
HTS ha anche sviluppato una relazione complessa con la Turchia. Ankara, pur riconoscendo la pericolosità del gruppo, lo ha tollerato come parte della sua strategia per contenere le forze curde e mantenere una zona di influenza nel nord-ovest della Siria. Questa ambiguità ha sollevato dubbi sul futuro di HTS e sulla sua capacità di sopravvivere a lungo termine in un contesto geopolitico sempre più ostile.
HTS affronta numerose sfide. Internamente, il gruppo deve far fronte al malcontento della popolazione di Idlib, che soffre per le difficili condizioni economiche e la repressione politica. Esternamente, HTS è sotto pressione sia del governo siriano, sostenuto da Russia e Iran, sia da fazioni jihadiste rivali che lo accusano di tradimento per il suo pragmatismo.
La sopravvivenza di HTS dipende dalla sua capacità di navigare tra queste pressioni. La sua trasformazione da affiliato di al-Qaeda a potenza locale in Siria dimostra una straordinaria flessibilità, ma solleva interrogativi sulla sua vera natura e sulle sue ambizioni a lungo termine.
Hayat Tahrir al-Sham è un attore complesso e controverso, il cui ruolo nel conflitto siriano riflette le sfide di un Paese devastato dalla guerra. Sebbene abbia cercato di presentarsi come una forza legittima e pragmatica, le sue radici jihadiste e le sue tattiche repressive continuano a generare ostilità sia a livello locale che internazionale.
Il futuro di HTS rimane incerto, ma la sua capacità di adattamento suggerisce che continuerà a essere un protagonista chiave nella tragedia siriana, come abbiamo visto è accaduto ieri.
resto basito e cancello l’iscrizione. paragonate questi terroristi ai dei buoni samaritani! vergognatevi