La vera Porta Santa da attraversare è Cristo
di Bruno Volpe
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MONSIGNOR MICHELE PENNISI, ARCIVESCOVO EMERITO DI MONREALE
“La vera Porta Santa da attraversare è Cristo”: Lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato Monsignor Michele Pennisi, arcivescovo emerito di Monreale (Palermo) a proposito del GIubileo indetto da Papa Francesco che si aprirà alla Vigilia di Natale, il 24 dicembre.
Eccellenza Pennisi, partiamo dalla nozione di Giubileo. Che cosa è?
“E’ un momento ecclesiale di grazia che trova la sua origine storica proprio nell’ Antico Testamento e precisamente nel Levitico e si svolgeva ogni 50 anni. Portava vari effetti positivi e il principale era la liberazione del debitore dai suoi debiti, si annullavano quelli pecuniari. Successivamente l’ attuale Giubileo ordinario, perchè esiste quello straordinario, nasce nel 1300 per volontà di Papa Bonificacio VIII e consiste nel chiedere perdono a Dio dei nostri peccati”.
Il Papa lo ha dedicato alla speranza e il tema è: ” Pellegrini di speranza”…
“Commento prima di tutto il pellegrini. La nostra fede è un continuo pellegrinaggio, non è statica, bensì camminino verso una meta, l’ incontro con Cristo nella fede. Il Papa ha anche voluto ed è una scelta saggia, abbinare questo pellegrinaggio alla virtù teologale della speranza che è volano tra fede e carità. La speranza cristiana è cosa ben diversa dall’ ottimismo, dal credere che tutto sia risolto o facile. La speranza in senso cristiano è il vivere nella certezza dell’ incontro con Cristo, nel vivere sapendo che Lui ci assiste ed è sempre presente nella storia. Cristo non ci promette una vita senza sofferenze e preoccupazioni, ma ci assicura che, seguendo la Sua Parola, saremo salvi e alla fine vedremo il Suo volto. Il pellegrino ha una meta a differenza del vagabondo che cammina a casaccio. Per questo siamo obbligati, se davvero vogliamo fare un buon GIubileo, a seguire la sua via in modo lineare e dritto, senza deviazioni o distrazioni”.
Come va vissuto il Giubileo?
“Va vissuto con interesse e partecipazione, possibilmente andando a Roma e ricordando che con fede sincera e pentimento si cancellano i peccati. Il GIubileo e il passaggio dalle varie Porte Sante, a cominciare da quella di San Pietro a Roma, ma vale per quelle diocesane e delle parrocchie, regala un senso alla nostra vita. Simboleggia il passaggio dalla situazione di peccato alla grazia, e questo è dovuto alla misericordia di Dio. La vera Porta Santa per eccellenza è Cristo e a Lui dobbiamo correre con animo grato e pieno di riconoscenza. Ricordo tuttavia che il Giubileo va vissuto come tutti i momenti ecclesiali non solo individualmente, ma con la mediazione della Chiesa, nelle celebrazioni comunitarie e in tutti gli eventi che si tengono o a Roma o nelle singole diocesi”.
Esiste il rischio di compiere il rito del passaggio dalla Porta Santa appunto come rito, e non come fatto di fede o peggio atto scaramantico?
“Questo rischio effettivamente è sempre in agguato e penso al mercoledì delle ceneri di cui spesso non si comprende il significato. Andare a Roma per il Giubileo solo per banale turismo o divertimento non ha senso. Occorre andarci davvero con l’ intento di purificarci dai peccati e di iniziare una nuova vita. Facciamo in modo che il passaggio dalle Porte Sante e da quella di San Pietro in particolare, non diventi una consuetudine come tante o un atto di cuoriosità, ma sia davvero adesione al progetto di Cristo che ci vuole salvi nella speranza e pellegrini verso la liberazione dei peccati”.