Ennesima violenza degli abortisti

Ennesima violenza degli abortisti

di Antonio Brandi*

NONOSTANTE LA PRESENZA DELLA DIGOS GRUPPI DI STUDENTI ABORTISTI E DI SINISTRA BLOCCANO UN INCONTRO PRO VITA, TRA BESTEMMIE, VOLGARITA’ E SLOGAN

Esprimiamo piena solidarietà agli organizzatori e ai relatori dell’incontro “Accogliere la Vita. Storie di libere scelte”, svolto dal collettivo vicino al Movimento di Comunione e Liberazione “Obiettivo Studenti” martedì 26 novembre alla Città Studi di Milano e vergognosamente sabotato con bestemmie, fumogeni, striscioni e minacce di violenze fisiche verso i relatori da parte di gruppi studenteschi abortisti e di estrema sinistra.

Uno dei contestatori si è spinto fino a prendere una bottiglietta d’acqua dal tavolo dei relatori e a versarla in testa a uno degli studenti organizzatori dell’evento, urlando slogan come “Contro CL la gioventù si scaglia, po*ca M***a è il grido di battaglia” oppure “il ciellino non è malato, è solo un aborto mancato”. I relatori sono stati così costretti ad abbandonare la sala, nonostante la presenza della Digos.

Ci appelliamo al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi perché aumenti l’allerta preventiva in occasione di eventi organizzati su tematiche ‘pro-vita’, dato che, in questo caso come in molti altri, gli appelli alla contestazione sul Web erano già arrivati nei giorni precedenti l’incontro da parte di associazioni come “Cambiare Rotta. Organizzazione Giovanile Comunista” e “Milano in Movimento”.

È inammissibile che in Italia – come dimostrano anche i ripetuti attacchi materiali alla sede di Pro Vita & Famiglia – non sia più possibile esprimere liberamente opinioni non abortiste senza rischiare per la propria incolumità fisica. Ci rivolgiamo anche al Ministro dell’Università Anna Maria Bernini affinché faccia luce sull’accaduto e sulle responsabilità, impedendo a frange violente di spadroneggiare indisturbate nelle Università italiane decidendo di cosa si possa o non si possa liberamente discutere.

* Presidente di Pro Vita & Famiglia onlus

 

Pietro Piva, Presidente del Coordinamento Liste per il Diritto allo Studio – Obiettivo Studenti, ed Elia Montani, Coordinatore di Obiettivo Studenti – Statale, in seguito all’accaduto hanno diramato un comunicato che, con parole nette e intelligenti, chiede a tutti di condannare l’episodio. Ecco il testo:

In data 26 novembre, presso la sede dell’Università Statale di Via Celoria 20 a Milano, si è tenuto un incontro organizzato dalla lista Obiettivo Studenti dal titolo “Accogliere la vita – storia di libere scelte”. L’inizio dell’incontro è stato caratterizzato dalla rumorosa presenza di membri di associazioni studentesche e collettivi che nei giorni precedenti l’incontro avevano minacciato di sabotarlo: Studenti Indipendenti, UDU, Rebelot, Cambiare Rotta e coloro che da settimane stanno occupando un edificio proprio in Città Studi. I membri delle associazioni sono entrati in aula dopo qualche minuto dall’inizio dell’incontro spingendo e facendo brutalmente cadere a terra un dirigente dell’Università degli studi di Milano. Una volta entrati, hanno messo in atto comportamenti prepotenti e molesti, come lanciare acqua agli organizzatori dell’incontro e staccare i microfoni e l’elettricità in aula, intonando cori minacciosi e offensivi nei confronti di chi ha organizzato l’incontro, urlando bestemmie e arrivando a minacciare personalmente una delle relatrici. Dopo 30 minuti in cui la situazione è rimasta invariata, sono stati costretti ad abbandonare l’aula più di trecento studentesse e studenti che durante l’intera aggressione sono rimasti dignitosamente in silenzio, in attesa di poter continuare il libero incontro senza minimamente reagire alle continue e brutali provocazioni ed invettive. Per noi l’università è, e deve rimanere, un luogo di libertà e di ricerca della verità. Ogni voce che voglia esprimersi, nel rispetto delle voci altrui, per noi è sempre stata un valore. Noi vogliamo un’università che sia un luogo vivace di libertà per tutti, in un mondo in cui la libertà è tutto fuorché scontata. Oggi chi si autoproclama portavoce dei diritti di libertà ci impedisce di parlare con metodi totalitari. È inaccettabile che ci sia qualcuno che, in modo autoritario e violento, decida chi può esprimersi in università e chi no, cosa si può dire e cosa no, cosa non si deve pensare e cosa va censurato. Oggi la libertà di espressione è stata negata a noi, e così è stata fatta violenza non solo a noi e a tutte le studentesse e gli studenti che volevano partecipare all’incontro, ma anche alla natura stessa dell’università, che è di libertà e dialogo. Calpestare la libertà di espressione significa decretare la morte dell’università e della nostra società. Chiediamo pertanto che tutte le persone libere, in particolare se rivestono ruoli di rappresentanza negli organi istituzionali del nostro ateneo, prendano posizione su quanto accaduto, perché oggi è stato negato, con violenza e prepotenza, un pezzo fondamentale di democrazia. Questa non è l’università che vogliamo. Noi ci impegniamo ogni giorno per costruire un’altra università.

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