La porta stretta che è Cristo

La porta stretta che è Cristo

di Bruno Volpe 

INTERVISTA AL CARDINALE PAOLO ROMEO, ARCIVESCOVO EMERITO DI PALERMO

“L’Avvento? È un tempo di preparazione ed impegno ad abbandonare le tenebre per la luce”.

Ecco la sintesi in questa intervista che ci ha concesso il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo emerito di Palermo. Con lui parliamo di Avvento e  del suo significato e soprattutto senso.

Eminenza, il primo dicembre inizia il tempo forte dell’Avvento. Che cosa è?

“E’ un tempo liturgico forte di 4 settimane, anche se questa volta, per dispensa del Papa e su richiesta dei vescovi italiani, una delle quattro domeniche sarà dedicata alla Immacolata visto che essa cade di otto dicembre domenica. La regola vuole che quando una festa per il calendario sia di domenica, prevalga liturgicamente la domenica su si essa. Tuttavia il Papa, accogliendo le istanze dei vescovi italiani e conoscendo la devozione tutta italiana per la Immacolata, ha permesso che in una delle domeniche di Avvento si celebrasse la Immacolata con le relative letture. Una eccezione”.

Come possiamo riassumere il significato dell’ Avvento?

“Dal latino, Avvento significa arrivo, dunque noi aspettiamo qualcuno. Questo qualcuno è Gesù, che si fa carne nel mistero della incarnazione. In sintesi l’Avvento è quel periodo liturgico di attesa per celebreare il fatto storico della prima venuta nella storia del Signore. Lo dice chiaramente Isaia che parla di un popolo che camminava nelle tenebre e ora è in attesa di una luce. Che all’ inizio è fioca e tenue, ma poi cresce. Viviamo disgraziatamente un tempo nel quale sembrano prevalere le tenebre del peccato, della violenza, del rigetto del sacro, del senso di Dio. I fatti di cronaca di ogni giorno, penso alla violenza diffusa anche tra i giovani o alle guerre, dimostrano che vi è quasi un’attrazione per le tenebre. Noi al contrario dobbiamo aspirare alla luce che è Cristo e vivere secondo i suoi insegnamenti e il modello del Vangelo”.

Come?

“Nella semplicità e nella sobrietà, guardando all’essenziale. Il Signore è venuto tra di noi in modo umile e semplice, senza celebrazioni e trionfi. Anche noi dobbiamo fare lo stesso, guardare alle cose che servono davvero, mettere da parte ciò che è inutile e ci appesantisce nel corpo e nell’animo”.

Il colore liturgico dell’ Avvento è il viola, dunque tempo di penitenza..

“Sicuramente l’Avvento è speranza, ma anche penitenza, rinuncia a quello che ci piace e un tantino di astinenza non fa male, anche se concetti come digiuno, astinenza e simili sembrano caduti in disuso ed invece sono importanti e formativi. L’Avvento andrebbe vissuto  davvero con animo colmo di speranza. Perchè aspettiamo la venuta di Cristo, la prima. Poi ce ne sarà una seconda, quella escatologica, alla fine dei tempi”.

Si può definire tempo mariano?

“L’Avvento è un tempo mariano per eccellenza e lo dimostrano le letture che si fanno nelle quali Maria, ma anche Elisabetta e il Battista la fanno da protagonisti. E aggiungo il profeta Isaia che ci invita a raddrizzare i sentieri, cioè a cambiare vita e cammino”.

Non dimentichiamoci che  in questo Natale inizia il GIubileo…

“E’ un fatto ed un evento di grazia, assolutamente importante che deve portare come frutto il rinnovamento spirituale nella vita di ciascuno. Il passare sotto la Porta Santa non è un fatto di cronaca o un’abitudine, ma va letto  come impegno a scegliere la porta stretta che è Cristo. Una scelta difficile, impegnativa, ma alla lunga fruttuosa e bella”.

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