Gli stermini non hanno colore politico

Gli stermini non hanno colore politico

di Francesco Bellanti

DEL GENOCIDIO, OVVERO DEI CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ, DA HITLER A CHURCHILL, A STALIN, A MAO, A NETANYAHU

La recente decisione della Corte di internazionale di Giustizia, o del Tribunale internazionale dell’Aja, che è la stessa cosa, di emettere il mandato di cattura contro il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e contro il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, confermando le accuse mosse a maggio dal procuratore capo, Kharim Khan, di crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi nella Striscia di Gaza dopo il 7 ottobre 2023, stimola alcune riflessioni. 

La prima di queste riflessioni è che il massacro c’è stato, e continua a esserci, nella Striscia di Gaza.  Ne ha parlato anche papa Francesco, suscitando proteste della diplomazia israeliana. La maggior parte degli osservatori politici e degli esperti di diritto internazionale sostiene che le accuse rivolte alla Corte penale internazionale di aver messo sullo stesso piano un’organizzazione terroristica, Hamas, e il governo di uno Sato, Israele, aggredito, sono strumentali e non reggono di fronte ai principi del diritto internazionale e alla prova di fatti. Qui siamo di fronte a gravissime violazioni al diritto internazionale umanitario, che configurano “crimini di guerra” e “crimini contro l’umanità”, due dei quattro capi d’accusa contro i criminali nazisti nel Processo di Norimberga del 1945-1946. Sono norme, dunque, che si devono applicare nei confronti di tutti, anche di Capi di Stato e di Governo. Dal 7 ottobre 2023, lo sterminio è nei numeri, circa 44mila civili uccisi, tra questi, 17.400 sono bambini, 710 dei quali neonati con meno di 12 mesi d’età, 1.793 tra l’1 e i 3 anni; 150 sono giornalisti, colpevoli solo di documentare il più grande massacro dalla fine delle Seconda Guerra Mondiale. Aggiungiamo a quanto detto 104mila feriti, molti dei quali mutilati e con gli arti amputati senza anestesia, 25mila bambini rimasti orfani, l’intera Striscia rasa al suolo, un’intera civiltà fatta di ospedali, moschee, università, biblioteche, musei, scuole. Sia a sud che a nord dello Stato d’Israele è in corso una vera e propria, scientifica, pulizia etnica.

Diciamo subito, onde evitare equivoci, che chi scrive non auspica la distruzione dello Stato d’Israele, che – nonostante i modi contorti e discutili con cui è nato il 14 maggio 1948 – ha ora il diritto esistere, ma diciamo che anche il popolo palestinese ha diritto a uno Stato, quello che l’attuale governo israeliano del Primo ministro Netanyahu non vuole fare nascere. Né vogliamo discutere dei confini labili tra ebraismo e sionismo, qui vogliamo solo affermare che, se condanniamo i terroristi di Hamas e di altre organizzazioni terroristiche del Medio Oriente che vogliono abbattere Israele con la violenza, altrettanto chiaramente diciamo che lo Stato d’Israele non può risolvere il problema di uno Stato palestinese con lo sterminio di civili, con un genocidio, efferato e indiscriminato.

Gli stermini sono tutti uguali, non hanno colore politico. Per fare capire meglio il concetto, parlo di un’esperienza personale. Sono stato ad Auschwitz con la famiglia nell’estate del 2019, ed è stata l’esperienza più sconvolgente della mia vita vedere quelle baracche, quei musei dell’orrore, i forni crematori, le celle dello sterminio. Lo sterminio del popolo ebraico. Il silenzio metafisico, demoniaco. Era un viaggio che avevo dentro da tempo, soprattutto dopo che avevo scritto un libro su Hitler. Auschwitz bisognerebbe ricordarla ogni giorno, non solo il 27 gennaio in cui si celebra il Giorno della Memoria, decisione presa dall’ONU nel 2005 in ricordo del genocidio degli ebrei e in generale delle vittime dell’Olocausto – quelli che i nazisti ritenevano inferiori, slavi, zingari, gruppi religiosi come i pentecostali e i Testimoni di Geova, omosessuali, massoni, portatori di handicap, oppositori politici, prigionieri di guerra, minoranze etniche – perpetrato da Adolf Hitler e dai suoi alleati. È stato scelto questo giorno perché il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche scoprirono nella città polacca di Oświęcim, più famosa col nome tedesco di Auschwitz, un campo di concentramento e di sterminio nazista. Oświęcim – prima di visitare il campo di concentramento – mi apparve come una cittadina anonima con i soliti nomi polacchi illeggibili e basta, eppure col nome di Auschwitz sotto l’Impero Asburgico visse un periodo d’oro, per via di una ferrovia costruita a metà dell’Ottocento che collegava la città a Vienna, Berlino, Cracovia, Katowice, e di una popolazione – circa tredicimila abitanti – intraprendente quasi tutta di origine ebrea, ma proprio questa posizione strategica fu la sua rovina durante il Nazismo, i nazisti, infatti, la scelsero perché era in terra non tedesca, facile da raggiungere e da isolare. 

Era inoltre molto vicina al grande complesso industriale della I.G. Farben, ed era facile perciò portarvi i prigionieri ebrei del campo di concentramento per farli lavorare fino alla morte. Se, secondo me, fu sbagliata la scelta della data del 27 gennaio, perché anche i sovietici perseguitarono ebrei e commisero genocidi, occorre dire, per verità storica, che anche gli americani su Auschwitz ebbero le loro colpe, perché essi conoscevano l’esistenza di Auschwitz, ma non bombardarono l’industria chimica I.G. Farben legata al campo di concentramento di Auschwitz per i propri interessi, perché il Consiglio di amministrazione della multinazionale era controllato da loro, dagli americani. Ma la storia, purtroppo, la fanno spesso i vincitori. Ad ogni modo, è una cosa giusta ricordare Auschwitz, in quel tempo l’umanità sprofondò nel punto più basso della sua storia. Tutti si chiedono ancora oggi dov’era Dio allora, ma sarebbe giusto chiedersi pure dov’era l’uomo. Auschwitz, con la sua immane tragedia, dovrebbe farci riflettere profondamente sui fatti storici che hanno permesso che il Nazionalsocialismo si affermasse nel cuore dell’Europa, in una delle nazioni più progredite del mondo. L’intero Occidente era – e ancora, purtroppo, è – razzista, tanto che Hitler si sentì spesso quasi un incompreso.

Tra gli Statunitensi, tanto per citare qualche caso clamoroso, il Presidente Roosevelt non ricevette alla Casa Bianca Jesse Owens, vincitore delle Olimpiadi di Berlino nel 1936 (mentre lo stesso Hitler si era congratulato con il fortissimo velocista di colore negli spogliatoi dello stadio olimpico di Berlino), Martin Luther King fu ammazzato nel 1968 negli USA, durante la Seconda Guerra Mondiale i neri americani non venivano fatti combattere in prima linea, in Italia furono approvate le leggi razziste nel 1938, Churchill era un pericoloso razzista pure lui (oltre che massone, guerrafondaio, imperialista, e anche alcolizzato), e anche criminale di guerra, non dimentichiamo il bombardamento di Dresda, non parliamo poi di Stalin, per carità, che ha sterminato interi popoli, compreso quello ebraico in URSS, gli ucraini (Holodomor, la carestia che sterminò un intero popolo), e che si è presentato (complici Inglesi e Statunitensi) in Europa come liberatore dei popoli, e anche l’imperatore Hiro Hito era imperialista e guerrafondaio. La Francia, la Spagna, tutti i più civilizzati Stati europei erano razzisti e antisemiti, non mi dilungo sulle tante espulsioni di ebrei dall’Europa nel corso degli ultimi due millenni, occorrerebbero diecimila pagine oltre queste brevi note (Concilio Lateranense del 1215, istituzione dei ghetti, espulsioni dall’Inghilterra nel 1290, dalla Francia nel 1306, dalla Spagna nel 1492, e la riorganizzazione degli Stati dell’Europa su base etnica, emarginando così gli ebrei e favorendo il Nazionalsocialismo, l’ha voluta dopo la Prima Guerra Mondiale il Presidente americano Wilson).

Auschwitz, infine, dovrebbe farci ricordare anche tutti gli altri genocidi che sono stati perpetrati nella storia. Vada in questi giorni un pensiero a tutti i genocidi. Al genocidio degli Indiani d’America commesso dagli USA, al genocidio dei Siriani, al genocidio dei neri d’Africa, al genocidio di tibetani e di altri popoli, degli stessi cinesi voluto da Mao per le sue delittuose politiche agricole, al genocidio degli Armeni e dei Curdi in Turchia e in Oriente, al genocidio degli Australiani, al genocidio dei giapponesi di Hiroshima e di Nagasaki, al genocidio degli abitanti di Dresda e di tutte le città tedesche rase al suolo, al genocidio dei Galli e dei Germani perpetrato da Cesare, al genocidio degli etiopi e degli slavi perpetrato dal fascismo, al genocidio degli Incas e dei Maya compiuto dai Conquistadores spagnoli, al genocidio delle popolazioni meridionali dopo l’Unità d’Italia, di tanti popoli africani, americani e asiatici scomparsi per sempre dalla storia, e a tanti altri genocidi dei quali adesso non mi sovviene il ricordo. Se ricordiamo Auschwitz e lo sterminio degli ebrei, e tanti altri genocidi, ora la politica mondiale non deve dimenticarsi del genocidio dello Stato d’Israele contro il popolo palestinese, e deve farsi carico di una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese.

 

FOTO DI COPERTINA: https://depositphotos.com/home.html

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