Padre Cioffari: “Zelensky è un dittatore quanto, se non più, di Putin”
di Bruno Volpe
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LO STORICO E TEOLOGO DOMENICANO: “C’È UN IMMOTIVATO ATTEGGIAMENTO ANTI RUSSO”
La Comunità del Padri Domenicani della Basilica di San Nicola di Bari e in festa.
ll direttore del Centro Studi Nicolaiani, il maggior e più autorevole studioso della vita e del pensiero di San Nicola, Padre Gerardo Cioffari, domenicano, ha ricevuto il titolo più importante dal puto di vista teologico per un domenicano, quello di “Maestro in Sacra Teologia”.
E’ stato proprio Fra Gerard Francisco Timoner, Maestro dell’Ordine dei Predicatori a conferirlo personalmente al sacerdote barese nel corso di una suggestiva cerimonia nella Basilica di San Nicola. Abbiamo intervistato Padre Gerardo Cioffari.
Padre Cioffari, che cosa rappresenta per lei, dopo una carriera passata tra studio, messa e confessionale, questo prestigioso titolo?
“Per un predicatore e frate domenicano è il massimo riconoscimento del nostro ordine sotto il profilo teologico anche se in verità io mi ritengo maggiormente uno storico, ho passato tutta la vita a studiare storia in relazione a Nicola e al suo tempo. Naturalmente è evidente che i miei studi storici dovessero passare attraverso la conoscenza anche approfondita della teologia, spesso, anzi direi sempre, i due cammini viaggiano paralleli”.
Insomma, uno storico ma anche teologo…
“Esattamente così. Nella mia produzione i due aspetti sono sovrapponibili, tuttavia non nego che le mie attenzioni sono andate maggiormente alla storia e dico anche che oggi la storia non si studia come sarebbe giusto fare e per questo spesso sentiamo cose inesatte”.
Se lo aspettava?
“Sino a due mesi addietro no. Quando me lo hanno comunicato, quasi non ci credevo. Lo dico perchè il sottoscritto non ha un carattere facile o accomodante e non amo il politicamente corretto che sinceramente non apprezzo. La verità, anche se scomoda, va detta”
Che significa?
“Che di tanto in tanto ho preso delle posizioni critiche con la stessa Chiesa, pur restando nella obbeedienza che è fondamentale e da seguire sempre. La mia è sempre stata una critica costruttiva, mai tesa a demolire. Penso per esempio all’eccessivo ottimismo regnante nella Chiesa, e in alcuni campi vorrei maggior realismo. Faccio un esempio. Mi riferisco alla pratica dell’autentica delle reliquie dei santi. A mio sommesso avviso non dovrebbe essere affidata ai vescovi, come accade, ma a scienziati, medici e studiosi che sicuramente hanno maggiori cognizioni”.
In che altro lei non segue il politicamente corretto?
“Sulle posizioni relative al conflitto russo-ucraino e qualcuno non gradisce le mie esternazioni. In questo momento storico viviamo un inspiegabile e immotivato atteggiamento anti russo, ostile alla cultura, alla tradizione,alla storia di un popolo che invece ha dato tanto alla civilità. Si arriva all’assurdo di evitare di eseguire opere di autori russi o di leggere loro opere, cosa che sinceramente ritengo fuori luogo. Cultura e politica sono cose distinte”.
Che cosa vuole dire?
“Che essere a priori anti russi, come accade con avvilente conformismo sui maggiori media italiani che a priori santificano l’Ucraina e dannano la Russia, è banale e sbagliato, storicamente e culturalmente. Chi se la prende solo con la Russia sbaglia, perchè ignora la storia e la realtà ucraina. Guardi che il presidente Zelensky è un dittatore quanto se non più di Putin. Storicamente l’Ucraina non è mai esistita, è sempre appartenuta prima alla Polonia, poi alla Russia, questa è la verità, come ad esempio la Bielorussia che significa Russia Bianca. L’Ucraina era la piccola Russia e gli ucraini sono russi. Oggi quello che dopo l’autonomia sta facendo il governo ucriano alle popolazioni di lingua e cultura russa in Ucraina, che sono pari spesso all’80 per cento in alcune località, è disumano e in violazione della ragione e umanità. Se l’Ucraina con maggior realismo avesse concesso alle popolazioni russofone la stessa autonomia che esiste in Italia, penso al Trentino Alto Adige o Val d’Aosta, la situazione non sarebbe degenerata. Ma noi igoriamo la storia e pensiamo che ci sia una parte che abbia piena ragione e l’altra parte che sia il diavolo. Non è così e il sentimento anti russo è sbagliato e privo di valore”.
Lei spesso è in Basilica e vede i fedeli ortodossi..
“Sono un esempio di correttezza e rispetto della liturgia e del luogo sacro. Va detto: rispetto ai cattolici, gli ortodossi, russi ed anche ucraini e di altre etnie, sono molto più credenti, mentre i cattolici si sono adagiati ed adeguati alle regole del mondo e del comune vivere anche nel rito e nella religione. Gli orientali al contrario hanno mantenuto maggior attenzione alla ortodossia e lo vediamo nelle liturgie e nel rispetto che nutrono verso le sacre icone che sono un veicolo di evangelizzazione e non banali opere di arte”.