Sedicenti veggenti, pseudo-miracoli, codici fanta-cattolici
–
CULTURA SPESSO NON FA RIMA CON SANTITÀ
Quando non si ha la vera Fede, si tende a credere a tutto o a niente. Chi non ha un credo è il nichilista, che si accontenta dei bisogni primari (mangiare, bere, dormire) e così sopravvive, disinteressato e chiuso in un completo egoismo soggettivista.
La categoria che vorremmo analizzare alla luce del Magistero Perenne della Chiesa Cattolica, Corpo Mistico di Gesù Cristo, è quella del credulone, che si fa abbindolare da un falso misticismo. E’ di grande attualità, come ogni frutto della secolarizzazione e del decadentismo. I casi di cronaca sono molti. Si va dalla Madonna di Trevignano, a quella di Schio, a Garabandal, a Medjugorje.
Non sono apparizioni o fenomeni mistici riconosciuti dall’Autorità Ecclesiastica, che è sempre molto prudente nel dare l’assenso al culto e a definire fenomeni inspiegabili, come i miracoli. D’altro canto vi sono delle certezze codificate dalla Chiesa per la devozione: Lourdes, La Salette, Fatima ecc. ed a queste guardiamo con spirito filiale.
Non è neppure obbligatorio credere ai miracoli ed alle apparizioni certe, se non sono fondamentali per la nostra Fede.
Dunque, l’apparizionismo, nella storia, è sempre stato rigettato come fenomeno di isteria o profonda debolezza dei presunti veggenti o presunti miracolati, nonché di truffe, fino ad arrivare ai casi limite dell’intervento del demonio camuffato, come accadeva ai grandi Santi, come S. Francesco d’Assisi e a don Giovanni Calabria. Ma essi non caddero mai nelle trappole dei prodigi satanici.
Ai nostri giorni leggiamo di presunte visioni, locuzioni interiori e presunti miracoli con tanto di statue sacre piangenti. E li vediamo uscire dalla bocca di chi dice cose in parte condivisibili ma molto confuse nel marasma del modernismo e del conservatorismo moderno.
Sono due i diffusori di varie teorie ammantate di incenso, ma, in realtà, prive di fondamento dottrinale o teologico, spesso, forse a scopo di lucro, che odorano di zolfo o, comunque deviano dalla Fede e dalla prassi cattoliche.
Gli inventori di una “fanta-religione” limitata ed assolutamente povera di costrutto, ma ricca di assunti strampalati, che includono risibili e grottesche contraddizioni umane e dottrinali, vanno evitati come una peste spirituale, perché attraverso la tossicità del loro veleno allucinogeno, si rendono più o meno credibili agli occhi di chi è disorientato dalla modernità o conosce poco le Sacre Scritture, la teologia e la Tradizione. Essere laureati non è un argomento, se poi si insegnano teorie folli. Non lo è neppure se si inventano deliri per vendere. Gli Apostoli non erano laureati. Neppure i veggenti di Fatima, Lourdes, La Salette… eppure erano santi.
La Cultura non sempre fa rima con la santità. La deviazione dalla Dottrina di sempre sull’Autorità nella Chiesa è una bestialità, come lo fu quella di Lutero, Calvino e Zwingli.
Tutti questi gravi errori sono, generalmente, accompagnati da una specie di misticismo, molto vistoso, sensazionalista, utile ad attrarre nuovi adepti.
Pertanto, lasciamo da parte i ciarlatani di sempre e ascoltiamo cosa dice in merito il “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica” di Adolphe Tanquerey (1854-1932), teologo francese sulpiziano, sacerdote cattolico, professore di diritto canonico e teologia dogmatica, autore di molti autorevoli manuali, ovviamente con imprimatur. La riedizione del testo francese, datato 1923, è di Effedieffe, 2020.
“I fenomeni straordinari sono accompagnati, spesso, dall’unione estatica, così come le visioni, le rivelazioni”, le locuzioni interiori, i miracoli, le verità meglio esplicitate, ecc. – scrive il teologo francese al Cap. III, n. 1489 – e poiché il demonio scimmiotta le opere divine, a volte avvengono anche nei mistici, veri o falsi, dei fenomeni diabolici”.
“Art. 1. Si distinguono due specie di fenomeni di questo genere: quelli di ordine intellettuale e quelle di ordine psicofisiologico. Questi fenomeni si riducono a due principali: le rivelazioni private e le grazie gratuitamente date”. Tutti i mitici concordano nel dire che tali Grazie non vadano desiderate né richieste, per mantenerle assolutamente pure. (p. Torquerey trae questi concetti da S. Teresa, Vic., c. XXV-XXX, Chateau de l’ame, da S. Giovanni della Croce, 1.II, c. XXI-XXX et alibi passim, da M. Godinez, Praxis Theol.myst. 1.X, da Benedetto XIV, De Beatificat 1. IV, p. I, da Ribet, La mystique divine, t. II, da A. Poulain, Grâces d’oraison, c. XX-XXIII, da A. Saudereau, L’État mystique, ed. 1921 c. XVII-XXI, da P. Garrigou-Lagrange, Perfect et contemplation, t. II pag. 536-562).
N. 1490. “La rivelazione divina in generale è la manifestazione soprannaturale fatta da Dio di una verità nascosta: quando si fa per l’utilità particolare di coloro che ne sono favoriti, si chiama rivelazione privata”. Benedetto XIV diceva che la Chiesa, quando le approva, non ci obbliga a crederle, ma permette solamente che siano pubblicate per istruzione ed edificazione dei fedeli. Chi ci crede fa un atto di fede umana, non di fede cattolica, fondato sul fatto che queste rivelazioni sono “probabili e devotamente credibili” (De Serv. Dei beat., 1. II, c. 32, n. 11).
Peraltro, “non si possono pubblicare le rivelazioni private senza l’approvazione dell’autorità ecclesiastica” (Decreto di Urbano VIII, 13/3/1625 e di Clemente IX, 29/05/1668) come, invece, viene fatto costantemente dai sedicenti “visionari col Rolex” o con le catene di alberghi, o con le donazioni estorte, o con simboli piangenti acqua in giardino di casa o con rivelazioni che non si avverano, o codici smentiti a più riprese dagli stessi interessati, tipici del nostro tempo.
Al n. 1497 del Compendio si spiegano le regole per il discernimento delle rivelazioni. Dio può scegliere chiunque, anche peccatori incalliti. Ma non lo fa abitualmente, perché solitamente sono gli umili e fervorosi a godere di questi privilegi.
Dio sceglie persone dal temperamento equilibrato, mentre sono sospette le rivelazioni affette da psiconevrosi perché soggette ad allucinazioni. Si guardano, poi, le qualità soprannaturali della persona: una virtù solida, lungamente provata, umiltà sincera e non volontà di mettersi in mostra o di ottenere un secondo fine, se ha delle estasi nella sua vita, se è già passata per le prove passive e per i primi gradi della contemplazione.”Generalmente, Dio si riserva per anime perfette”.
Al n. 1501. San Paolo scrisse: “quand’anche noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un Vangelo diverso da quello che annunziammo a voi, sia anatema”. (Galati, I, 8).
E’ dunque, falsa ogni rivelazione in contraddizione con le verità di Fede. 1502. Si deve rigettare ogni visione che fosse contraria alle leggi morali e della decenza; non si possono ritenere provenienti da Dio rivelazioni impossibili da realizzarsi. Dio non domanda, infatti, l’impossibile, come insegna Santa Caterina da Bologna.
Sussistono poi fenomeni morbosi, che inquietano, nel senso che mettono tristezza e nuocciono allo spirito, anziché rasserenare, anche gradualmente, la persona. Ecco, tali sentimenti sono tipici di coloro che divengono fanatici di posizioni massimaliste senza che la Chiesa si sia pronunciata.
Foto di copertina di Vilius Kukanauskas da Pixabay