di Eugenio Capozzi

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NESSUNO ANCORA HA CAPITO A COSA SERVA LA “NATIONS LEAGUE”

Le grandi organizzazioni internazionali del calcio – la Fifa e ancor più la Uefa – hanno scelto di dilatare al massimo ogni competizione di club e di nazionali, di moltiplicare a dismisura le partite da giocare grazie a formule cervellotiche come quella delle coppe per club adottata quest’anno, persino di inventare nuovi assurdi tornei, come la ridicola “Nations league”, che nessuno ancora ha capito a cosa serva.

Tutto ciò con l’obiettivo di spremere all’inverosimile la cuccagna dei diritti televisivi, e di compiacere club o federazioni politicamente utili ad ampliare il consenso alla loro classe dirigente.

Il risultato prevedibile è che i giocatori si sfiancano in tours de force inutili, il divario tra squadre arcimiliardarie dotate di rose chilometriche e gli altri si approfondisce sempre più, e gran parte delle partite sono di una noia mortale, con un’inflazione di calcio svalutato destinato a sfociare presto o tardi in perdita, non in aumento di profitti.

A maggior ragione più risalta, a confronto con questo baraccone pletorico, l’appassionante semplicità del circuito internazionale di tennis, imperniato su tornei sempre fondati sulla rigorosa legge dell’eliminazione diretta.

Puoi chiamarti Sinner, Alcaraz, Djokovic, Sabalenka, ma ad ogni turno se perdi sei fuori. Ogni partita è decisiva. Non c’è trucco o tattica, non ci sono ripescaggi, devi dare tutto per vincere e basta.

Un tempo nel calcio almeno le fasi finali dei campionati mondiali ed europei erano a 16 squadre, e le coppe europee erano a eliminazione diretta. Oggi solo le coppe nazionali di lega mantengono quella felice formula.

Quanto sarebbero più interessanti tutti i tornei se fossero aperti a tutti ma gli scontri diretti, andata e ritorno, fossero la regola sempre? Quanti ascolti televisivi e incassi in più realizzerebbero?

Foto di copertina da: https://depositphotos.com/home.html