Le elezioni in Moldavia e il soft power della Russia

Le elezioni in Moldavia e il soft power della Russia

di Vincenzo Silvestrelli

UNA RIFLESSIONE SU QUANTO ACCADDE AI CONFINI DELL’UE

La recente tornata elettorale in Moldavia dimostra il carattere sempre meno affidabile delle procedure elettori e la importanze dei media nella narrazione dei fatti.

La Moldavia è un paese che è da tempo nelle mire della NATO e della UE. E’ caratterizzata da un’economia povera che ha portato alla emigrazione di metà della popolazione. Dall’indipendenza nel 1990, la popolazione dell’ex repubblica sovietica è passata da 4,3, a 3,3 milioni di abitanti. Forti tensioni etniche si sono evidenziate dopo la fine dell’ URSS, sono state attenuate nella Gaugazia, dove vive una popolazione di origine turca, grazie alla concessione di una forte autonomia, mentre restano vive in Transnistria, dove la popolazione russofona ha costituito una repubblica autonoma non riconosciuta e dove sono presenti truppe russe su mandato delle Nazioni Unite.  Con lo scoppio della guerra in Ucraina la Moldavia è diventata un paese di grande interesse per il passaggio di rifornimenti militari e come base per le operazioni della NATO contro la Russia. Il governo della presidente  Maia Sandu , presidente dal 2020,  ha lavorato in questi anni per recidere i tradizionali legami del paese con la Russia. La politica filo-UE della Sandu ha portato provocato gravi difficoltà ai cittadini moldavi sul piano economico. L’insoddisfazione ha portato ad un risultato estremamente preoccupante per la Sandu perché il referendum per l’ingresso nella UE, solo consultivo, ha avuto una risicata maggioranza dovuta principalmente  al voto proveniente dall’estero che ha ribaltato, in maniera non chiara e all’ultimo momento, quello dei moldavi residenti che hanno espresso una forte contrarietà all’ingresso. Anche il voto per la Sandu risulta in maggioranza proveniente per la maggior parte dai moldavi emigrati. E’ una situazione strana, perché, al di là dei possibili brogli, fa sì che decisioni fondamentali per il paese siano prese da chi non vi risiede più e non ha nessuna intenzione di ritornarvi. Inoltre questa situazione è aggravata  evidenti alterazioni elettorali come è mostrato  da alcuni fatti: in Russia ad esempio sono stati aperti solo due seggi per i cittadini moldavi residenti (500.000) e inviate solo 10.000 schede elettorali, rendendo di fatto impossibile il voto.

Ma al di là dei risultati immediati delle elezioni, che mostrano un paese spaccato e poco entusiasta della UE e della NATO, risulta da esse anche la debolezza della Russia nell’esercitare un soft power sulle nazioni vicine anche quando, come in questo caso, sarebbe facile farlo a causa delle politiche disastrose portate avanti dalla Sandu, che da ex-funzionaria della Banca Mondiale,  sta dirigendo  il paese verso la guerra e la povertà e ha applicato politiche contrarie all’interesse dei cittadini, specialmente sul piano energetico. 

Le rivoluzioni colorate e la guerra psicologica sono un’arma della anglosfera. Anche l’Italia ne è stata vittima. La Russia fa conto, più che sulla manipolazione, sul tempo e sulla verità, perché “veritas, temporis filia”. Impariamo dunque anche noi ad aspettare per farci una precisa conoscenza dei fatti.

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