Una riflessione sul “caso Verona”

Una riflessione sul “caso Verona”

di Gianni Toffali

LETTERA AD INFORMAZIONE CATTOLICA. TOFFALI SU “CIÒ CHE UNA PERSONA SANA DI MENTE DOVREBBE CHIEDERSI”

Alla Stazione Ferroviaria di Verona, un ventiseienne del Mali, dopo aver distrutto attività commerciali, auto parcheggiate e aggredito dei vigili urbani, si è scagliato contro alcuni agenti della Polfer (polizia ferroviaria).

Un agente ha risposto all’aggressore armato di coltello esplodendo tre colpi di arma da fuoco, uno dei quali l’ha colpito al petto. Il ragazzo, è morto poco dopo.

Il poliziotto che sicuramente stava e sta’ vivendo momenti di angoscia, si attendeva solidarietà e conforto da parte della società civile e delle istituzioni. Invece, come se non bastasse il rimorso che rimarrà marchiato sulla sua coscienza per tutta la vita, gli è arrivata una notifica di iscrizione nel registro degli indagati per presunto eccesso di legittima difesa.

Al di là del fatto, qualunque persona sana di mente dovrebbe chiedersi: quale è il motivo o lo scopo, per cui migliaia di stranieri africani, bighellonano nelle Stazioni e nelle periferie delle pressoché totalità città italiane?

Lavorare, Impegnarsi in attività socialmente utili, migliorare l’ambiente, scaldare le panchine per i fratelli barboni? Nulla di tutto ciò! Al massimo, le cosiddette risorse, si “limitano”, in primis a ingrassare le cooperative che li hanno in carico, in secondo luogo, così per divertissement, a ubriacarsi, a spacciare, a rubare, a violentare ed assassinare ragazze bianche (stranamente mai una della loro razza) e a girare con accetta o coltello nella speranza di dar sfogo alla repressa voglia di ammazzare.

La risposta, non può certo arrivare dal mito, o meglio dalla cosiddetta leggenda metropolitana dell’integrazione interrazziale. I ghetti presenti in ogni città del mondo, hanno dimostrato che l’integrazione è una boiata pazzesca non dissimile dalla visione della Corazzata Potemkin di fantozziana memoria.

La risposta, arriva da alcuni testi del conte e filosofo Richard Kalergi che rivelano la storia nascosta dell’Unione Europea, la quale sin dalle origini nasce come opera antidemocratica delle élite finanziarie contro i popoli europei.

Gli scritti di Kalergi, considerato il Padre dell’Europa, dimostrano il ruolo della massoneria, degli Stati Uniti e dei loro sodali europei e dei banchieri di origine ebraica, nella distruzione del continente europeo.

Si tratta di una devastazione che investe i suoi capisaldi culturali, la sua economia, fino alla sostituzione etnica degli stessi europei, perpetrata ad uso e consumo del mercato e dei suoi dominatori. Verità incontestabili e lapalissiane surrogate dalla cronaca nera quotidiana i cui protagonisti sono al 99% africani di religione islamica.

Dilemma: chi nega ciò, o ti conferisce l’epiteto di complottista, è un tortellino diversamente pensante o (più realisticamente) è un ideologo Caronte addetto alla transumanza (unilaterale) Africa/Europa travestito da filantropo?

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