Vanuatu e la libertà religiosa
A cura dell’ACS ITALIA – Aiuto alla Chiesa che Soffre*
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VANUATU: QUADRO GIURIDICO RELATIVO ALLA LIBERTA’ RELIGIOSA ED EFFETTIVA APPLICAZIONE
Vanuatu è costituita da un gruppo di oltre 80 isole situate nel Pacifico meridionale, delle quali soltanto 65 sono abitate. Il Preambolo della Costituzione afferma che Vanuatu è «fondata sui valori tradizionali melanesiani, sulla fede in Dio e sui princìpi cristiani». L’articolo 5, paragrafo 1 della Costituzione riconosce che «fatte salve le restrizioni imposte dalla legge ai non cittadini, tutte le persone hanno diritto alle […] libertà di coscienza e di culto». Questo diritto è «soggetto al rispetto dei diritti e delle libertà altrui e al legittimo interesse pubblico per la difesa, la sicurezza, l’ordine pubblico, il benessere e la salute». Ai sensi dell’articolo 6 (paragrafo 1), chi ritiene che questo diritto costituzionale «sia stato o possa essere violato, ha facoltà di rivolgersi alla Corte Suprema. Questo ricorso giurisdizionale può essere presentato indipendentemente da qualsiasi altro possibile ricorso legale». La Corte Suprema può «fornire indicazioni e stabilire provvedimenti, incluso il pagamento di un risarcimento, qualora lo ritenga opportuno al fine di far valere il diritto in questione» (articolo 6, paragrafo 2).
Il Consiglio Cristiano di Vanuatu (VCC) è un’organizzazione non governativa che comprende la Chiesa presbiteriana, la Chiesa cattolica, la Chiesa di Cristo, la Chiesa apostolica e la Chiesa della Melanesia. Le Assemblee di Dio e gli Avventisti del Settimo Giorno sono membri del Consiglio, ma solo in qualità di osservatori. Gli eventi di rilevanza nazionale sono celebrati con una preghiera cristiana guidata dalle Chiese appartenenti al Consiglio Cristiano. Nel 2020, il Consiglio Cristiano ha ricevuto una sovvenzione governativa annuale di 10 milioni di vatu (94.100 dollari statunitensi. Nel 2021, tuttavia, il Governo ha ridotto a 50 milioni di vatu il proprio sostegno all’organismo4. Nel gennaio 2022, il Consiglio Cristiano ha presentato alle autorità una richiesta di finanziamento del valore di 13 milioni di vatu. Il Segretario Generale del Consiglio Cristiano, il pastore Shem Temar, ha dichiarato che i fondi sarebbero stati utilizzati per far fronte a «questioni morali», quali l’abuso di droghe e di alcol e le gravidanze in età adolescenziale.
In base alla legge, a nessun alunno può essere rifiutata l’ammissione in una scuola a causa della sua appartenenza religiosa, né gli studenti possono essere trattati sfavorevolmente in ragione del loro credo. Sotto la supervisione del Consiglio Cristiano, le scuole statali secondarie offrono corsi di religione della durata di un’ora, una volta alla settimana. A partire dal 1980, il governo si fa carico degli stipendi degli insegnanti delle scuole di ispirazione cristiana e garantisce sovven zioni a tutte le scuole amministrate dalla Chiesa.
La registrazione delle religioni presso lo Stato è stata introdotta nel 1995, ma la legge che ha istituito tale prassi è stata abrogata appena due anni dopo. Da allora la reintroduzione della regi strazione obbligatoria per le comunità religiose è stata più volte presa in considerazione. I gruppi religiosi possono comunque registrarsi come organizzazioni caritatevoli.
In generale, il governo di Vanuatu rispetta i princìpi della libertà religiosa, così come sono enunciati nella Costituzione e nelle leggi del Paese. Il Paese è firmatario del Patto internazionale sui diritti civili e politici.
Episodi rilevanti e sviluppi
Durante il periodo in esame, il Consiglio Cristiano di Vanuatu ha organizzato incontri di preghiere in occasione di eventi nazionali, come è solito fare da diversi anni. Tuttavia, i gruppi non cristiani, composti principalmente dalle comunità islamica e bahá’í, criticano il governo perché continua ad escludere i fedeli non cristiani dalla partecipazione attiva alle funzioni e alle celebrazioni nazionali.
Circa 3.000 persone hanno partecipato alla cerimonia di apertura della prima Casa di culto bahá’í del Pacifico, situata a Lenakel, sull’isola di Tanna. Il Primo Ministro Bob Loughman ha descritto il tempio come un luogo di unità e di pace. «Così come gli uccelli di ogni specie e di tutti i colori si avvicinano all’albero di banyan, ne mangiano i frutti e si rifugiano sotto la sua ombra, allo stesso modo questo luogo di culto è aperto alle persone di ogni religione, credo e provenienza. Tutti sono invitati a trarne beneficio».
Alle Chiese era stato concesso il diritto di richiedere un finanziamento di supporto per compen sare le perdite subite durante la fase più acuta della pandemia di Covid-19. Tuttavia è stato riferi to che tali fondi non sono stati erogati. Non si sono registrati altri incidenti o sviluppi significativi che potessero mettere a rischio la liber tà religiosa nel Paese.
Prospettive per la libertà religiosa
Le prospettive per la libertà religiosa a Vanuatu appaiono complessivamente positive, e non si prevedono cambiamenti significativi nei prossimi anni.
* Estratto da: Libertà religiosa nel mondo, Rapporto 2023
Il Rapporto 2023 è la XVI edizione del Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo di Aiuto alla Chiesa che Soffre, che viene realizzato ogni due anni.
È pubblicato in inglese, francese, tedesco, italiano, portoghese e spagnolo
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