Opera blasfema provoca malesseri

Opera blasfema provoca malesseri

di Angelica La Rosa 

A STOCCARDA (GERMANIA) UN’OPERA BLASFEMA HA PROVOCATO SHOCK E NAUSEA NEGLI SPETTATORI. 18 PERSONE HANNO AVUTO BISOGNO DI ASSISTENZA MEDICA. GLI ORGANIZZATORI DI “SANCTA SUSANNA” NON SI SONO MOSTRATI AFFATTO DISPIACIUTI PER GLI EFFETTI NEGATIVI SPERIMENTATI DAI PARTECIPANTI

“Sancta Susanna”, un’opera femminista radicale composta da Paul Hindemith, ha debuttato a Stoccarda, in Germania, il 5 ottobre e andrà in scena per sette repliche fino al 3 novembre. L’opera, in un atto, risale al 1921, quando causò per la prima volta uno scandalo, e oltre 100 anni dopo è stata messa in scena per la prima volta a  Stoccarda.

L’opera femminista blasfema “Sancta Susanna”, rappresentata all’Opera di Stato di Stoccarda, ha suscitato molto scalpore tra il pubblico, con 18 persone che hanno avuto bisogno di assistenza medica dopo aver provato shock e nausea a causa delle scene esplicite e inquietanti dello spettacolo. L’opera diretta dalla coreografa austriaca Florentina Holzinger, infatti, include scene esplicite di contenuto sessuale, uso di sangue vero, suore nude sui pattini e riferimenti blasfemi.

Lo “spettacolo”, della durata di quasi tre ore senza intervallo, è stato descritto dagli organizzatori come un’esperienza teatrale unica rivolta ad un pubblico “audace” alla ricerca di nuove proposte artistiche. Tuttavia, non tutti gli spettatori sono riusciti a sopportare il contenuto radicale dell’opera, che include scene controverse come un’attrice con nanismo vestita da papa, sollevata da un braccio robotico, e un’altra che esegue canzoni di Eminem vestita da Gesù.

L’opera Sancta Susanna, come detto, era stata scritta dal compositore tedesco Paul Hindemith nel 1921 e racconta la storia di una suora che, dopo anni di repressione, scopre la sua sessualità. All’epoca fu considerato troppo offensivo, tanto che la sua prima a Stoccarda fu annullata. Più di un secolo dopo, lo spettacolo è stato portato in scena da Holzinger, che ha aggiunto un approccio femminista radicale e visivamente inquietante.

Tra le scene che hanno generato più polemiche c’è la rappresentazione blasfema di un atto che parodia l’Eucaristia, dove un pezzo di pelle viene tagliato dal corpo di un’attrice e cotto sul palco, simulando un rito religioso. Inoltre, tatuaggi, nudità e riferimenti a temi sessuali e blasfemi sono costanti nella rappresentazione. In una sequenza, un gruppo di artisti nudi canta Kyrie Eleison mentre una protagonista sale su un tavolo, beve vino, ed esegue movimenti coreografici aberranti.

Durante l’opera, il personaggio centrale, Susanna, scopre la sua sessualità, e alla fine tira giù il perizoma di Gesù sul crocifisso in un clima scandaloso. A un certo punto dello spettacolo, la suora nuda fa persino sesso con l’icona. Altri artisti sono visti penzolare nudi o semi nudi dalle campane, mentre una è vista sollevare una spada a forma di crocifisso e spingerla giù per la gola.

In uno scambio, un’attrice che interpreta Gesù viene persino raffigurata mentre sculaccia una suora seminuda che indossa dei pattini a rotelle. Una scena inquietante mostra corpi appesi al muro, in una riproduzione di Cristo sulla croce, prima che tinozze di sangue finto cadano a cascata su di loro. In relazione alla violenza sessuale mostrata, il teatro aveva emesso espliciti avvertimenti sui contenuti, affermando che alcuni spettatori potrebbero essere lasciati “a disagio” o addirittura “traumatizzati” dalla performance.

Viktor Schoner, direttore artistico del teatro, ha affermato che l’arte ha la funzione di “esplorare e oltrepassare i limiti” e che le reazioni fisiche del pubblico, come nausea o shock, non sono rare in spettacoli di questo tipo. Schoner ha assicurato che i lavori sul cartellone proseguiranno come previsto.

Gli organizzatori dell’opera di Sancta Susanna, inoltre, non si sono mostrati affatto dispiaciuti per gli effetti negativi sperimentati dai partecipanti, con un portavoce che ha affermato che dovevano aver capito “in cosa si stessero cacciando”.

Le critiche non si sono fatte attendere. Il professore di teologia Jan-Heiner Tück, in un articolo per la rivista cattolica Communio, si è scagliato contro l’opera, definendone l’approccio “semplicistico” e accusando Holzinger di avere una “ossessione per le suore e la sessualità”, qualcosa che considerava un “cliché logoro”. Tück ha anche sottolineato che questo tipo di rappresentazioni banalizzano la vita religiosa e ridicolizzano coloro che hanno scelto un cammino di fede. “Come dovrebbero sentirsi i religiosi cattolici nel vedere il loro modo di vivere ridicolizzato in questo modo?”, ha chiesto.

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