Il Dio della Bibbia non vuole il divorzio

Il Dio della Bibbia non vuole il divorzio

di Giuseppe Lubrino 

“L’UOMO NON DIVIDA CIÒ CHE DIO HA CONGIUNTO”

La Chiesa nella sua azione educante si propone attraverso la celebrazione eucaristica di informare e formare la coscienza dei fedeli alla luce della Parola di Dio e con la grazia dei sacramenti.

La liturgia della domenica costituisce in tal senso una scuola di educazione alla fede e mira ad accrescere la maturazione dei fedeli. Ciò avviene in modo eminente durante la prima parte della Messa ossia quando si proclama all’assemblea la Parola di Dio.

Si, in molti non sempre ne hanno piena consapevolezza! Anche i cattolici conoscono la Sacra Scrittura ed essa occupa un posto speciale durante tutte le celebrazioni. In modo particolare la Bibbia viene letta, proclamata, ascoltata in tutte le celebrazioni eucaristiche (Santa Messa).

Fatta questa semplice ma doverosa precisazione si intende proporre ai lettori una riflessione sul vangelo proposto dalla Liturgia dal Vangelo secondo Marco 10,2-16, in cui Gesù si esprime su una questione di cruciale importanza esistenziale per tutti: il Matrimonio. Un’istituzione antica ma sempre nuova, un vincolo che da millenni sigilla i legami umani, promuove l’amore, la vita, la verità, la fedeltà tra l’uomo e la donna ed é alla base della famiglia che costituisce la culla della società civile.

Il vangelo secondo Marco é stato redatto verosimilmente tra il 65-70 d.C. si ritiene che é destinato alla comunità cristiana di Roma, solitamente lo si divide in due grandi blocchi:

Ministero pubblico di Gesù (cc. 1,1-8,20); 

Rivelazione dell’identità di Gesù (cc. 8,21-16,18). 

In questo episodio riportatoci dal brano in oggetto ci é presentato uno scenario ricorrente nei vangeli: i farisei (autorità religiose del tempo) tendono un tranello a Gesù allo scopo di screditare il suo messaggio e la sua persona e lo interrogano sul matrimonio.

Gesù conoscendo a fondo le loro vere intenzioni, gli chiede in merito al “ripudio” del partner, che cosa insegnasse la Torah (Legge mosaica) ed essi gli rispondono che là Torah prevede il divorzio. Gesù in maniera sorprendente e disarmante afferma: “Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».” 

Il Dio della Bibbia non vuole il divorzio. Tale “atto” fu permesso dalla Torah perché il Dio vivo e vero non si era ancora rivelato pienamente all’uomo. Con l’avvento dell’incarnazione del Verbo, con Gesù Dio si è mostrato pienamente all’umanità di tutti i tempi ed ha fatto sapere che dall’inizio della creazione Egli desidera che la coppia umana: uomo-donna sia legata in maniera Indissolubile!

Certo, oggi la situazione in merito alle relazioni umane e ai rapporti di coppia é vasta e complessa e con la presente riflessione non si vuole esorcizzare, né condannare nessuno! Tuttavia, Gesù promuove un amore umano che si possa ispirare ai valori della fedeltà, dell’unità e della verità.

Il cuore del Dio biblico desidera questo e forse ciò è finalizzato anche ad una forma di premura ed attenzione verso la prole (i figli). Molti giovani non di rado affrontano e vivono con enorme disagio la separazione dei propri genitori.

Gesù informa che è possibile un amore stabile, fedele e duraturo. Il Vangelo educa a coltivare legami solidi e non precari. La maggior parte delle persone sostiene di soffrire, stare male, cedere alla disperazione a causa di  problematiche legate all’ambito relazionale. Il vangelo si pone in tal senso come una bussola affidabile capace di orientare i passi di ognuno affinché si possano costruire e portare avanti relazioni autentiche.

Se si vuole essere onesti, senza cedere il passo a letture superficiali e moralizzanti, la società odierna non sembra brillare molto per quanto concerne la dimensione relazionale della vita. La famiglia si mostra essere diventata un’istituzione molto fragile, i legami di qualsiasi genere si rivelano spesso inconsistenti e sembrano essere caratterizzati molto da situazioni di tradimento, incomprensioni, conflitti. Si ha l’impressione che la società sia un po’ controversa in merito alle relazioni, all’amore e ai sentimenti: da un lato si inneggia all’amore in tutte le forme, agli abbracci e al vogliamoci bene; dall’altro lato, invece, sembra che in ambito relazionale poi domina il conflitto, l’incomprensione, la diffidenza.

Si registra spesso una mancanza di dialogo tra le persone e ciò solitamente poi genera il tradimento che, a sua volta, determina il fallimento di una data relazione che sia amorosa o amichevole. Il vangelo forma e informa che il “per sempre” é possibile poiché è voluto da Dio e che la grazia costituisce un supporto indispensabile perché il “per sempre” tra due amanti si realizzi e si concretizzi.

Nessuna relazione umana é scevra dalle dinamiche del conflitto e dalla morsa delle incomprensioni ma é la volontà di “attraversare” insieme le onde della tempesta che fa la differenza. Molto probabilmente  ciò che manca é questa “volontà”. Si preferisce cambiare invece di provare ad “aggiustare” ciò che già si possiede.

Forse che la logica sfrenata del consumismo é penetrata a tal punto nella mente dell’essere umano del XXI secolo da offuscare anche i rapporti con gli altri? Forse perché ci si è dimenticati delle virtù? Abiti che regolano e determinano le nostre azioni, emozioni e sentimenti. L’esercizio della pazienza,  la prudenza, la capacità di ascolto e di dialogo, la resilienza, il senso della responsabilità, non accrescono forse l’empatia che può irrobustire e rinsaldare una relazione? Curare la propria intelligenza emotiva in una società in continua evoluzione può risultare opportuno per educare al meglio la propria dimensione relazionale.

Il vangelo si pone in tal senso come uno strumento atto a perseguire tale finalità. L’utilizzo sconsiderato dei social non sembra migliorare affatto i rapporti umani: tale constatazione suggerisce un altro paradosso dell’epoca attuale: i social accorciano le distanze tra gli utenti, dovrebbero contribuire a rendere i rapporti e le relazioni umane più solide, ma da un’attenta disamina si può rilevare che spesso sono alla base o addirittura la causa di molti divorzi, separazioni, litigi che determinano la fine di un rapporto. Ripensare un utilizzo eticamente adeguato dei social network risulta essere uno spunto di riflessione interessante. 

Infine, questo brano del vangelo mostra la tenerezza fatta carne e consegna una scena dal valore pedagogico-educativo incomparabile: Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro”. 

Diventare come dei bambini! I bimbi spesso non conoscono il rancore, non sono capaci di coltivare ed alimentare l’astio e la diffidenza, sono incapaci di compiere azioni volte al male e finalizzate a ferire l’altro nel profondo del suo intimo. I bambini sono esseri “innocenti e teneri” e non sono in grado di “rompere” un legame in maniera irreparabile! I bimbi sono elevati dal vangelo nondimeno a paradigma del modo corretto attraverso cui si possono costruire relazioni sane, autentiche, stabili. In tale prospettiva emerge in maniera evidente la valenza educativa che il vangelo ma più in generale la Sacra Scrittura possiede intrinsecamente di forgiare identità personali critiche, responsabili e consapevoli. La cultura biblica costituisce all’interno della società odierna uno squarcio di luce nel buio fitto delle trame oscure dietro cui si generano escalation di violenze e abusi. Molte relazioni, infatti, si protraggono nel tempo in maniera tossica e malsana e sfociano poi in drammatici epiloghi. Il vangelo promuove unità indissolubile: essere una sola carne! Significa conoscersi a fondo, compenetrarsi, intendersi e per fare questo si rendono necessari il dialogo, il confronto, il desiderio di porsi verso l’altro con rispetto e premura. Come si può notare la Parola di Dio preserva un senso del reale attuale per tutte le epoche della storia. Credenti e non credenti possono confrontarsi con il racconto biblico per trarre spunti di riflessione interessanti su tutti gli aspetti del reale. 

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