A Malta si cominciano ad attaccare la libertà religiosa e l’obiezione di coscienza

A Malta si cominciano ad attaccare la libertà religiosa e l’obiezione di coscienza

A cura dell’ACS ITALIA – Aiuto alla Chiesa che Soffre*

MALTA: QUADRO GIURIDICO RELATIVO ALLA LIBERTA’ RELIGIOSA ED EFFETTIVA APPLICAZIONE

L’articolo 2, paragrafo 1 della Costituzione maltese afferma che «la religione di Malta è la religione cattolica apostolica romana». L’articolo 40, paragrafo 1, della Carta tutela la libertà religiosa affermando che «tutte le persone a Malta hanno piena libertà di coscienza e godono del libero esercizio delle rispettive modalità di culto religioso». Inoltre, la Costituzione stabilisce che lo Stato è tenuto a garantire l’insegnamento della religione  cattolica nelle scuole pubbliche. Ciò è ribadito nell’Accordo tra la Santa Sede e lo Stato di Malta,  firmato il 16 novembre 1989, e nelle Modalità di regolamentazione dell’istruzione e dell’educa zione religiosa cattolica nelle scuole statali. Un ulteriore accordo tra la Santa Sede e lo Stato di  Malta, firmato il 28 novembre 1991, garantisce l’esistenza e il funzionamento delle scuole cattoliche.

Le critiche ai gruppi religiosi sono ammissibili per legge, ma il Codice Penale vieta l’incitamento all’odio religioso. «La legge proibisce anche il disturbo di “qualsiasi funzione, cerimonia o servizio  religioso di qualunque religione ammessa dalla legge” svolto da un ministro religioso, sia nei  luoghi di culto che nelle aree accessibili al pubblico». I gruppi religiosi non devono essere registrati e possono possedere proprietà. Le comunità che  utilizzano una proprietà per un particolare scopo, inclusa la pratica religiosa, devono ottenere un  permesso dall’Autorità di Pianificazione. I gruppi possono anche gestire scuole religiose private. Il Paese è firmatario del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici.

In base al “Direttorio per l’applicazione dei princìpi e delle norme sull’ecumenismo” (1993), la  Chiesa cattolica romana, in quanto fede maggioritaria, è tenuta ad assistere in tutti i modi possibili le altre Chiese e tradizioni cristiane quando queste necessitano di luoghi appropriati per il  culto. «Le chiese cattoliche sono edifici consacrati o benedetti, che hanno un importante signifi cato teologico e liturgico per la comunità cattolica. Di conseguenza, sono generalmente riservate al culto cattolico. Tuttavia, se sacerdoti, ministri o comunità che non sono in piena comunione  con la Chiesa cattolica non hanno un luogo, né gli oggetti liturgici necessari per celebrare de gnamente le proprie cerimonie religiose, il vescovo diocesano può concedere loro di usare una chiesa o un edificio cattolico, e anche prestar loro gli oggetti necessari per il culto. In circostanze  analoghe può essere consentito di celebrare funerali o di dare sepoltura ai fedeli di altre religioni  nei cimiteri cattolici».

Episodi rilevanti e sviluppi 

In generale, a Malta, la libertà religiosa è rispettata e la cooperazione tra le Chiese è positiva.  Come citato, tra le pratiche positive poste in essere dal “Direttorio per l’applicazione dei principi  e delle norme sull’ecumenismo”, vi è quello di mettere i luoghi di culto a disposizione delle comunità minoritarie che non dispongono di spazi adibiti alle attività religiose.

Tra gli esempi positivi si segnalano i seguenti: alla comunità ortodossa rumena della Natività di  San Giovanni Battista è stato concesso (per 25 anni) l’uso della Chiesa cattolica di San Rocco a  La Valletta (le donazioni per le riparazioni sono state sostenute anche da benefattori cattolici)8;  la Chiesa cattolica di San Nicola a La Valletta è stata data in uso (per 25 anni) all’Esarcato del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli; alla comunità serbo-ortodossa è stato consentito l’uso della Chiesa cattolica di Nostra Signora dei Dolori a Birzebbuga; la Chiesa ortodossa Tewahedo  dell’Etiopia e dell’Eritrea utilizza due diverse chiese a La Valletta; e diversi cristiani di altre Chiese  ortodosse beneficiano della collaborazione della parrocchia cattolica di rito greco a La Valletta.

Il 1° febbraio 2021, l’Imam di Malta Mohammed El Said ha condannato la grave lite tra due uomini siriani, presumibilmente a causa del loro credo religioso. «È vietato uccidere qualcuno, anche  se si converte o cambia religione. – ha dichiarato l’Imam – L’Islam non si basa sulla forza, ma sul  dialogo, ed è vietato aggredire o minacciare qualcuno solo perché non è musulmano». Il 6 aprile 2021, l’arcivescovo di Malta, monsignor Charles Scicluna, si è espresso contro le inique restrizioni imposte dal governo per contenere il contagio da Covid-19, lamentando il fatto che  mentre le chiese sono rimaste chiuse al pubblico per settimane, compresa la Settimana Santa (con la sola possibilità di pregare in privato per singoli individui o gruppi di non più di due persone), si è permesso ad alcuni esercizi commerciali di rimanere aperti. «È inaccettabile che le persone possano giocare al lotto e andare al supermercato, ma non possano partecipare alla Messa. Ci  è stata perfino negata la celebrazione della Pasqua».

L’8 novembre 2021, la Chiesa di San Rocco a La Valletta è stata oggetto di atti di vandalismo, quando ignoti hanno gettato olio bollente sui gradini della chiesa. Il 2 e il 3 aprile 2022, Papa Francesco ha visitato l’isola, accolto dal Presidente di Malta, George  Vella, e dal Primo Ministro Robert Abela. Si è trattato della prima visita papale a Malta dopo quella di Benedetto XVI nel 2010. Papa Francesco ha parlato della questione critica della migrazione, esortando alla solidarietà verso i migranti. «Possa Malta, cuore del Mediterraneo, continuare a  promuovere il battito della speranza, la cura per la vita, l’accettazione degli altri, il desiderio di  pace, con l’aiuto del Dio il cui nome è pace», ha affermato il Pontefice. Più di 800 migranti sono ar rivati a Malta nel 2021, con un calo rispetto al 2019, quando furono in 3.406 a sbarcare sulle spiagge del Paese. Nel 2020, il 24 per cento dei migranti era costituito da minori non accompagnati. L’11 aprile, guidati da monsignor Charles Scicluna, centinaia di fedeli hanno partecipato all’annuale pellegrinaggio nazionale della Madonna Addolorata. Dal 1983, la statua della Vergine è accompagnata in processione dal crocifisso della Chiesa di Ta’ Ġieżu.

Il 15 giugno, gli attivisti pro-aborto hanno presentato una protesta ufficiale presso alcuni tribu nali di Malta, chiedendo la legalizzazione dell’aborto. Malta è una delle ultime nazioni occidentali  ad imporre un divieto assoluto sull’aborto. Nello stesso mese, ha destato l’attenzione internazionale il caso della turista statunitense Andrea Prudente. La donna, cui è stata negata la richiesta  di interrompere una gravidanza a causa di sopraggiunte complicanze naturali, è stata trasferita  in aereo in Spagna per abortire.

Il 16 giugno, il Segretario parlamentare per le Riforme, Rebecca Buttigieg, ha indossato l’hijab per partecipare ad una cerimonia di preghiera multireligiosa in memoria dell’immigrato ivoriano  assassinato Lassana Cisse. Alla commemorazione, svoltasi presso la Moschea di Paola, sono in tervenuti sia monsignor Charles Scicluna che l’Imam Mohammed El Said. L’attivista maltese per  i diritti umani Omar Rababah ha elogiato la scelta della leader politica affermando che «non si  tratta di una questione di religione, ma di un politico che offre il buon esempio dando visibilità e  rappresentanza a persone spesso dimenticate dalla società». L’11 luglio, l’arcivescovo di Malta, monsignor Charles Scicluna, ha criticato il Parlamento Europeo  dopo che questo aveva nuovamente votato a favore della dichiarazione dell’aborto come un  diritto umano fondamentale. «Vogliono farvi credere che avete il diritto di uccidere un bambino  non ancora nato», ha dichiarato il presule.

Alla fine di novembre, il governo maltese guidato dal Partito Laburista ha elaborato una legislazione che consente ai medici di praticare l’aborto quando la vita e la salute della gestante  potrebbero essere a rischio.

Il 2 dicembre, monsignor Scicluna ha scritto una lettera aperta ai parlamentari insieme ai vescovi  Joseph Galea Curmi e Anton Teuma – rispettivamente vescovo ausiliare di Malta e vescovo di  Gozo – avvertendo che una simile proposta di legge, eliminando il rischio di azioni penali contro  i medici che praticano l’aborto, «consentirebbe alle donne di interrompere una gravidanza non  soltanto quando la loro vita è in pericolo, ma anche per un qualsiasi problema di salute».

Il 4 dicembre, si è tenuta una protesta contro le modifiche alla legge maltese sull’aborto. Secon do gli organizzatori avrebbero partecipato alla manifestazione almeno 20.000 persone, inclusi  esponenti di ONG, leader religiosi e autorità civili23. La popolazione, prevalentemente cattolica,  rimane ampiamente contraria alla pratica dell’interruzione di gravidanza. Un recente sondaggio  ha indicato che il 61,8 per cento dei maltesi rifiuta l’aborto.

Tra il 4 e il 7 dicembre, Bartolomeo I, leader spirituale di circa 300 milioni di cristiani ortodossi  nel mondo, è stato il primo Patriarca in assoluto a recarsi in visita a Malta. Su invito di monsignor  Charles Scicluna, il Patriarca ha visitato il Paese e ha discusso argomenti di interesse reciproco, tra  cui «le relazioni ecumeniche, la cura pastorale dei membri delle Chiese ortodosse a Malta, l’uso  delle chiese cattoliche per le Divine Liturgie ortodosse, il fenomeno delle migrazioni e la cura  dell’ambiente, così come la promozione della pace nel Mediterraneo, e non solo».

Durante il periodo in esame, il Parlamento di Malta ha portato avanti l’iter di approvazione dei  disegni di legge 96/97, comunemente chiamati “Disegni di legge sull’uguaglianza”. I sostenito ri affermano che i due testi «vieterebbero la discriminazione e promuoverebbero l’uguaglianza  nell’ambito di un ampio ventaglio di attività». I gruppi religiosi e della società civile, invece,  criticano le bozze di legge ritenendo che, sebbene la religione non sia esplicitamente citata, la natura vaga del linguaggio potrebbe portare a considerare l’opinione personale di un individuo come un’aggressione.

Già il 15 settembre 2020, monsignor Charles Scicluna, assieme a monsignor Anton Teuma e mon signor Joseph Galea-Curmi, affermava in una lettera pastorale che la Chiesa è a favore dello «sra dicamento di tutte le forme di discriminazione nel nostro Paese». Tuttavia, hanno osservato i tre  presuli, la legislazione proposta potrebbe avere «serie implicazioni sulla libertà di ogni persona»,  soprattutto quando si tratta del «diritto dei genitori di scegliere la scuola dei propri figli».

Per comprendere meglio le possibili implicazioni dei disegni di legge 96/97, l’arcidiocesi di Malta  ha incaricato un gruppo di esperti legali di analizzare i testi in relazione alla libertà religiosa. Le  principali preoccupazioni evidenziate comprendevano: «le definizioni “vaghe” di termini e espres sioni quali “aggressioni”, “vittima” e “promozione della discriminazione” contenute nei disegni di  legge, che potrebbero dare adito a interpretazioni soggettive»; la riduzione della «certezza dei  confini giuridici in relazione ai sentimenti e alla percezione di una presunta vittima di discriminazione» (l’accusato troverebbe maggiori difficoltà nel dimostrare la propria innocenza); e «contra riamente alle norme giuridiche standard, l’accusato verrebbe considerato colpevole di discrimina zione fino a quando non si provi la sua innocenza, mentre la persona che presenta il reclamo non  dovrebbe portare prove oggettive a sostegno del reclamo stesso, […] l’unico criterio per valutare  l’eventuale discriminazione sarebbe la percezione soggettiva della presunta vittima».

A queste molteplici preoccupazioni si aggiungono anche le critiche di «medici, farmacisti e scuole religiose» circa la clausola di supremazia, «secondo la quale questa legge sarà suprema rispetto  a tutte le leggi del Paese, ad eccezione della Costituzione, della Legge sulla Convenzione Europea  e di qualsiasi futura Legge del Parlamento che modifichi la suddetta norma».

Prospettive per la libertà religiosa 

La libertà religiosa è tenuta in considerazione e molto apprezzata a Malta, e l’attivismo da parte  della gerarchia cattolica è degno di nota per uno Stato membro dell’UE. La cooperazione tra  le comunità religiose riflette il livello di rispetto interreligioso. Tuttavia, i cosiddetti “Disegni di legge sull’uguaglianza” rappresentano una sfida alla libertà religiosa e all’obiezione di coscienza.  L’evoluzione di questa legislazione e il suo impatto sulla società richiederanno un’attenta osser vazione in futuro. Le prospettive per la libertà religiosa a Malta rimangono comunque positive.

 

* Estratto da: Libertà religiosa nel mondo, Rapporto 2023

Il Rapporto 2023 è la XVI edizione del Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo di Aiuto alla Chiesa che Soffre, che viene realizzato ogni due anni.
È pubblicato in inglese, francese, tedesco, italiano, portoghese e spagnolo

 

 

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