Dichiararsi “credenti ma non praticanti” è assurdo

Dichiararsi “credenti ma non praticanti” è assurdo

di Bruno Volpe

CREDERE IN DIO SENZA PASSARE DALLA MEDIAZIONE DELLA CHIESA NON HA SENSO

Il mese di ottobre è dedicato, nella devozione cattolica, al Santo Rosario e, dunque, indirettamente alla Beata Vergine Maria, anche se i tempi strettamente e squisitamente mariani sono Maggio e l’Avvento. Della importanza del Santo Rosario e del suo valore, parliamo in questa intervista con Monsignor Luigi Mansi, vescovo di Andria.

Eccellenza Mansi, Ottobre da sempre è mese dedicato alla recita e alla devozione del Santo Rosario. Perché?

“La devozione al Santo Rosario ha una storia antica ed interessante. La prima corona del rosario fu consegnata a San Domenico, fondatore dell’Ordine dei Domenicani o Predicatori, nel 1208, poi col passar del tempo, si è diffusa e possiamo dire abbia avuto il massimo sviluppo il 7 ottobre 1571 con la battaglia navale di Lepanto dove la flotta cristiana, largamente minoritaria, riuscì a sconfiggere i turchi. In quella occasione il Papa Pio V aveva invitato tutti i credenti a recitare il rosario. Ovviamente non possiamo ritornare al passato e non ha senso esaltare questa correlazione, tuttavia è un evento storico. In quella data, il 7 ottobre tra l’altro, ed è legata alla battaglia di Lepanto, si celebra la festa della Madonna di Pompei o del rosario, ragion per cui alla prima domenica di ottobre nelle chiese cattoliche italiane si recita a mezzogiorno la tradizionale alla Madonna del Rosario scritta dal Beato Bartolo Longo”.

Che cosa è il Santo Rosario?

“Per citare appunto Bartolo Longo, è una dolce catena che ci unisce a Cristo. È sicuramente una bella e semplice preghiera mariana, ma ha natura profondamente cristologica in quanto nel rosario meditiamo i misteri della vita di Cristo. In poche parole, è un piccolo compendio del Vangelo, il Vangelo degli umili. Abbiamo i misteri gaudiosi, gloriosi, dolorosi nei quali si ricorda la passione, crocifissione e morte del Signore e per volontà di san Giovanni Paolo II abbiamo quelli della luce”.

A volte si dice che il Santo Rosario è ripetitivo…

“In effetti lo è, ma la sua è una ripetitività piacevole ed utile, con essa meditiamo la vita di Cristo attraverso Maria e sinceramente, se è innegabile che un vero innamorato non si stanca di dire ti amo alla sua bella, non vedo perché stancarsi di ricordare la vita di Cristo con gli occhi di Maria. Aggiungo che quella ripetitività è una cosa che distende e rasserena”.

Veniamo a Medjugorje, finalmente la Congregazione della Dottrina della Fede ha deciso. Che le sembra del documento?

“Lo ho letto e dal testo si ricava che i messaggi sono coerenti con la dottrina cattolica e che i frutti di Medjugorje sono buoni, se arrivano tante conversioni, cambi e stili di vita, si amministrano sacramenti. Tuttavia questo va fatto senza enfatizzazioni, anche perché la veridicità delle apparizioni non è stata accertata ed approvata ancora del tutto. Sicuramente è un passo avanti, ma a Medjugorje bisogna andare come in tutti i santuari mariani con spirito di fede e non curiosità, specie per i veggenti che non devono essere ritenuti dei super eroi. In poche parole a Medjugorje si va per Maria e Cristo, non per i veggenti, corriamo così il rischio di trasformare lo spirito del posto e del pellegrinaggio banalizzandolo. Aggiungo che in ogni caso il cattolico pur lodevole se crede nelle apparizioni mariane, non è vincolato ad esse. Si può essere perfetti cattolici anche senza credere alle apparizioni, quello che ci vincola è la Scrittura e l’obbedienza al Magistero della Chiesa, queste sono le sole rivelazioni vincolanti per i credenti”.

Che dire di chi afferma sono credente, ma non praticante?

“Credere in Dio senza passare dalla mediazione della Chiesa non ha senso e quella è una affermazione priva di valore sia teologico che pastorale. È pretestuosa”.

Immagini sacre, vi è chi pensa sia idolatria pregare davanti ad una statua o una immagine…

“Non è idolatria, ma anzi rafforza la fede. Sicuramente questo va fatto con misura, con immagini e statue decorose e non brutte o peggio indecorose e soprattutto senza enfatizzare il valore della statua o della immagine, che facciamo bene a venerare con spirito di fede. Spetta ai vescovi e ai pastori portare tutto nella giusta misura senza appunto enfatizzare il senso di una immagine o statua che pur restano cose belle e della nostra devozione. Ma con buon senso ed evitando visioni distorte proprio per evitare di cadere nel rischio della idolatria. Noi attraverso la Madonna e i santi, che sono mediatori e vanno venerati, arriviamo a Cristo primizia e centro della fede. In poche parole si può benissimo pregare, anche senza immagini o statue, ma farlo non è motivo di scandalo o segno di idolatria”.

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