Saverio Gaeta: “Padre Pio è un alfiere della mistica della riparazione”

Saverio Gaeta: “Padre Pio è un alfiere della mistica della riparazione”

di Bruno Volpe

IL GIORNALISTA CATTOLICO SUL CELEBRE SANTO

“Padre Pio è attualissimo ed ha portato anche meterialmente su di sè le sofferenze degli altri e del mondo”. Lo dice in questa intervista il noto scrittore e giornalista cattolico Saverio Gaeta che al santo di PIetrelcina ha dedicato studi e libri di pregio. Il 23 settembre la Chiesa cattolica celebra la memoria universale del santo elevato alla gloria degli altari per volere di San Giovani Paolo II.

Gaeta, possiamo definire Padre Pio e il suo messaggio attuali anche oggi?

“Certamente. Egli era e resta attualissimo. Possiamo dire che egli sia un alfiere di quella che definisco la mistica della riparazione”.

Ha scelto la logica del noi rispetto all’ io..

“Io sono di un parere leggermente diverso. Egli ha visto l’io unito al noi e quell’amore verso gli altri, il prossimo, era carità allo stato puro. Egli è il santo della carità e naturalmente della misericordia che ne è conseguenza e legame. Basti vedere l’attenzione che dedicava ai sofferenti nell’ animo, ma anche nel corpo. E lo dimostra il fatto che abbia voluto e realizzato Casa Sollievo, ma prima ancora un altro ospedale, sempre a San Giovanni Rotondo. Padre Pio agiva concretamente, ma non ha mai abbandonato la visione verticale, cioè trascendente della vita per una del tutto orizzontale o terrena. Le ha fuse. La sua fu carità operativa e contemplativa allo stesso tempo”.

Padre Pio e la sofferenza…

“Padre Pio ha sofferto, sia nel corpo che nello spirito, talvolta calunniato e ritenuto folle. Pensi che per ben tre volte la chiesa ufficiale ha sospeso e rinviato la sua beatificazione e canonizzazione, questo lo dobbiamo solo a Giovanni Paolo II che disse chiaramente alla Dottrina della Fede di andare avanti”.

Anche un grande santo della contemporaneità come San Joseèmaria Escrivà del Balaguer fondatore della Opus Dei, parla del dolore e della sofferenza. Vede dei lati in comune tra i due?

“Essi seguono logiche e cammini diversi, tuttavia se leggiamo con attenzione Cammino, il capolavoro di San Josemaria, un mistico che va capito, apprezzato e letto, si nota che essi arrivano da vie differenti al concetto della sofferenza. Padre Pio persegue la logica della riparazione, San Josemaria quella della santificazione nel e del lavoro, che per lui diventa preghiera, ma anche amore e che va fatto santamente nel modo migliore e competente possibile. In poche parole il concetto della santificazione nel lavoro porta alla eternità”.

Parliamo di Padre Pio e della sofferenza…

“Ha patito mali fisici e dell’ anima con le tentazioni del demonio. Ma ha anche portato su di sè i mali del prossimo e delle persone, persino fisicamente. Racconto un episodio. Un frate del suo convento lamentava un forte dolore alla gamba con Padre Pio il quale gli rispose: faccio spazio appena lo trovo nel mio corpo e provvedo. Il frate pensava ad uno scherzo. Invece dopo poco tempo vide padre Pio zoppicare e il suo dolore alla gamba era scomparso, trasferito letteralmente a Padre Pio”.

La logica o meglio la mistica di Padre Pio oggi è accettabile?

“Accettabile sì, spesso non capita o ritenuta persino arcaica. Invece Padre Pio fu un uomo di Dio, amante della cattolicità, del Magistero, della Tradizione e della Chiesa come istituzione e madre. Oggi viviamo un tempo nel quale, anche nella Chiesa cattolica, non sempre si ricordano il valore e l’ importanza della vita eterna che poi è lo scopo e la missione della Chiesa che deve sicuramente fare carità terrena, ma il suo scopo principale è la salvezza delle anime e in questo è bene ricordare il male del peccato ed anche qui non sempre questo lato viene evidenziato come sarebbe giusto e necessario. Vi è la tendenza ad una misericordia senza limiti che esiste ed è di Dio, però se unita alla giustizia e al pentimento. Insomma, misericordia sì, lassismo no”.

Che direbbe Padre Pio sull’affermazione secondo cui siamo tutti figli di uno stesso Dio e che tutto sommato nello spirito del dialogo, una religione vale l’altra?

“Va ricordato che la logica di Dio non la conosciamo e non sappiamo perchè oggi la Chiesa cattolica viva certe situazioni, se è una sua volontà di metterci alla prova. Bisogna accettare quello che Dio ci manda. Ovviamente nutro dubbi su quelle asserzioni e ritengo che Padre Pio non avrebbe condiviso l’idea che una religone valga l’altra. Non che dobbiamo fare la gara tra fedi, ciascuno segua quella che vuole e in ogni religione sicuramente esiste un afflato di bene. Ma il dialogo non deve portarci al sincretismo, al pensare che una religione valga l’altra e alla perdita di identità. E’ un errore, per noi cattolici e per gli altri. Prima di ogni cosa esiste il pericolo della banalizzazione della fede e poi non è vero che siamo figli di un solo Dio. Almeno in chivace cattolica, senza – e lo ripeto – fare gare di primato, noi crediamo al Dio uno e trino, e alla Incarnazione, che è un mistero. Questo non le vedo negli altri. Non crediamo nel Dio trinitario, gli altri no e ricordo a me stesso che nel Vangelo Gesù ci dice: io sono via, verità e vita. Basterebbe questo a chiudere l’argomento”.

Perchè Padre Pio è tanto popolare?

“Per la sua coerenza e per il suo esempio. Seppe unire mirabilmente carità terrena, solidarietà e ricerca senza sconti della vita eterna. Questo si chiede ad un ministro di Dio, che ci aiuti a trovare Dio, nei fratelli, ma soprattutto nella Parola e sacramenti”.

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