Simone il fariseo, la peccatrice e Gesù

Simone il fariseo, la peccatrice e Gesù

di Don Ruggero Gorletti

GIOVEDÌ DELLA VENTIQUATTRESIMA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

Dal vangelo secondo Luca 7,36-50

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

COMMENTO

I personaggi di questa scena, fondamentalmente, sono tre: Simone il fariseo, la peccatrice e Gesù. Simone il fariseo invita Gesù, ma è un uomo senza amore, arido: nega a Gesù i segni dell’accoglienza, del rispetto e dell’affetto che a quei tempi erano normali: «tu non mi hai lavato i piedi […] tu non mi hai dato un bacio […] tu non mi hai cosparso d’olio i capelli […]». Invita Gesù ma lo guarda con sospetto, lo vuole mettere alla prova: «se fosse veramente un profeta saprebbe che razza di donna è quella».

La donna è una peccatrice: è ben conosciuta nel suo paese ma è passata alla storia senza un nome, perché tutti possiamo riconoscerci in lei. Probabilmente questo gesto improvviso e clamoroso è nato dopo aver ascoltato la parola di Gesù: probabilmente l’avere ascoltato la parola di Gesù le ha aperto gli occhi sulla sua vita, e le ha fatto capire di aver condotto un’esistenza indegna. Le passioni passeggere in cui aveva trascorso la sua vita le apparivano ora per quello che veramente erano: cose inutili e cattive. Probabilmente avvertiva la noia e il disgusto per l’esistenza che aveva condotto fino ad allora, e l’acuto dispiacere di averla sciupata. Questo può averla spinta ad un gesto tanto clamoroso e, diciamolo pure, umiliante, in una città dove era ben conosciuta. Questo gesto dice dolore per la sua condotta di vita (bagna di lacrime i piedi di Gesù), stima e amore verso Gesù, e desiderio di iniziare una vita più degna.

Gesù: Gesù non esclude nessuno dalle sue frequentazioni: frequenta i poveri pescatori di Galilea, ma anche i ricchi gaudenti peccatori come i pubblicani e i ricchi osservanti della legge come i farisei. È nato povero in una capanna a Betlemme, ma quando è stato condotto al Calvario aveva indosso una tunica di buona fattura, senza cuciture, ed è stato sepolto nella tomba lussuosa di un ricco. Non aveva dove posare il capo, ma aveva un nutrito gruppo di donne che lo serviva con i loro beni. Gesù guarda al cuore, non al portafoglio: salvo distorcere le parole del vangelo dobbiamo riconoscere che nessuno è escluso dalle attenzioni del Signore, perché tutti, poveri e ricchi, abbiamo un’anima da salvare.

Gesù mostra rispetto e affetto per la persona che ha sbagliato, è pentita ed è determinata a cambiare vita, ma non minimizza il suo peccato: non dice alla donna: «tranquilla, i tuoi non sono peccati, i veri peccati sono altri, c’è gente che fa peccati più gravi dei tuoi», ma dice: «ti sono perdonati i tuoi peccati», e la invita a cambiare vita, ad abbandonare il peccato: «vai e non peccare più». E così su quella donna tormentata possono scendere il perdono e la pace. Possano scendere anche su di noi.

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