Irlanda: secolarizzazione, decadenza dei valori e attacchi alla libertà religiosa

Irlanda: secolarizzazione, decadenza dei valori e attacchi alla libertà religiosa

A cura dell’ACS ITALIA – Aiuto alla Chiesa che Soffre*

IRLANDA, QUADRO GIURIDICO RELATIVO ALLA LIBERTA’ RELIGIOSA ED EFFETTIVA APPLICAZIONE

La tutela della libertà religiosa nella Repubblica d’Irlanda è giuridicamente garantita sia a livello naziona le, secondo la Costituzione irlandese, sia a livello sovranazionale, in base alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. L’articolo 44 (paragrafo 2) della Costituzione assicura la libertà di coscienza e la libertà di professare e di praticare una religione. Lo Stato garantisce inoltre di non sostenere alcuna religione in particolare e di non fare dell’a desione a una religione un motivo di discriminazione. A tutte le religioni è poi concessa un’im portante garanzia, ovvero il diritto di costituire e amministrare istituti educativi e caritatevoli e  di gestire i propri affari e proprietà senza alcuna interferenza da parte dello Stato. In Irlanda è garantita per legge la libertà per le persone di convertirsi, di fare proseliti e di educare gli altri  (inclusi i propri figli) a qualsiasi religione. In generale, la tutela statale del culto e dell’espressio ne religiosa risulta relativamente avanzata rispetto agli standard internazionali. Un referendum  tenutosi il 26 ottobre 2018 ha rimosso l’articolo 40 (paragrafo 6.1) dalla Costituzione irlandese,  che vietava la blasfemia.

Le statistiche relative ai crimini d’odio in Irlanda non sono ritenute attendibili e pertanto è spes so difficile comprendere l’esatta portata della discriminazione religiosa e degli attacchi motivati  dalla religione nel Paese. La Gardaí (polizia irlandese) classifica gli attacchi ai luoghi di culto  come semplice “vandalismo”, e quindi è difficile stabilire se tali attacchi siano motivati dall’odio  religioso o siano semplicemente degli atti di teppismo. Nel 2021, la Gardaí ha lanciato un nuovo  sistema di autosegnalazione dei crimini d’odio online, che ha permesso, a partire da quell’anno,  di ottenere molti più dati sui crimini d’odio nel Paese.

Episodi rilevanti e sviluppi 

La rapida secolarizzazione e la trasformazione dei valori morali della società irlandese hanno por tato a potenziali violazioni della libertà religiosa. Questo è particolarmente evidente nell’ambito  dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione. Dalla legalizzazione dell’aborto in Irlanda nel 2019, la  maggioranza dei medici irlandesi (circa il 90 per cento) si è rifiutata di praticare l’aborto. Di con seguenza, già a partire dal 2019, gli uffici governativi hanno preso in considerazione la possibilità di assumere solo professionisti sanitari disposti a praticare l’aborto per determinate posizioni in  determinati ospedali. Infatti, il National Maternity Hospital ha pubblicato un annuncio per due  medici riservato esclusivamente a coloro che sono disposti a praticare interruzioni volontarie di  gravidanza. Il governo irlandese sta attualmente elaborando una legislazione per vietare le pro teste intorno agli ingressi degli ospedali e delle cliniche in cui vengono praticati gli aborti. Ad  oggi non si sa cosa stabilirà la legge, ma se l’Irlanda seguirà l’esempio del Regno Unito potrebbe  introdurre un divieto generalizzato di preghiera, anche silenziosa, fuori dalle strutture abortive.

Le autorità irlandesi continuano a cercare di esercitare un controllo sulle scuole a carattere religioso. Il governo di coalizione del 2020 ha proposto un’«Assemblea dei cittadini» sull’istruzione, e alcu ni temono che lo Stato cerchi di assumere il pieno controllo di molte scuole religiose, in particolare  quelle cattoliche. Politici di spicco si sono impegnati pubblicamente in una retorica anticattolica.  Ne è un esempio il deputato del Partito Laburista Aodhán Ó Ríordáin che, alla Conferenza del suo  partito nel 2021, ha guidato i canti in favore della confisca delle scuole cattoliche, con slogan come  «Tirateli fuori». Il deputato Ó Ríordáin ha dichiarato di essere disposto a indire un referendum per  cambiare la Costituzione, se necessario, al fine di eliminare l’etica cattolica dalle scuole.

Nel 2021, la Gardaí ha registrato tre casi di crimini d’odio anticristiani, tutti legati al danneggia mento di proprietà.

Durante il periodo in esame, si sono verificati diversi crimini contro le chiese, in particolare atti di vandalismo e furti con scasso. È difficile accertare se questi incidenti fossero motivati dal fanatismo religioso. Uno di questi crimini ha avuto luogo nel febbraio 2022, quando è stata vanda lizzata una chiesa cattolica di Kenmare Co. Kerry. Nella chiesa è stato dipinto un pentagramma  con vernice spray. Non essendo riuscita a identificare gli autori del gesto, la Gardaí ha dichiarato  successivamente che si trattava di un banale episodio di danneggiamento, senza alcun coinvol gimento di gruppi satanici. Nel corso della pandemia di Covid-19, il culto pubblico è stato sospeso in Irlanda. Già all’inizio  del 2020, le principali confessioni religiose hanno interrotto volontariamente le funzioni religiose  prima che venisse imposta una sospensione legale. Il culto pubblico è stato ripristinato alla fine  di giugno con un limite di 50 persone in presenza, a prescindere dalle dimensioni della chiesa.  Nel corso dei mesi di settembre e ottobre, tuttavia, il culto in pubblico è stato nuovamente proi bito in alcune regioni e poi in tutto il Paese. Questo secondo periodo di restrizioni ha provocato  critiche significative da parte dei vescovi cattolici e di altri leader religiosi, i quali hanno chiesto  al governo di consentire nuovamente il culto in pubblico20. Ciò ha fatto seguito a uno studio governativo secondo il quale pochissimi focolai di Covid-19 erano attribuibili a cerimonie religiose,  quali matrimoni e funerali21. Nell’ottobre 2020, infatti, i dati pubblicati dal Dipartimento della Salute hanno rivelato che dall’inizio della pandemia vi erano stati solo sei focolai del virus collegati  a cerimonie “religiose/altre”, nonostante «dalla riapertura delle chiese alla fine di giugno, abbiano  avuto luogo decine di migliaia di messe, matrimoni, funerali e cerimonie di prime comunioni».  Le prove hanno spinto il Ministro della Salute irlandese, Stephen Donnelly, a sfidare le autorità  a «fornire le prove che la partecipazione alle cerimonie religiose sia collegata alla diffusione del  coronavirus», durante un intervento alla Camera sull’allentamento delle restrizioni imposte ai  gruppi religiosi.

La situazione si è ulteriormente aggravata nel 2021. Il 26 dicembre 2020, il Governo ha nuovamen te sospeso tutti i culti religiosi24. Il 16 aprile 2021, è stata approvata una legge che trasformava la  partecipazione a una funzione religiosa pubblica in un reato penale. Il 10 maggio 2021 è stata au torizzata la riapertura al pubblico dei luoghi di culto, sempre con un limite di cinquanta persone.

Gli episodi avvenuti durante la pandemia di Covid-19 includono i seguenti incidenti. Il 25 aprile 2021, sui social media è circolato un video in cui la Gardaí entrava in una chiesa di  Athlone, Co. Westmeath e interrompeva una messa, adducendo come giustificazione le restrizio ni governative al culto pubblico. Circa 50-60 persone stavano partecipando alla funzione. Uno  dei fedeli ha registrato l’evento e ha pubblicato il video online. La Gardaí ha disperso i parteci panti, senza elevare multe.

Nel maggio 2021, l’uomo d’affari Declan Ganley ha intentato una causa contro il governo per le  limitazioni all’esercizio pubblico del culto. Il caso del signor Ganley non è mai stato dibattuto in  tribunale ed è stato archiviato dopo la revoca delle restrizioni governative al culto pubblico. La ra gione addotta dal giudice per l’archiviazione del caso è che le restrizioni contestate erano decadute.  Il signor Ganley aveva fondato il suo caso sulla libertà religiosa sancita dalla Costituzione irlandese e  dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, e il suo caso avrebbe creato un precedente.

Nel 2021, la Gardaí ha registrato diciotto episodi di crimini d’odio antislamici30: sette casi di ag gressione fisica, quattro casi di comportamento minaccioso, quattro casi di disturbo della quiete  pubblica, un caso di danni alla proprietà, un caso di incitamento alla violenza e un caso di stupro.  Gli atteggiamenti irlandesi nei confronti dei musulmani sono in evoluzione. All’inizio degli anni No vanta la popolazione musulmana presente nel Paese «era nell’ordine delle migliaia». Oggi la co munità islamica è aumentata fino a raggiungere quota 100.000 persone, con circa 80 moschee e  luoghi di culto islamici. Secondo un sondaggio pubblicato dalla Commissione irlandese per i Diritti Umani e l’Uguaglianza e dall’Istituto di Ricerca Economica e Sociale nel luglio 2020, «circa la metà degli irlandesi non vuole più musulmani in Irlanda e si sente sicura nel dichiararlo pubblicamente».  Nel 2021, la Gardaí ha registrato cinque episodi di crimini di odio antisemita: tre episodi di di sturbo della quiete e due episodi di incitamento alla violenza.

Il 10 ottobre 2021, un rapporto del giornalista David Collier sull’antisemitismo in Irlanda ha  evidenziato «centinaia di post provenienti da account di social media irlandesi», dai quali l’autore  ha concluso che «in Irlanda il razzismo antiebraico si diffonde nei corridoi del potere e, a diffe renza del Regno Unito o degli Stati Uniti, sembra essere guidato dall’alto verso il basso quanto il  contrario».

Nel novembre 2021, il Ministro degli Esteri irlandese Simon Coveney, nel corso di una visita in  Israele, ha espresso la propria frustrazione per il fatto che «l’Irlanda è ampiamente percepita dagli  israeliani come il Paese più anti-israeliano dell’Unione Europea». Gran parte della tensione nelle  relazioni può essere ricondotta alla questione palestinese. Nel settembre 2022, Simon Coveney  ha dichiarato che, pur volendo l’Irlanda avere una relazione con Israele, «abbiamo bisogno che la  conversazione sia franca e onesta. Per molti aspetti Israele è un grande Paese, ma tratta i palesti nesi in modo inaccettabile e illegale».

Durante il periodo in esame, si sono verificati diversi attacchi fisici contro persone appartenenti a  comunità religiose. Di seguito alcuni esempi.

Il 3 aprile 2022, un membro del team di sicurezza della Moschea di Dublino, situata sulla South  Circular Road, è stato aggredito da un gruppo di uomini, mentre si recava in bicicletta alla mo schea e indossava un abito tradizionale islamico. L’uomo è stato portato in ospedale ed è stato  dimesso il giorno successivo. L’incidente è stato considerato da più parti come un crimine d’odio.

Il 30 ottobre 2022, Padre Bobit Augusthy, un sacerdote cattolico indiano, è stato accoltellato  sei volte nella sua abitazione. La casa si trova nei pressi dell’Ospedale Regionale di Waterford, dove padre Augusthy è cappellano. Un uomo di circa vent’anni è stato successivamente accusato dell’aggressione. Il sacerdote ferito è stato dimesso dall’ospedale il giorno stesso. Il motivo  esatto dell’aggressione non è chiaro.

Prospettive per la libertà religiosa  

La pubblicazione di uno studio dell’ottobre 2020 da parte del Dipartimento della Salute ha rivelato che dei 5.590 focolai totali di Covid-19 riscontrati, 3.982 hanno avuto origine in abitazioni  private, 311 focolai in case di cura, 229 in istituti residenziali, 198 in luoghi di lavoro, 118 erano  focolai comunitari, 133 erano legati alla famiglia allargata e 137 negli ospedali. Soltanto 6 focolai hanno avuto origine da cerimonie “religiose/altre”. L’affermazione che la limitazione del  diritto fondamentale delle persone alla libertà religiosa fosse da attribuire a ragioni di sicurezza  – come giustificato dalla disposizione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti  Umani (OHCHR), che consente restrizioni al libero esercizio della religione solo per motivi di salu te pubblica – sembra qui non reggere. Ciò, a sua volta, mette in discussione una serie di episodi  di violazione della libertà religiosa, tra cui le irruzioni nelle chiese durante le funzioni religiose, gli  arresti e le perquisizioni di persone sospettate di essere andate a messa e la criminalizzazione di  coloro che hanno partecipato alle celebrazioni liturgiche.

La fede in Irlanda è cambiata e continua a cambiare. L’Arcivescovo Eamon Martin ha dichiarato  che la pandemia ha «sollevato il velo» sulla realtà della Chiesa in Irlanda. Nonostante i colloqui  con le autorità «sull’importanza del culto pubblico in vista della riapertura della società, è stato  “umiliante” rendersi conto che la salute spirituale, l’importanza di andare a Messa, l’importanza  di praticare insieme il culto, non figurava davvero come uno dei temi principali nella mente di  molte persone».

Il disinteresse dell’opinione pubblica per la religione si riflette nella vita politica, con autorità  che sostengono l’eliminazione della religione, in particolare del Cattolicesimo, dalla vita pubblica irlandese, e una più ampia approvazione della retorica anticattolica nel discorso politico.  Anche la questione della proprietà e del patrocinio delle scuole e degli ospedali cattolici resterà  probabilmente preoccupante negli anni a venire. Ciò potrebbe causare difficoltà alle istituzioni  religiose, in particolare alla Chiesa cattolica, nel loro impegno e nella loro partecipazione al dibattito pubblico e alle dinamiche sociali. Mentre le relazioni tra ebrei e irlandesi, almeno a livello  politico, rimangono incerte, i musulmani si stanno integrando rapidamente nel tessuto sociale  irlandese. Nonostante queste sfide, in generale la libertà religiosa è ben rispettata e praticata, e  le prospettive per i prossimi due anni rimangono positive.

* Estratto da: Libertà religiosa nel mondo, Rapporto 2023

Il Rapporto 2023 è la XVI edizione del Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo di Aiuto alla Chiesa che Soffre, che viene realizzato ogni due anni.
È pubblicato in inglese, francese, tedesco, italiano, portoghese e spagnolo

Foto di Reiner da Pixabay

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