Diocesi USA in bancarotta vende ad islamici una chiesa storica

Diocesi USA in bancarotta vende ad islamici una chiesa storica

di Paolo Gulisano

POLEMICHE NEGLI STATI UNITI MENTRE OCCORREREBBE RIFLETTERE APPROFONDITAMENTE…

Negli scorsi giorni, un sacerdote americano, che si firma “Padre R. Vierling” ha pubblicato su X quattro immagini di una chiesa cattolica della città di Buffalo, un grosso centro dello Stato di New York. La chiesa di St. Ann con la didascalia: “Chiesa di St. Ann, Buffalo, NY. Chiusa definitivamente. Venduta alla comunità islamica per $ 250.000 che sta convertendo la chiesa storica in una moschea”.

Il post, che ha avuto la bellezza di 11 milioni di visualizzazioni, ha generato molti commenti arrabbiati, molti dei quali diretti nei confronti dei mussulmani. La situazione stava degenerando a tal punto che Padre Vierling ha ritenuto di intervenire con un nuovo post per cercare di sedare la situazione: “Nessuna rabbia dovrebbe essere rivolta contro la comunità islamica”, ha affermato su X. “Senza dubbio il cambiamento demografico della zona e l’incapacità di sostenere finanziariamente il complesso hanno reso possibile la continuazione di St. Ann come parrocchia vitale”.

Esaminando i fatti, la realtà, quello che emerge dalla vicenda della vendita di questa chiesa non è il presunto tentativo dei mussulmani di andare alla conquisTa dell’Occidente strappando un luogo di culto ai cristiani, come hanno rozzamente interpretato gli islamofobi, ma c’è dietro tutta la drammatica decadenza della Chiesa negli Stati Uniti, devastata da problemi interni. Innanzitutto la totale indifferenza verso la propria storia, la propria tradizione, facendo prevalere interessi economici. La chiesa ora in svendita, come tutte le chiese americane costruite nell’800, fu edificata attraverso lo sforzo dei parrocchiani, che erano nella quasi totalità poveri immigrati irlandesi, sfuggiti alle carestie, alla miseria, alla disoccupazione che affliggevano in Irlanda. Arrivati in America, non avevano trovato la terra promessa della libertà, ma lavoro sottopagato, discriminazione, xenofobia. Con tutto l’attaccamento alla Fede Cattolica, senza alcun aiuto da parte statale, ma solo privandosi di una parte dei loro magri salari, avevano costruito chiese, scuole, strutture parrocchiali. Quanti fedeli saranno passati sotto le navate di questa bella chiesa in stile neogotico, quante preghiere elevate a Dio e a Maria Santissima. Ma ora, anzi, dal 2022, la diocesi di Buffalo ha deciso di chiuderla, più esattamente di metterla in vendita, e ha trovato un’acquirente che è la società Buffalo Crescent Holdings, Inc., che, secondo le voci circolanti, ha intenzione di rivenderlo alla locale Comunità islamica che la ristrutturerebbe trasformandola in moschea.

Tuttavia, prima ancora che la transazione fosse completata, la diocesi aveva già relegato la proprietà a “uso profano”, che in termini canonici significa renderla secolare. Secondo il diritto canonico, se una chiesa non può essere utilizzata in alcun modo per il culto divino e non c’è possibilità di ripararla, il vescovo diocesano può relegarla a uso secolare, consentendo ad un acquirente di utilizzarla come desidera, purché lo scopo non sia sacrilego, immorale o scandaloso. St Ann potrebbe diventare un luogo di culto di un’altra religione, ma la sua sorte – come quelle di altre ex-chiese- poteva essere quella di diventare un ristorante, o un centro commerciale.

Il direttore delle comunicazioni della diocesi di Buffalo, ha confermato che questo processo ha avuto luogo presso St. Ann’s. “È un processo di diritto canonico convertirlo in uso profano. Abbiamo venduto altre proprietà all’interno della diocesi che sono state vendute ad altri gruppi religiosi che le hanno utilizzate per i loro servizi di fede, quindi, come regola generale, la diocesi non ha problemi con questo”.

Il direttore delle comunicazioni ha detto che il motivo principale per cui la chiesa ha chiuso è stata la sua condizione fisica. Al momento della cessazione delle attività, ha detto che la diocesi aveva ricevuto una stima da un’azienda locale secondo cui le riparazioni alla chiesa sarebbero costate alla diocesi 30,2 milioni di dollari (circa 40 milioni di dollari oggi), cifra insostenibile. E così si è pensato di “liberarsi” di un ramo secco, con una logica più aziendale che pastorale, realizzando anche un certo profitto. Ma da dove nasce questa necessità di “fare cassa”?

La diocesi di Buffalo sta affrontando difficoltà finanziarie da quando ha dichiarato bancarotta nel 2020. Cosa ha provocato questa voragine di bilancio? La drammatica situazione giudiziaria. La diocesi è impegnata a far fronte a ben 900 cause per abusi sessuali che coinvolgono sacerdoti, personalità religiose e altri dipendenti della diocesi.

E’ una situazione comune ad altre diocesi americane, anche molto importanti, come quella di Boston, che sono state letteralmente dissanguate dai processi e dai risarcimenti dovuti alle vittime del crimine della pedofilia, una piaga ancora sanguinante che ha ferito profondamente la Chiesa negli Stati Uniti.

Quindi, anziché suscitare odiosi rigurgiti islamofobi, questa vicenda dovrebbe far meditare profondamente sui mali interni che hanno afflitto la Chiesa, provocati da quel fumo di Satana penetrato abbondantemente al suo interno.

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Dicevano i Latini :
Pecunia non olet.
Alyri dicevano:
Il denaro è lo sterco del Diavolo.
…..ma quello sterco…non olet!