Ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale
di Olga Serina
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IL LUPO TRAVESTITO DA BABBO NATALE
Così come sosteneva Luigi Pirandello, le azioni umane nascondono spesso un secondo fine, ma per chi risultasse immune da questa doppiezza, riesce difficile immaginare con quanta facilità si possa nascondere l’inganno nelle relazioni umane.
Sandro era affascinato dalle Comunità cattoliche e anche per via della pratica religiosa, gli erano riconosciuti affidabilità e rispetto. Avendo però un lavoro che lo impegnava molto, poteva permettersi di frequentare tali luoghi per lo più in occasione della Messa domenicale.
Aveva stretto amicizia con un bravo predicatore, un anziano sacerdote che possedeva un forte carisma ed era forse questo il motivo per cui ne era rimasto attratto sin dal primo incontro.
Si può dire che col tempo erano diventati molto amici, cosicché Sandro si ritrovò a frequentare sempre e soltanto la Comunità di quel religioso.
Sandro era un giovane solitario, non incontrava amici e per quanto non fosse più un ragazzino, non sembrava essere attratto dal mondo femminile e non aveva mai avuto una ragazza.
Lui viveva per il suo lavoro, che gli permetteva una vita abbastanza agiata, di tanto in tanto dedicava qualche visita ai parenti ed era sempre legato alla propria famiglia di origine.
Per motivi di lavoro, si trasferì in provincia di Roma e dato che nelle vicinanze risiedeva una famiglia di suoi lontani parenti, pensò bene di riallacciare i contatti e iniziò a frequentarli.
Si può dire che con questi parenti si era un po’ perso di vista già dai tempi in cui era ancora giovanotto e anche loro se lo ricordavano quando era ancora un ragazzo giocherellone.
Di tanto in tanto veniva invitato da questa famiglia composta da genitori, un bambino (Luca) e una bambina (Sonia).
Forse perché generoso di natura, ogni volta che si presentava, aveva sempre le mani occupate da costosi regali per i bambini e da ogni ben di Dio per la tavola. Per questo motivo, scherzosamente gli avevano affibbiato l’appellativo di “Babbo Natale”.
Dopo aver partecipato al pranzo, Sandro amava trascorrere ore intere giocando coi bambini e la cosa sembrava quasi normale, dato che nel ricordo dei due genitori, lui era sempre stato attratto dai giochi.
Passavano gli anni e mentre i figli crescevano, anche i suoi regali diventavano man mano più impegnativi, ma per i genitori la spiegazione più semplice a questa abitudine era sempre che lui fosse molto generoso.
Già da bambino, purtroppo si iniziarono ad evidenziare in Luca alcuni segni di disagio psichico, che richiesero il sostegno attraverso varie forme di aiuto. I genitori, preoccupati, speravano che ci potesse essere una remissione dei disturbi per come i medici promettevano, ma durante l’età evolutiva, Luca purtroppo andò incontro ad una vera e propria patologia consolidata, che lo avrebbe vincolato a una cura persistente, affliggendo la sfera psichica e malgrado le cure, avrebbe bloccato da quell’età in avanti il suo sviluppo socio – affettivo.
A parte questa limitazione, che sicuramente avrebbe influito sulla sua vita futura, Luca cresceva bene ed era un bel ragazzo, intelligente, educato e tranquillo e come tutti i ragazzi, sognava di poter sposare una ragazza e avere dei figli.
La frequentazione di Sandro esisteva già fin da quando Luca era ancora bambino, per cui aveva avuto modo di constatarne i problemi e la fragilità che lo interessavano. Arrivò il momento della Cresima e Sandro che non mancava di attenzioni, fu ben disposto a fare da padrino e anche questo piccolo segno di vicinanza consolidò ulteriormente la stima che questa famiglia riponeva nei suoi confronti.
Una volta Sandro propose a questa famiglia la conoscenza di un suo amico prete, don Fernando, così in diverse occasioni furono invitati insieme.
Era un uomo di grande cultura e incentrava la sua convinzione religiosa sul perdono.
Tra Sandro e don Fernando c’era grande affiatamento e amicizia, nonché un qualcosa che andava forse oltre.
Questo sacerdote dalla grande apertura mentale e dalle larghe vedute, di fronte a qualsiasi manifestazione delle debolezze umane, sembrava si volesse pronunciare sempre con atteggiamento accomodante, come se alla fine giustificasse tutto in virtù della grande misericordia di Dio, che secondo lui avrebbe perdonato ogni cosa. Questo suo buonismo a oltranza, però non poteva che entrare prima o poi in conflitto con le ragioni stesse della giustizia e del rispetto umano, dato che nel Mondo e nella società civile in cui viviamo, è di indiscutibile importanza il rispetto delle regole con relative punizioni per chi le trasgredisse.
Nel corso di uno dei pranzi domenicali, in casa di questi parenti, fu don Fernando a prendere la parola e consapevole che la proposta venisse sentita anche dai genitori presenti, si rivolse a Sandro, come se il discorso che si accingeva a fare e che riguardava quella famiglia, interessasse soltanto lui, quasi come se si trattasse di un acquisto o dell’eventuale concessione di un oggetto.
Rivolgendosi a Sandro, in quel momento diede voce ad un desiderio, probabilmente tenuto sempre nascosto da Sandro medesimo e mai espresso, vuoi per via della sua naturale timidezza, o per paura di chiedere troppo. In altri termini, il sacerdote, attraverso un giro largo, parlò per bocca dell’amico, come se quell’idea fosse già stata pianificata tra loro, si rivolse allo stesso con testuali parole:
“ Sandro, tu che hai una possibilità economica abbastanza agiata e quindi te lo puoi permettere, perché non porti Luca a vivere con te?”
Sandro rimaneva in silenzio, forse osservando la reazione dei genitori di fronte a tali parole. Questi però rimasero gelati e allibiti da una proposta tanto balzana, quanto ambigua, che ovviamente non sarebbe stata giustificata da nessuna condizione contingente!
Luca, stava già benissimo coi suoi genitori e inoltre, con quella proposta assurda, non sarebbe dovuto andare a vivere neanche in una normale famiglia, ma presso un single, assai più vecchio di lui e dalle tendenze ambigue!
Quella proposta, lanciata attraverso procura, disturbò i due genitori, che per quanto mantenessero l’autocontrollo, provarono il voltastomaco, ma lì per lì non manifestarono reazioni, per quanto fosse palese che la natura di quella richiesta non era assolutamente lecita, tanto meno pulita.
Avrebbero potuto reagire in maniera molto più energica, ma presi così alla sprovvista, si limitarono solo a dire no.
L’episodio passò quasi senza conseguenze immediate, ma da quel momento notarono che le visite di Sandro si diradarono sempre più e senza alcun regalo, fino ad arrivare in seguito alla rottura dei rapporti, motivata da un futile pretesto.
Sandro, da responsabile e potenziale colpevole quale si poteva ritenere, per vendicarsi in seguito alla sua richiesta non esaudita, iniziò invece a vestire la maschera dell’offeso, seminando anche il discredito, come una cortina di fumo difensiva nei confronti di questa famiglia, verso cui, fino a un momento prima e per svariati anni, aveva mimato rispetto e devozione.
Si capiva che la sua reazione era motivata dal fallimento di un desiderio accarezzato e coltivato da lunghi anni, il cui fallimento risultava adesso insopportabile e doloroso come una sconfitta.
La sua maldicenza, in seguito, coinvolse anche i propri familiari e tentò di intaccare persino la buona reputazione di cui la famiglia di Luca godeva nei confronti di terze persone e parenti.