Il male è diffusivo di sé

Il male è diffusivo di sé

di don Ruggero Gorletti

SABATO DELLA DICIASSETTESIMA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO


Dal vangelo secondo Matteo 14,1-12

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.  I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

COMMENTO

Il male è diffusivo di sé. Cioè da un male piccolo si sviluppa spesso un male molto più grande. Erode sta dando una cena per il suo compleanno. Sono presenti i notabili del regno, Possiamo immaginare una compagnia di gente di una certa età. Danza una bella ragazza, possiamo immaginare che lo faccia con grande sensualità, in modo da ammaliare i suoi anziani spettatori. Che male c’è, si potrebbe dire? Ci sono cose più gravi nella vita! Erode, oramai dimentico di ogni ragionevolezza, si lascia andare ad una promessa del tutto fuori luogo. La ragazza, bella, sensuale, è però terribilmente vuota: potrebbe chiedere quello che vuole e non sa cosa chiedere. Deve farselo suggerire dalla madre. Alla fine di questo teatrino ci scappa il morto. Giovanni Battista, il più grande tra i nati di donna, viene decapitato. Il male piccolo è diventato terribilmente grande. Ma questo è potuto succedere perché si è verificato nel contesto di una vita lontana da Dio. Erode viveva con la moglie di un altro, cosa molto comune anche ai nostri tempi, oggi i due si chiamerebbero due «divorziati risposati». È inutile illuderci: vivendo abitualmente lontani da Dio diamo spazio al male nella nostra vita. E ci illudiamo se pensiamo di poterne dominare gli effetti. Cerchiamo, con l’aiuto del Signore, di vivere in grazia di Dio, di evitare il peccato, soprattutto quelle situazioni di peccato abituale. Se ci troviamo a vivere in una situazione di questo genere chiediamo al Signore di aiutarci ad uscirne. Nulla più che l’abitudine al peccato può causare gravi danni nella nostra esistenza, in questa vita terrena e nella vita eterna.

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