“Islam politico: la strategia dello struzzo ha fallito”. Tre motivi di grande preoccupazione…
Bene il Papa su Santa Sofia all’Angelus. Ma l’Islam politico se ne frega del “dolore” del pontefice e del nostro per il ritorno a moschea di quella che fu la più grande chiesa al mondo per 900 anni.
Parliamo di un capo di stato che ancora nega il genocidio di oltre un milione di cristiani armeni.
L’unica volta che l’Islam politico ha mostrato rispetto, quello vero, quello che si tributa a uno sfidante, è per Benedetto XVI a Ratisbona e infatti cercarono (e riuscirono) di linciarlo.
Ratzinger evocò una frase critica su Maometto dell’imperatore bizantino Manuele II Paleologo nel corso di un dialogo con un persiano durante l’assedio di Costantinopoli: “Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava”.
Odio e fanatismo, disse Ratzinger, sono “patologie” della religione, il jihad è “irragionevole” e “contrario” a Dio, rivendicando le radici ebraiche, greche e cristiane della nostra identità, spiegando perché erano diverse dal monoteismo islamico.
Benedetto XVI disse la verità, l’Islam lo capì e non gli fu perdonato.
Il Vaticano oggi avrebbe tre motivi per guardare all’Islam con preoccupata attenzione e realismo, come dimostra il caso di Santa Sofia.
Il primo è la sorte dei cristiani nei paesi musulmani. Sono decimati, sfollati, cancellati.
Il secondo è la rivalità tra le due religioni in Africa, il grande banco di prova demografico del futuro.
Il terzo è la crescente presenza di musulmani in Europa con tutto quello che comporta dal punto di vista culturale, religioso e sociale.
I dirigenti della Chiesa dopo Ratisbona non si sono semplicemente astenuti dal criticare l’Islam. Hanno colto ogni occasione per lodare l’Islam, per aprirgli le porte, per dichiarargli solidarietà, per aderire a ogni iniziativa islamica.
Questa strategia dello struzzo ha fallito. E’ il momento di pensarne un’altra, una che si fondi sul rapporto onesto e non ipocrita fra due competitori, sul rispetto della storia, sul legame fra cristiani ed ebrei, sulla protezione delle minoranze. Il resto è aria fritta e il canto del muezzin che torna su Santa Sofia dopo un secolo.
Giulio Meotti