Siccità, allarme rosso in Sicilia. Il governo Meloni che fa?

Siccità, allarme rosso in Sicilia. Il governo Meloni che fa?

di Angelica La Rosa

NEI 29 INVASI SICILIANI IN UN ANNO PERSI CIRCA 172 MILIONI DI METRI CUBI. QUEST’ESTATE ARRIVERÀ IL COLPO DI GRAZIA PER L’AGRICOLTURA SICILIANA

Le quantità dei volumi d’acqua invasate nelle 29 dighe della Sicilia, alla data del 1° aprile 2024, sono drammaticamente basse. La mancanza di piogge, che non hanno alimentato le sorgenti, i pozzi e i torrenti, hanno reso e renderanno sempre più drammatica l’emergenza idrica nell’isola.

Secondo i dati forniti dall’Autorità di Bacino del distretto idrografico di Sicilia, sono presenti negli invasi 312,43 milioni di metri cubi (erano 484, 35 milioni nel 2023) con un calo, rispetto ad un anno fa, di 171,92 milioni di metri cubi che in percentuale si traducono nella perdita del 35 per cento che ha fatto scattare l’emergenza isolana per i sistemi irrigui (centinaia di migliaia di aziende agricole e zootecniche temono per la vita degli animali e delle piante) e per la distribuzione dell’acqua potabile che viene ormai razionata nei turni di distribuzione in quasi tutte le province.

Nel mese di marzo sono state registrate precipitazioni atmosferiche scarse e lievi che si sono ripetute, con eccezione fatta per poche aree montane, anche nelle quattro settimane di aprile. La cabina di regia, messa su di corsa dalla Regione Siciliana, per l’adozione di provvedimenti come ricerca di nuovi pozzi, pompaggio dall’alveo dei fiumi dove non vi sono dighe e canalizzazioni, impianti di dissalatori, eliminazione delle perdite idriche nella distribuzione agricola e civile, non hanno ancora dato frutto.

Diverse dighe siciliane sono ad uso misto (potabile e irriguo) come nei casi dell’Ancipa, del Castello, del Fanaco, del Garcia, del Leone, di Piana degli Albanesi, del Poma, del Prizzi, del Rosamaria e dello Scanzano. In questi casi, secondo la legge Galli, le esigenze idriche delle popolazioni prevalgono su quelle necessaria per la zootecnia e l’agricoltura. Tre invasi (Piana degli Albanesi, Pozzillo, Prizzi) sono al servizio anche dell’Enel per produrre energia mentre due (Lentini e Ragoleto) sono anche utilizzate per uso industriale.

Una nota del presidente dell’Ordine dei Geologi di Sicilia Mauro Corrao denuncia che nella cabina di regia istituita per l’emergenza in Sicilia non c’è nemmeno un geologo che conosce più di tutti l’aspetto idrogeologico del territorio, che le perdite idriche, stimate nel 2019 dall’Acea Ato, erano del 44,7 per cento e che l’Autorità di Bacino, istituita nel 1998 per la tragedia di Sarno, nell’Isola è nata da appena 6 anni.

Intanto si spera in un intervento del governo Meloni, vista la straordinarietà della situazione e i limiti di intervento della Regione Siciliana.

 

Subscribe
Notificami
1 Commento
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments

Tranquilli. Fra 8 anni avrete il PONTE SULLO STRETTO.(17 miliardi di €)
che volete di più?