La parvente soddisfazione dei demoni è causa di ulteriore dolore

La parvente soddisfazione dei demoni è causa di ulteriore dolore

di Padre Angelo Bellon

I DEMONI SONO CATTIVI NON PER LA LORO NATURA MA PER LA LORO VOLONTÀ

I demoni sono cattivi non per la loro natura (sono angeli per natura), ma per la loro volontà (San Tommaso, Somma teologica, I, 63, 4). La loro volontà è perversa. Non c’è da meravigliarsi che inducano gli uomini al male e poi godano della loro rovina. E tuttavia anche questo loro perverso godimento non li fa star bene ma è motivo di ulteriore tormento.

San Tommaso dice che i demoni godono massimamente del peccato di lussuria per la difficoltà di uscirne fuori (Somma teologica, I-II, 73, 5, ad 2). La sua affermazione è sulla linea di quanto già diceva Sant’Agostino il quale affermava che “il demonio gode specialmente dei peccati di lussuria e di idolatria” (Super Leviticum). Dice anche che “i demoni anelano massimamente a questo: che venga loro dato un culto divino” (Somma teologica, I-II, 85, 2, ad 3).

Ma è proprio per questi loro perversi desideri che vengono ancor più tormentati. Sant’Agostino dice che “il diavolo ha potere su quelli che disprezzano i precetti di Dio, e si rallegra di questo suo disgraziato potere” (Contra Manichaeos). San Tommaso precisa che “il timore, la gioia, il dolore ed altre simili cose, in quanto passioni non possono trovarsi nel demonio: infatti come tali appartengono propriamente all’appetito sensitivo, che è una facoltà che ha sede in un organo corporeo”.

Non si tratta pertanto di soddisfazioni sensibili come quelle del sarcasmo o cose del genere, ma di aspetti diversi della loro volontà nella quale “ci possono essere gioia e dolore sotto aspetti diversi perché si rallegrano per una cosa e se ne dolgono per un’altra (cfr. Somma teologica, I, 64, 3, ad 1).

Si rallegrano del peccato, ma soffrono per la loro perversa volontà e sotto un certo aspetto il loro tormento si accresce perché istigano gli uomini al peccato. Quella loro parvente soddisfazione è dunque causa di ulteriore dolore.

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