Chi crede in Gesù non rimane nelle tenebre
di don Ruggero Gorletti
–
MERCOLEDÌ DELLA QUARTA SETTIMANA DEL TEMPO DI PASQUA
Dal vangelo secondo Giovanni 12,44-50
In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
COMMENTO
«Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre». Chi crede in Gesù non rimane nelle tenebre. Tante volte la nostra vita sembra una serie di avvenimenti senza filo logico. Talvolta non capiamo quale sia il senso delle cose che ci capitano, o più in generale il senso della nostra esistenza. Gesù ci chiede di credere in Lui, e questo darà luce alla nostra esistenza. Credere non significa solo pensare che Dio esista, che sia una sostanza in tre persone e che Gesù sia vero uomo e vero Dio. Non significa solo ritenere che siano vere tutte quelle verità che la Chiesa Cattolica ci propone di credere. Questo è assolutamente necessario, ma non basta. Credere significa fidarsi di Dio, pensare che le sue parole siano vere, e agire di conseguenza, cioè in concreto fare quello che la parola di Dio e il magistero autentico della Chiesa (che la interpreta in modo autorevole) ci comandano. È questa la vera fede. Una fede che non incida nel modo di pensare e di vivere non è la fede cristiana. È solo una fantasia, un gioco mentale, che non ci dona luce e ci lascia nelle tenebre, una fantasia che non ci aiuterà a rendere migliore la nostra esistenza su questa terra e non ci gioverà per la salvezza eterna.