Haiti, chiese piene ma boom del Voodoo
a cura di Angelica La Rosa
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AD HAITI ANCHE I CATTOLICI FERVENTI (MA IGNORANTI) PRATICANO IL VOODOO
“Si dice che ad Haiti l’ottanta per cento degli abitanti sono cattolici e il cento per cento segue il voodoo“. Così ha scritto FIDES riportando le considerazioni di suor Marcella Catozza della Fraternità Francescana Missionaria di Busto Arsizio, che da 20 anni opera ad Haiti.
“Il sincretismo religioso è fortissimo, anche da parte dei cattolici ferventi, per cui la cultura tradizionale del voodoo è presente ovunque. Ad esempio prima di andare dal dottore vai dal guaritore, dove magari muori perché questi attua pratiche pericolose. Il cristianesimo non ha raggiunto ad Haiti il nucleo centrale della cultura, intesa come stile di vita delle persone. Finché non si arriva a quel livello, possiamo appiccicare una forma: le chiese sono piene ad Haiti, la domenica se non si arriva due ore prima dell’inizio della messa, bisogna portarsi la sedia da casa e rimanere nel parcheggio della chiesa per parteciparvi. Non è un problema numerico, di numero di fedeli; è un problema di formazione. Voodoo e fede cattolica viaggiano su due binari separati ma conviventi nelle stesse persone, che magari sono ferventi cattolici, capaci di pregare più rosari al giorno e poi andare a fare la pratica voodoo, dicendo che quest’ultima fa parte della loro cultura”.
La situazione ecclesiale nel Paese caraibico, in preda alle violenze delle gang criminali “è difficile come tutta la realtà di Haiti. La Chiesa rispecchia la realtà del Paese”. Suor Marcella vede comunque una luce di speranza. “In anni e anni di lavoro, le persone che operano con noi si sono finalmente rese conto che siamo lì per costruire qualcosa. Dopo 20 anni ci sono circa 80 persone che lavorano nella nostra opera tra educatori, insegnanti e personale di servizio che mandano avanti una scuola materna, una elementare, una casa di accoglienza per 150 bambini, di cui 40 sono disabili. Sono la prima ad essere stupita di come si mostrino capaci di andare avanti, anche senza la mia presenza.
Foto di copertina: Tracy Lundgren da Pixabay