I falsi miti del progresso

I falsi miti del progresso

A cura della Redazione 

LA SCHLEIN SUL MATRIMONIO EGUALITARIO E LA CANNABIS È IL SIMBOLO DI UNA SOCIETÀ CHE ANNIENTA I VALORI

“Falsi miti di progresso. Dall’Agenda 2030 al nuovo (dis)ordine globale” e il trans-umano che avanza, i temi della tavola rotonda che si è svolta a Roma sabato 24 febbraio, presso il Teatro Italia, organizzata da Pro Vita & Famiglia onlus con Cinabro Edizioni e dalla rivista Fuoco, alla quale hanno preso parte – oltre a Toni Brandi e Jacopo Coghe, rispettivamente presidente e portavoce di Pro Vita & Famiglia – anche Marcello Foa, Giorgio Bianchi, Gianluca Marletta, Giovanni Frajese, Boni Castellane e Francesco Toscano, con la moderazione di Daniele Dell’Orco.

«Mentre noi siamo qui a denunciare il pericolo di un “futuro senza futuro” e a difendere l’ovvio, messo in pericolo dai falsi miti del progresso e da quella politica che vuole sistematicamente smantellare la famiglia, la tutela della vita e la libertà educativa, c’è proprio chi, come la segretaria del PD Elly Schlein, ha dichiarato di avere come priorità il matrimonio egualitario e la liberalizzazione della cannabis». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus.

«Le battaglie per il bene delle famiglie e dei nostri giovani dovrebbero essere semmai di senso opposto. Il matrimonio egualitario significherebbe infatti spalancare le porte alle adozioni per coppie dello stesso sesso o a pratiche aberranti e illegali in Italia come l’utero in affitto e la compravendita di gameti. Voler aprire alla cannabis, invece – ha aggiunto Coghe – vorrebbe dire condannare migliaia di ragazzi a non avere futuro, a cadere nel baratro della droga e a mettere in serio pericolo la loro salute e quella degli altri. Progressisti e sinistra, incarnati dalle promesse di Schlein, vogliono tutto questo, vogliono il disfacimento dei valori della nostra società tramite l’imposizione di falsi miti del progressismo. È necessario tornare a poter affermare la propria opposizione a queste ideologie senza essere censurati o tacciati di intolleranza».

«Tra le idee che da cui originano i falsi miti del progresso c’è l’inganno dell’autodeterminazione dalla quale deriva la spregiudicata manipolazione della vita altrui» ha spiegato invece Toni Brandi in apertura dell’evento. «L’autodeterminazione è il delirio di onnipotenza dell’uomo che pretende una libertà senza limiti: qualsiasi desiderio diviene un diritto. Senza limiti l’uomo perde qualsiasi contatto con la realtà e lui stesso perde consistenza, l’uomo si annulla fino ad un vero e proprio autolesionismo come nel caso del percorso rovinoso che tanti intraprendono per “cambiare sesso”, ingannati dall’ideologia gender. Ma non solo – ha aggiunto Brandi – anche il presunto diritto di abortire, oltre a provocare la morte di un innocente, è una forma di grave autolesionismo, perché la madre stessa resta ferita nel corpo e nella psiche».

Secondo Toni Brandi, inoltre, «la totale e indiscriminata libertà porta chi è più forte ad abusare dei più deboli, come accade con i bambini, se non si riconosce la loro dignità tutto è possibile: si sdogana la pedofilia e la pedopornografia. Non fa notizia il numero dei bambini ed adolescenti che scompaiono in Italia ogni anno (17.130 nel 2022). Si ignorano i figlicidi (ogni due settimane un genitore uccide un figlio) per non parlare di tutti i bambini vittime delle guerre. Anche la donna finisce per essere trattata come un oggetto sessuale e viene dipinta dai media, social e pubblicità come sexy ad ogni costo». In tutto questo contesto, la conclusione di Brandi, «lo Stato assume un potere totalitario mascherato da democrazia e così calpesta i corpi intermedi, prima fra tutti la famiglia che dovrebbe invece essere non solo difesa ma privilegiata come culla della società, e si approfitta della falsa libertà delle persone – in realtà liquide e fragili – per manipolarle».

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