Alberto Bárcena denuncia l’olocausto dell’aborto
a cura della Redazione
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ALBERTO BÁRCENA, STORICO ED ESPERTO DI MASSONERIA: “SIAMO TUTTI SPRUZZATI DAL SANGUE INNOCENTE DEI BIMBI ABORTITI”
Javier Navascués, per conto del portale in lingua spagnola InfoCatolica, ha intervistato nei giorni scorsi Alberto Bárcena, storico spagnolo ed esperto di massoneria, in occasione della sua conferenza da titolo “Cattolici, svegliatevi: la battaglia culturale e l’aborto”.
“Occorre sostenere la lotta per la vita, il più importante diritto umano, senza il quale è impossibile costruire qualsiasi dichiarazione di diritti con vocazione alla permanenza e alla giustizia. Nonostante la devastante e onnipresente propaganda contraria, molti non si lasciano ingannare. Sanno di difendere la Verità – fede e ragione -, la legge di Dio e la dignità della persona umana, unica creatura fatta a immagine e somiglianza del Creatore. Satana sta perdendo la battaglia anche se ha causato un danno immenso a tante anime, non più capaci di distinguere tra il bene e il male, tra la legalità e la legittimità. L’aborto ha i giorni contati, così come l’influenza dell’angelo caduto sulla razza umana”, ha spiegato Bárcena.
Il dottor Bárcena ha invitato tutti i cattolici a svegliarsi e a combattere la battaglia culturale contro l’aborto perché “non possiamo ignorare l’Olocausto; il sangue degli innocenti che viene sparso su tutti noi; quelli di noi che pagano con le tasse, anche se non vogliono vederla, la sua morte; Non possiamo permetterci questo fatalismo, come se questo non fosse con noi. Ci verrà chiesto conto di tanto male; Il cattolico è chiamato ad essere luce in mezzo al mondo, non può essere complice del male, non possiamo normalizzarlo, né rimanere muti e impassibili quando la legge suprema a cui dobbiamo obbedire sopra ogni cosa viene sistematicamente e quotidianamente violata così”.
Per resistere all’aboro “le nostre armi sono prima di tutto spirituali. Solo Dio, come ci ha ricordato recentemente Mons. Munilla, può cambiare la storia. Dobbiamo quindi intensificare la preghiera, il digiuno e il culto, così come si propone la resistenza in questi quaranta giorni per la vita. Il risultato delle nostre richieste al Signore della Storia potrebbe non essere immediato, anche se a volte non ci vuole molto per vederlo. Ricordo il caso dell’Austria, liberata dal dominio sovietico dopo la Crociata riparatrice del Santo Rosario, organizzata da padre Petrus Pavlicek. Furono organizzati turni in tutto il paese affinché a ogni ora vi fossero austriaci che chiedevano alla Vergine la liberazione della loro patria. Ci sono state massicce fiaccolate e lo stesso governo è stato coinvolto. Circa 500.000 persone aderirono a quella crociata quando nel 1955 fu improvvisamente annunciato il ritiro delle truppe sovietiche che avevano lasciato il Paese nel mese di ottobre. Un altro precedente più remoto, ma più noto, è quello della battaglia di Lepanto nella quale furono abbondanti i segni dell’intervento divino. … Oltre a pregare, dobbiamo usare i nostri talenti. Ognuno al proprio posto può fare più di quanto possa pensare; La testimonianza davanti a parenti, amici e colleghi di lavoro è un modo per evangelizzare e condurre gli altri a Dio; anche se l’ambiente può sembrare inappropriato. Dio sorprende e agisce attraverso coloro che si mettono nelle sue mani con totale fiducia”.