Cure palliative, una alternativa all’eutanasia

Cure palliative, una alternativa all’eutanasia

di Andrea Bartelloni

IN NOVE REGIONI ITALIANE UN SEMINARIO DEDICATO ALLA LIBERTA’ E DIGNITA’ DELLA CURA

Il contemporanea in nove regioni italiane si è svolto il 18 Gennaio un seminario organizzato dal network “Ditelo sui tetti”, dedicato alla libertà e alla dignità della cura. Ai partecipanti è stato distribuito un volumetto curato dallo stesso network e da Centro Studi Rosario Livatino intitolato L’eutanasia non è la soluzione. 50 domande e risposte sul fine vita, per avere sempre cura della vita” (Cantagalli/Tempi, 2023) poiché scopo della serie di incontri era proprio aprire un dialogo tra Regioni e società civile per una sanità che garantisca a tutti il diritto a non soffrire, piuttosto che quello di essere uccisi. 

«La dignità dell’uomo deve essere supportata fino all’ultimo giorno e bisogna tornare a parlare di cultura della vita». Con queste parole il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli, ha portato i saluti del suo gruppo consigliare e del Consiglio regionale, che ha ospitato il seminario nell’Auditorium Giovanni Spadolini del Palazzo Pegaso della Regione Toscana. Il seminario toscano ha visto la partecipazione di esponenti del mondo politico, palliativisti, bioeticisti e giuristi che si sono confrontati sul tema delle cure palliative. 

Dopo i saluti di Domenico Menorello, portavoce di “Ditelo sui tetti”, network che ha organizzato i seminari, intervenuto in collegamento esterno, la dott.sa Giuliana Ruggeri, membro del Comitato Nazionale di Bioetica, (intervenuto sul tema il 14 dicembre 2023) ha illustrato alcune diapositive dalle quali è risultato evidente che nei paesi che hanno legalizzato l’eutanasia o il suicidio assistito, la presenza efficace delle cure palliative riduce il numero di richieste eutanasiche a dimostrazione che «restituire umanità all’accompagnamento nel morire» fa affrontare questo passaggio inevitabile con serenità anche alle famiglie coinvolte. 

Una diagnosi di malattia che prevede un esito infausto è uno «tsunami sul corpo del malato», ha detto Costanza Galli, medico e direttore UOC Cure palliative Azienda Toscana nordovest, che coinvolge il corpo, la mente, la famiglia, il lavoro, le amicizie, la sfera di valori e “le domande ultime” e quindi anche la parte spirituale. Porta alla solitudine, a una “morte sociale”, a sentirsi un peso per la famiglia e per la società. Spesso tutto questo è aggravato dalla povertà materiale di persone sole, anziane, con famiglie monoparentali e straniere. Per non parlare che molti farmaci sono in fascia C e, quindi, a pagamento. 

L’equipe della Cure palliative si trova ad affrontare tutti questi aspetti: clinici, etici, economici, comunicativi e relazionali. «Occorre anche sfatare alcune dicerie sulle Cure palliative», ha detto ancora la dott.ssa Galli: «Non accelerano la morte, né la ritardano, migliorano la qualità della vita, non la quantità. Mobilitano le energie della persona per renderla viva fino all’ultimo». 

L’avvocato Francesco Farri, del Centro studi rosario livatino, ha sottolineato la non necessarietà della legge regionale di iniziativa popolare su “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 242/2019” che «non è costituzionalmente necessaria». «La sentenza stabilisce la non punibilità dell’aiuto al suicidio, ma non dichiara illegittime le norme sul servizio sanitario nazionale che non stabiliscono procedure e tempi per l’aiuto al suicidio. La sentenza differenzia il trattamento di alcuni casi di aiuto al suicidio rispetto ad altri e non richiede un intervento del legislatore per completarla. La Corte auspica che la materia venga presa in considerazione dal legislatore senza obbligo vincolante, né detta i tempi, né suggerisce contenuti. La proposta di legge regionale rappresenta unicamente una proposta politica, rispondente a una precisa scelta ideologica”. Anzi «ha manifesti profili di incostituzionalità» in quanto il tema del diritto alla vita è di pertinenza delle leggi dello stato; come ricordato dall’Avvocatura Generale. Inoltre, ignora totalmente il tema delle Cure palliative togliendovi risorse. 

La dottoressa Giulia Bovassi, bioeticista e ricercatrice, si è soffermata sulle fondamenta etico-antropologiche della cura, sul “prendersi cura” del malato come incontro tra fiducia e coscienza che sta alla base del vero rapporto medico-paziente legato ad una triade di interventi: guarire, alleviare le sofferenze, sempre prendersi cura. Le Cure palliative si prendono cura del malato, non lo abbandonano, danno fiducia, speranza e dignità. 

La dottoressa Ruggeri, nel chiudere il seminario ha auspicato un sempre maggiore investimento nelle cure palliative perché «dove si tratta il dolore, si riduce la richiesta di eutanasia» e ha auspicato che questi appuntamenti prendano un ritmo annuale per tenera alta l’attenzione su un tema così importante per la qualità della vita. Con la fiducia che la materia non sia oggetto di leggi più permissive perché «la legge segna una mentalità» come testimoniano le statistiche dei paesi dove eutanasia e suicidio assistito sono legalizzati. 

I seminari regionali, con le varie relazioni, saranno presto disponibili su https://www.suitetti.org/

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