Il senso simbolico e profetico della chiamata dei pescatori
di Giuliva Di Berardino
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IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA
Domenica 21 gennaio 2024 – III domenica del Tempo Ordinato
Mc 1, 14-20
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”. Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
“Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. Queste sono le parole che Gesù dice a Simone e Andrea mentre gettavano le reti. Poi, è scritto sul Vangelo, chiamò altri 4 discepoli mentre stavano lavorando. Questo invito alla sequela di Cristo è anche per noi oggi, in questa terza domenica del tempo ordinario: oggi il Signore passa e ci chiama, come ha chiamato quei pescatori.
La chiamata dei pescatori ha un senso simbolico e profetico, indicato già nel AT, nel Libro di Geremia 16,15-16 che allude alla raccolta degli esuli in vista del ritorno nella terra promessa: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire i figli d’Israele dal paese del settentrione e da tutti i paesi dove li aveva dispersi, e li ha fatti ritornare sulla loro terra che aveva dato ai loro padri. Ecco io manderò molti pescatori, oracolo del Signore e li pescheranno”. È quindi il compimento della profezia il fatto che i primi chiamati dovranno essere «pescatori di uomini», perché saranno loro a chiamare tutto Israele alla conversione e al perdono.
Così Gesù, compiendo la Scrittura, comincia dagli ultimi, dai pescatori, da gente semplice, lontana dal tempio e dal cuore della religiosità, perché Egli desidera arrivare a tutto il popolo di Dio, fino a noi oggi. Diversamente da tutti gli altri rabbini, i quali accoglievano presso le loro scuole giovani studenti che facevano richiesta esplicita di essere guidati nello studio della legge, Gesù chiama pescatori.
Una nuova scuola di vita, un nuovo modo di imparare a stare con Dio che non è fissarsi dei concetti in mente, ma «seguire», che letteralmente dal greco significa proprio “camminare dietro” il Maestro, camminare dietro per imparare la sua vita, il suo esempio, e non solo le sue parole. Ed è evidente che questo nuovo modo di stare alla scuola di Gesù, seguendo i suoi passi, rievoca l’esperienza di Israele, che nell’ Esodo si è lasciato guidare da Dio e ha preso l’impegno di «camminare nelle sue vie» (cfr. Dt 10,12). Ma camminare dietro Gesù significa allora abbandonare le proprie sicurezze, affrontare un cambiamento radicale di vita, scegliere di camminare dietro di Lui e lasciarsi guidare da Lui.
Facciamo anche noi come gli apostoli, seguiamo Gesù e anche per noi oggi si compirà la parola che Gesù ha detto a loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”.