Il Signore dello Shabbat

Il Signore dello Shabbat

di Giuliva Di Berardino

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA 

Martedì 16 gennaio 2024 

Mc 2, 23-28

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: “Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?”. Ed egli rispose loro: “Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!”. E diceva loro: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato”.

Il Sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il Sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è Signore anche del Sabato”. Gesù oggi si proclama “Signore del Sabato”. Per i credenti ebrei, il sabato è il tempo abitato da Dio è lo spazio in cui l’uomo si riempie dello stupore per contemplare la bellezza di Dio, delle sue opere e gustare la sua intimità stando in famiglia, leggendo la Parola di Dio ai figli e celebrando attraverso il rito del Leka Shabbat e poi dell’Avdalà Shabbat l’entrata e l’uscita nel tempo santo, messo da parte da Dio stesso. Di Shabbat in Shabbat l’umanità viene santificata e la speranza del Messia abita la terra, attraverso l’augurio della pace per Israele e, attraverso Israele, per tutti i popoli della terra.

Shabbat è anche il giorno in cui l’uomo non può fare nessun lavoro, perché in questo giorno egli è chiamato a godere dei frutti del suo lavoro, a gustare la benedizione di Dio, che è per i credenti un Padre provvidente.

Ecco, nel Vangelo Gesù viene accusato di trasgredire la sacralità del giorno di sabato proprio  perché compie un lavoro, quello di sfregare le spighe di grano necessario per averne i chicchi con cui sfamarsi lui e i suoi discepoli. Gesù risponde alle accuse citando l’esempio del re Davide, il grande re d’Israele simbolo dell’elezione messianica riservata alla sua discendenza, perché Gesù è un discendente del re Davide, nato a Betlemme come il re Davide e questo corrisponde pienamente alle profezie che dichiaravano il messia un discendente del Re Davide, nativo di Betlemme.

Ecco allora che non è difficile capire come quì Gesù si identifichi nel Messia, affermando in modo chiaro che “il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato”, si proclama anche Signore della pace dello Shabbat. Ecco allora la buona notizia di oggi: abbiamo con noi il Signore dello Shabbat, Gesù di Nazareth, il Messia inviato a portarci il riposo e la pace. Allora oggi portiamo la pace la pace di Gesù Messia e preghiamo insieme, all’inizio di questo giorno, alcune parti del Salmo 62, un salmo attribuito proprio al re Davide: “Solo in Dio riposa l’anima mia, da Lui la mia speranza. Lui solo è mia rupe e mia salvezza, mia roccia di difesa: non potrò vacillare. In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; il mio saldo rifugio, la mia difesa è in Dio. Confida sempre in lui, o popolo, davanti a lui effondi il tuo cuore, nostro rifugio è Dio”. 

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