A Natale occhio a chi donate
di Pietro Licciardi
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È IL MOMENTO PREFERITO DAI FILANTROPI ACCHIAPPASOLDI MA NOI CHE SIAMO CATTOLICI E NON FESSI SAPPIAMO A CHI DARE I NOSTRI SOLDI
Natale è il momento preferito dai filantropi acchiappasoldi che fanno a gara per spillare quattrini facendo leva sul buonismo che la festa ispira e anche sul senso di colpa di noi privilegiati, che al caldo e al sicuro nelle nostre case, festeggiamo tra l’allegro sbrilluccichio di addobbi colorati e abeti multicolori.
E allora ecco che da tutte le parti spuntano spot di Save the children, Unicef, Medici senza frontiere, istituti di ricerca e perfino di noti influencer in cerca dell’obolo natalizio. Per carità, tutti animati da buone intenzioni anche se poi saltano fuori notizie come quella che ha riguardato la signorina Chiara Ferragni, multata dall’ Antitrust per essersi intascata un milione di euro provenienti dalla vendita di pandori lo scorso Natale, i cui proventi dovevano andare in beneficenza.
Ma noi, che siamo cattolici e non fessi, sappiamo bene a chi donare. Innanzitutto ai missionari che in ogni angolo del mondo condividono sul serio la sorte dei più poveri, dei perseguitati e dei derelitti, ai quali vanno fino all’ultimo centesimo le nostre offerte, altrove disperse tra uffici marketing, spot televisivi, produzione di merchandising… al punto che se all’ente benefico arriva un decimo di quello che abbiamo speso è grasso che cola.
Quest’anno il nostro pensiero va ai cristiani perseguitati, di cui si occupa la Aiuto alla Chiesa che soffre, sostegno e speranza per innumerevoli sacerdoti e cattolici che vivono nelle aree più pericolose del mondo. E anche ai cristiani del Libano, ultima nazione del Medio Oriente in cui i cristiani hanno piena cittadinanza e che da quando esploso il conflitto tra Israele e Hamas sta correndo il pericolo di disintegrarsi a causa di una situazione politica e sociale disperata.
Il Consiglio dei patriarchi e vescovi cattolici del Libano ha lanciato un appello in cui dicono che il loro «è il grido dei dimenticati, degli abbandonati e dei marginalizzati, quelli che vengono trascurati mentre il loro numero in Libano aumenta giorno dopo giorno. Questo grido è quello dei poveri bisognosi di denaro, pane e vestiti; è il grido dei malati che muoiono nelle loro case incapaci di sostenere i costi del trattamento».
«È il grido delle persone con esigenze speciali a causa dell’incapacità dei centri specializzati di servirli. È il grido dei nuovi poveri che sono caduti dalla classe media a quella povera e sono costretti a svolgere piccoli lavori multipli per guadagnare il loro pane quotidiano. È il grido dei pensionati e di coloro che sono privati di stipendi, e dei bambini privati di scuola e istruzione».
«È il grido di centinaia di migliaia di persone di diverse età, regioni e religioni che sono state condannate alla povertà e alla disperazione. Questo grido è il grido degli impiegati, degli insegnanti, degli infermieri, degli operatori sociali, degli assistenti medici, del personale militare e delle forze di sicurezza che svolgono ogni giorno un compito meraviglioso con quelli più bisognosi, in condizioni di lavoro dure che non si addicono alla dignità umana a causa della negligenza, dell’inattività e della corruzione degli ufficiali statali».
Dei poveri e dei rifugiati si occupa in Libano Oui pour la vie, che con enormi sacrifici tiene aperta una cucina che prepara pasti gratuiti, una scuola e un ambulatorio medico, per sostenere i quali si possono inviare offerte tramite bonifico sul conto: Oui pour la Vie, presso Unicredit Cascina (PI). IBAN: IT94Q0200870951000105404518; (BIC-Swift: UNCRITM1G05 se richiesto). Indicate nella causale del bonifico il vostro email / telefono cell e avvisate dell’offerta scrivendo a info@ouipourlavielb.com