Continua la persecuzione dei vescovi fedeli alla dottrina cattolica
di Angelica La Rosa
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NON CI SONO SPIEGAZIONI SUL MOTIVO DELLA SUA ESPULSIONE
La persecuzione dei vescovi che osano difendere la dottrina cattolica contro il “partito” eterodosso formato da alcuni cardinali e vescovi continua a produrre vittime. Questa volta è stata la volta del vescovo spagnolo, originario della Navarra, José Luis Azcona.
Dopo la rimozione del vescovo statunitense Joseph Edward Strickland e le sanzioni abitative ed economiche al cardinale, sempre statunitense, Raymond Leo Burke, adesso dal Vaticano hanno ordinato a mons. José Luis Azcona di lasciare la prelatura di cui è stato vescovo per 29 anni.
Così il Nunzio Apostolico in Brasile, Mons. Giambattista Diquattro, ha ordinato al vescovo emerito della prelatura di Marajó, proprio Mons. José Luis Azcona Hermoso, di non restare nel territorio della prelatura.
La notizia è stata confermata dall’amministratore diocesano di Marajó, padre Kazimierz Antoni Skorki.
La prelatura di Marajó, un territorio composto da nove comuni dell’isola appartenenti allo Stato del Pará e subordinato all’arcidiocesi di Belém do Pará, ha rilasciato una dichiarazione su Instagram affermando: “Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dalla Nunziatura sui motivi di questa richiesta né sui dettagli”.
Mons. José Luis Azcona, originario di Pamplona, Spagna, è stato vescovo di Marajó dal 1987 al 2016. Come vescovo emerito, ha partecipato al Sinodo dell’Amazzonia del 2019, dove si è distinto come una delle voci che hanno difeso la fede cattolica contro l’avanzata del sincretismo.
Il vescovo ha criticato la mancata presenza del “Cristo crocifisso” nell’Instrumentum Laboris, il documento di lavoro del Sinodo, sottolineando l’assenza dell’elemento centrale del messaggio evangelizzatore. Ha anche sottolineato l’omissione del concetto di peccato tra i popoli indigeni, ha difeso il celibato sacerdotale e ha messo in guardia dallo scandalo e dall’idolatria generati dall’uso delle immagini della Pachamama negli eventi del Sinodo amazzonico.
Nel 2009, mons. Azcona ha denunciato casi di pedofilia e sfruttamento sessuale di minori a Marajó, che coinvolgevano politici e imprenditori locali. Questa denuncia ha portato alla creazione della CPI sulla pedofilia nell’Assemblea Legislativa del Pará e nel Congresso Nazionale.
Secondo il quotidiano O Liberal de Pará, mons. Azcona dovrà lasciare Marajó a gennaio, quando entrerà in carica il nuovo vescovo, mons. José Ionilton Lisboa de Oliveira, nominato da Papa Francesco all’inizio di novembre.
Mons. José Ionilton è presidente della Commissione Pastorale per la Terra (CPT) e fa parte della Rete ecclesiale pan-amazzonica (Repam Brasile), istituita dal Papa dopo il Sinodo sull’Amazzonia.
I Vescovi scomodi vanno fatti tacere.
Come ai tempi dei Papi innAviynone.
Dove c’era il rekord, ancora mondiale, xi corruzione della Curia.
Le cose si toccano a vicenda.
A Roma, ieri, condannato il Cardinale Becciu, x pratiche commerciali scorrette, ma non coi soldi suoi, ma dstinati ai poveri.
Comunque Bonifacio 8° , mantiene a tutt’oggi, il primato assoluto