Il Natale: riscoprire e praticare le virtù

Il Natale: riscoprire e praticare le virtù

di Giuseppe Lubrino

LE VIRTÙ DA SEMPRE DISCIPLINANO L’AGIRE UMANO

Le virtù da sempre disciplinano l’agire umano e orientano le scelte che nel corso della vita si è obbligati a compiere. Ogni giorno si è, infatti, indotti a fare delle scelte perché l’esistenza umana possa espletarsi e realizzarsi e ciò che sia nel bene o nel male. La tradizione greco – romana seppur in una multiforme diversità di prospettive e di priorità aveva inquadrato come coordinate fondamentali – perché ogni uomo potesse essere e divenire pienamente e autenticamente uomo – e raggiungere la felicità sperata quattro nobili virtù attraverso le quali ogni uomo potesse raggiungere lo scopo: la prudenza, la temperanza, la fortezza e la giustizia.

Con l’avvento del cristianesimo e grazie allo sviluppo della riflessione teologica e filosofica, si aggiunsero al patrimonio etico culturale altre tre grandi virtù atte a far si che i credenti potessero raggiungere uno stato di umanità tale da compiacere oltre che la società anche il divino ed esse sono: la fede, la speranza e la carità. Tale settenario costituisce la base etica della morale cattolica. Ogni credente in virtù dei sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, eucarestia e cresima) è esortato a vivere e svolgere la propria vita a partire da questi habitus ossia disposizioni dell’animo umano a compiere il bene ed evitare il male.

Le virtù cardinali (giustizia, prudenza, fortezza e temperanza) associate alle virtù teologali (fede, speranza e carità), costituiscono per i fedeli il sentiero da percorrere per vivere la propria esistenza secondo l’insegnamento del vangelo. Il mistero del Natale “ricorda” al mondo lo stile di Dio: sobrietà, umiltà, nascondimento. L’umiltà è una prerogativa esclusiva del Cristianesimo. Agire con umiltà è fonte di virtù poiché l’umiltà è la strada giusta per imparare ad apprendere e praticare l’empatia: la capacità di immedesimarsi negli altri, cogliere nel loro volto un barlume della loro anima. D’altronde quale è il senso della morale cattolica? Se non quello di predisporre i credenti ad “imitare” gli atteggiamenti del Maestro al fine di vivere le proprie relazioni interpersonali in modo stabile e duraturo.

La dimensione relazionale è il campo di prova per conseguire la santità della vita a cui il vangelo invita la quale, non consiste affatto solo ed esclusivamente nella capacità di compiere prodigi o ricevere doni “soprannaturali”, la sanità può essere e, talvolta, è stata anche questa ma non solo. Aspirare a conseguire la santità è innanzitutto vivere la Parola di Dio nell’ordinario della propria vita, significa acquisire la capacità di essere resiliente: imparare a reggere gli urti a cui la vita costantemente espone.

Fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri” (Fil 4,8).

L’apostolo esorta a praticare le virtù per poter vivere un’esistenza piena e felice. Il mistero del Natale “annuncia” che è possibile vivere gli insegnamenti di Gesù, è possibile essere felici ‘qui ed ora’ nonostante la realtà del male. Il Natale autorizza a poter aspirare di essere persone migliori e realizzate, di progredire nel cammino della vita e di crescere e maturare nella fede. I racconti biblici che ruotano intorno al mistero dell’incarnazione (cf. Mt 1,25-2,1; Lc 2,1-20; Gv 1,14), costituiscono delle narrazioni protese a mostrare come peculiarità del Dio della Bibbia nella storia umana è quella di rendere possibile ciò che, apparentemente e secondo i nostri criteri valutativi, non lo è.

La salvezza proposta dalla Sacra Scrittura è offerta a tutti gli esseri umani e si realizza tra le trame della storia collettiva e personale di ciascuno. Dio con il Natale ci “ricorda” che, il più delle volte, “i nostri pensieri non sono i suoi pensieri e le nostre vie non sempre corrispondono alle sue” (cf. Is 55,8). Tuttavia, Gesù rappresenta l’ anello di congiunzione tra noi e Dio e tra Dio e noi. Grazie a Lui e alla via che nel corso della sua vita terrena ha tracciato noi possiamo fare esperienza della salvezza e possiamo toccare l’eterno nel tempo e il tempo può trasformarsi in eternità.

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