Ma quanto è folle il femminismo?
di Pietro Licciardi
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LE FEMMINISTE AVVERSANO INNANZITUTTO LA CHIESA, PROPRIO COLEI CHE LE HA EMANCIPATE DALLA SUDDITANZA E DALLA SCHIAVITU’
Le ideologie, di qualsiasi genere, fanno perdere il senno all’uomo, e alla donna, perché ragionando secondo sistemi concettuale costruiti a tavolino o elaborati all’interno di gruppi sociali chiusi inevitabilmente si finisce per perdere il contatto con la realtà, fino al punto in cui se la realtà mostra di contraddire il costrutto ideologico… tanto peggio per la realtà. Questo è vero fin della nascita dell’illuminismo, i cui adepti a forza di immaginare una società nuova e perfetta hanno infine deciso di metterla in pratica con la Rivoluzione francese, salvo costatare che ciò che immaginavano mal si adattava a quella che era la realtà del loro tempo e così, anziché riconoscere i propri errori tanto peggio per i fatti, che hanno cercato di piegare alle loro bislacche idee a suon di ghigliottina e di massacri. Lo stesso per il bolscevismo, che per convincere le masse di quanto fossero magnifiche e progressive le sorti del marx-leninismo ha dovuto riempire di gulag e di cimiteri tutti i Pesi in cui ha cercato di costruire uomini e società nuove.
La storia purtroppo continua, in peggio. Infatti adesso dobbiamo far fronte ad una moltiplicazione di ideologie: dall’ambientalismo al gender, al mai morto socialcomunismo, all’immigrazionismo… e chi più ne ha ne metta.
Per dimostrare l’idiozia dell’homo ideologicus prendiamo ad esempio in considerazione il femminismo. La donna, scriveva Simone de Beauvoir, è stata molto immiserita dall’avvento del cristianesimo; una idea questa ormai radicata non soltanto nel mondo femminista essendo diventato un luogo comune accettato perfino all’interno del mondo cattolico. Eppure basterebbe una ricognizione, anche superficiale, di quella che era la condizione della donna nel mondo antico, perfino in società evolute per i tempi, come quella greca o romana, oppure ancora oggi là dove non è arrivata la civiltà cristiana, come nell’oriente buddista, taoista e shintoista, nell’Islam o nell’India induista.
Ma, come dicevamo, i fatti per chi ha subito l’intossicazione ideologica non contano e così si continuano a propinare autentiche fandonie, peraltro senza alcun supporto di fonti, per convincere che l’origine della soggezione delle donne è la Chiesa, che nei suoi concili avrebbe addirittura discusso se la donna appartenesse al genere umano o avesse un’anima. La Chiesa! Che dopo Cristo onora Maria, una donna, scelta nientemeno per essere colei che avrebbe portato nel suo grembo il Salvatore del mondo!
Se si studiasse un po’ meglio il Medioevo cristiano si saprebbe che le donne vissero in quell’epoca la loro epopea, fondando i primi ospedali, creando ordini religiosi, guidando monasteri, anche maschili, reggendo le sorti di regni e casate ogni qualvolta gli uomini si assentavano per lunghi periodi, dedicandosi alle arti scientifiche e all’insegnamento.
Oltre al Medioevo però si dovrebbe studiare meglio la storia in generale, scoprendo magari che prima dell’avvento di Cristo la donna è assolutamente secondaria e marginale – come del resto ancora oggi là dove il cristianesimo non ha portato la sua luce -. Nel mondo greco le era quasi vietato uscire di casa, in quello romano era giuridicamente incapace e si trovava sotto perpetua tutela dell’uomo, padre e marito; presso i popoli germanici era ostaggio della forza maschile mentre presso gli ebrei era passibile di ripudio e giuridicamente inferiore. In Cina e India era – ed è – vittima di infiniti abusi e violenze, compreso l’infanticidio mentre nell’induismo è forma inferiore di reincarnazione. E’ sottoposta alla poligamia, umiliante affermazione della sua inferiorità, e al ripudio unilaterale nel mondo islamico e animista; presso diverse culture ha una patente inferiorità giuridica ed è sottoposta a mutilazioni fisiche.
E’ con l’avvento del cristianesimo che cambia tutto, peraltro unica religione in cui il rito di iniziazione e quindi di ammissione alla comunità, cioè il battesimo, è uguale per uomini e donne. Inoltre condanna l’esposizione dei bambini e l’infanticidio, limitando drasticamente una pratica presente in tutto il mondo, dall’antica Roma, alla Cina e all’India di oggi: l’infanticidio, che molto più spesso riguarda le bambine; come del resto l’aborto, rivendicato dalle femministe come un “diritto”. Il matrimonio cristiano poi è imprescindibilmente monogamico e indissolubile e oltre a sottintendere e implicare anzitutto la pari dignità degli sposi non rende lecito ripudiare la moglie, come fosse un oggetto, né sostituirla con delle concubine o amanti
Purtroppo per motivi di spazio ci dobbiamo fermare qui. Non senza però aver prima notato – a proposito di idiozia – che il femminismo non solo avversa in ogni modo la Chiesa, ma fa propria e difende nei fatti quella società borghese e liberale che avendo eroso l’influsso del cristianesimo sulle società occidentali in virtù del suo laicismo materialista, ha progressivamente ricacciato la donna in un ruolo di sudditanza e soggezione; in quel ruolo di “donna oggetto”, dalla quale era stata emancipata dal cristianesimo.