Quanti sono gli ucraini rifugiati in Europa?
di Pietro Licciardi
–
LE STIME RESE NOTE DALL’UNHCR PARLANO DI 6,3 MILIONI, DUE E MEZZO IN PIU’ RISPETTO ALLE STIME DI INIZIO CONFLITTO
In una intervista di Informazione Cattolica a Ugo Poletti, italiano residente a Odessa spesso ospite di queste pagine, accennammo all’emergenza demografica dell’Ucraina, che in futuro dovrà fare i conti non solo con l’alto numero di uomini e donne in età fertile uccisi o menomati al fronte ma anche con la massiccia emigrazione provocata dal conflitto.
Recentemente il sito di osservazione e analisi demografica Neodemos ha riportato che secondo le stime dell’UNHCR, l’agenzia umanitaria dell’ONU che si occupa di proteggere e assistere le persone costrette a fuggire a causa di conflitti e violenze, a giugno di quest’anno sono 6,3 milioni gli ucraini sfollati nei paesi dell’Unione; due milioni e mezzo in più rispetto le stime all’inizio del conflitto, mentre 17 milioni si trovano ancora in Ucraina ma hanno bisogno di sostegno umanitario. Per un paese che all’inizio del 2021 contava 43,7 milioni di abitanti, significa che oltre un quarto della popolazione è stata costretta dalla guerra a lasciare le proprie abitazione e più della metà sta soffrendo un peggioramento delle proprie condizioni di vita.
L’Unione europea fin dai primi giorni dell’invasione russa ha assicurato la protezione temporanea per un anno ai cittadini ucraini, poi prorogata a marzo 2024, e l’ UNHCR riporta che tra i paesi che hanno sottoscritto il Refugee Response Plan (RRP) la Polonia è quella che accoglie il maggior numero di rifugiati: 968 mila unità. Seguono la Repubblica Ceca (368 mila), la Moldova (116 mila) e la Slovacchia (107 mila), mentre negli altri sei paesi che hanno sottoscritto il RRP le cifre restano al di sotto le 100 mila unità. I due altri paesi confinanti, Federazione Russa e Bielorussa, accolgono complessivamente 1,3 milioni di rifugiati dall’Ucraina. La parte più cospicua è quella ospitata in Russia, dove sono presenti 65.400 persone a cui è stato garantito lo status di rifugiato o di asilo temporaneo e 1,27 milioni registrate sotto altre forme. Con questi numeri la Russia è il paese che sinora ha accolto il flusso maggiore di profughi ucraini.
Negli altri paesi europei, a inizio settembre di quest’anno sono stati registrati complessivamente 2,6 milioni di rifugiati ucraini e risultano 2,28 milioni di richieste di riconoscimento di qualche forma di protezione umanitaria. Il paese con il maggior numero di persone accolte è la Germania, con 1,086 milioni di unità, seguita dal Regno Unito (210 mila), dalla Spagna (186 mila) e dall’Italia (167 mila).
Nei Paesi dell’Unione l’accoglienza è avvenuta nel quadro della direttiva sulla protezione temporanea che ha assicurato un chiaro status giuridico alle persone in fuga dalla guerra e l’accesso sistematico ai diritti sociali. L’Ufficio statistico dell’UE, che raccoglie e pubblica dati sui beneficiari di protezione temporanea, ha reso noto che dall’agosto dello scorso anno al luglio del 2023, gli ucraini che usufruivano di questa forma di tutela sono complessivamente passati da 3,7 milioni a 4,155 milioni.
Ovviamente la maggior parte degli ucraini assistiti sono donne, il 64%, mentre tra i maschi i minori sono il 48%, le persone in età da lavoro il 47,4% e gli anziani il 4,6%. In alcuni casi, come quello polacco e italiano, i minori arrivano a superare il 60%.
Dopo un anno e mezzo di conflitto l’esodo dall’Ucraina ha raggiunto dimensioni notevoli. Il grosso del peso di questo sforzo è sostenuto dai paesi dell’Unione che hanno messo in campo lo strumento della protezione temporanea, mai utilizzato in precedenza su una scala così ampia. Il futuro della presenza ucraina dipenderà dall’andamento del conflitto e dalla volontà dell’UE di mantenere questa forma di protezione.
Su un possibile ritorno dei rifugiati nel proprio paese pesa ovviamente la soluzione del conflitto e il ritorno alla normalità, ma sul futuro di quest’esodo peserà anche il livello di integrazione che i profughi ucraini raggiungeranno nei paesi ospiti e che potrebbe farli optare per un trasferimento definitivo, magari accompagnato da ricongiungimenti familiari.
Da questo punto di vista, gli sforzi che l’Italia ha messo in campo per favorire l’inserimento dei rifugiati appaiono talmente modesti che difficilmente potranno stimolare spostamenti di lungo periodo. Dal nostro punto di vista sarebbe auspicabile un maggiore impegno. Gli ucraini sono europei e con loro condividiamo un background religioso e culturale e non c’è dubbio che per compensare il nostro deficit demografico sarebbero preferibili di gran lunga loro ai clandestini che giungono in massa dall’Africa e dal Medio Oriente, di cui non sappiamo nulla, se non che nella maggior parte dei casi sono animati da uno spirito di odio e di rivalsa nei confronti dell’infedele e “colonialista” Occidente.