Nessun compromesso con Halloween
di Alberto Castaldini
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I GIORNI DOPO HALLOWEEN
Come da copione l’Italia ha “celebrato” la festa di Halloween. E anche quest’anno la solennità di tutti i Santi è rimasta sullo sfondo del calendario. Nella migliore delle ipotesi è passata in second’ordine, diventando semplicemente il “giorno dopo” la festa vera: quella divertente, dove al cimitero ci si va non per pregare sulla tomba dei defunti ma per scherzare mascherati.
Non si vogliono alimentare contrapposizioni sociali o culturali – come temuto da qualche curia diocesana, che ha preferito non dare direttive a parroci, educatori o catechisti. Però ci sembra che, per la protezione di bambini e ragazzi, qualche indicazione pastorale in più, in occasione della consumistica Halloween, non nuocerebbe, soprattutto sul piano educativo, a beneficio magari anche di quei genitori un po’ a digiuno di buon senso prima che di catechismo.
Per questo tanto più stridono le non troppo isolate iniziative parrocchiali che, mosse senza dubbio dalle migliori intenzioni, hanno ospitato nei propri spazi la “carnevalata” horror pensando ingenuamente che il luogo o la cornice avrebbero “benedetto” o in qualche modo “assecondato” un evento collettivo ritenuto ormai sdoganato.
Ben diversa è l’iniziativa di molte altre parrocchie, da nord a sud, che hanno riconvertito Halloween in una vigilia gioiosa di Ognissanti, con momenti insieme per bimbi e adolescenti, accompagnati – perché no? – da una preghiera per la pace in un mondo dilaniato dalle guerre. Fugate le tenebre, la luce si è fatta subito strada (Mt 5,14-16) e – come possono testimoniare i partecipanti – il divertimento è stato garantito.
La proposta ha trovato seguiti in tutta Italia. Quindi, non sembra così inevitabile subire la “ormai sdoganata” Halloween arrivata da Oltreoceano, né tantomeno pare necessario intraprendere paventate “crociate” divisive, dannose e alla fine controproducenti. Anzi, si possono evitare dazi e balzelli morali (nonché costi economici non indifferenti per le famiglie), proponendo formule di pastorale giovanile la cui “concorrenza” spirituale e giocosa può risultare vincente. Decisivo è iniziare a offrirle – ormai con una certa dose di coraggio – senza sbrigativamente cedere alle “mode”.
Così, ad esempio, è avvenuto nelle Marche a Fabriano, dove due parroci, don Aldo Buonaiuto e don Antonio Ivan Esposito, hanno organizzato per i bambini una festa luminosa dei Santi: giochi, regali, merenda, fiaccolata fino alla cattedrale e una preghiera per la pace. Alla fine, pizza per tutti. Meglio di così! Naturalmente non sono mancate le reazioni. C’è persino chi – esponente della maggioranza in consiglio comunale – ha accusato i due parroci di cattolicesimo “vendicatore” e “pauroso”.
Eppure – basta leggere le cronache del “giorno dopo” – chi ha a cuore la comunità civile dovrebbe sapere che non sono mancati episodi tragici sulle strade (l’incidente di Linate, alle porte di Milano, dove sono morti due giovani) o atti di vandalismo, dal Veneto (a San Bonifacio, in provincia di Verona, distrutti gli addobbi dei commercianti e le zucche diventate palloni) alla Puglia (a Bari presi a sassate gli autobus), alla Campania, dove a Bacoli, nei pressi di Napoli, sono persino stati posizionati dei feretri, bare vere con fiori, croci e foto di defunti, lungo una strada insanguinata da incidenti mortali. Dov’è allora l’oscurantismo? Dove il “pauroso”?
Ogni anno ad Halloween si intrecciano due piani: quello metafisico e quello culturale. Il primo offende il sentimento religioso, dissacra i luoghi della fede e della pietà, per sfociare infine nel sacrilego. Il secondo è socialmente diseducativo con conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Non mancano sacerdoti ed educatori che pensano si debba stare al passo con i tempi, accettando abitudini e costumi ormai radicati.
C’è chi ritiene, più ottimisticamente, si possa guardare ad Halloween con simpatia, cogliendo l’occasione per far riflettere i giovani sulla vita dopo la morte, su un “oltre” cui guardare con speranza, non soffermandosi sul “negativo” ma evidenziando piuttosto, in un’ottica cristiana, la bellezza di un messaggio. Ma non è proprio il “lato oscuro” della festa che suscita tanto richiamo? Una ragione c’è ed è anticristiana (Halloween non coincide forse col Capodanno dei satanisti?), cui si aggiunge la cornice consumistica in cui è calata questa “ritualità” collettiva e che lascia ben poco spazio alla riflessione. Come a ogni tipo di compromesso.
* Responsabile Comunicazione dell’Associazione Internazionale Esorcisti
Fonte: https://www.aieinternational.it/il-giorno-dopo-halloween/