Prima dell’azione viene l’intenzione
di Giuliva Di Berardino
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IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA
Lc 11, 37-41
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro. Si conclude così il vangelo che oggi la liturgia della Chiesa ci propone. La perplessità del fariseo, che nota e si meraviglia che Gesù non avesse fatto le abluzioni, cioè non avesse fatto un rito importante per un ebreo, quello della purificazione delle mani per poter prendere il cibo. Si tratta di un gesto accompagnato da una preghiera, perché è necessario nutrirsi, prendere il cibo ma è importante farlo in un certo modo: non per riempire solo il ventre, non per soddisfare delle voglie, ma per poter restare attivi e operosi nel bene.
Mangiare è un atto che esige educazione, compostezza, senso del limite e anche rendimento di grazie per chi ha preparato il cibo e per come quel cibo è giunto a noi perché possiamo nutrircene. Nell’antichità l’azione del mangiare era strettamente collegata all’uso delle mani: era necessario purificare le mani sicuramente per un fattore igienico, ma per il popolo d’Israele purificare le mani erano il simbolo delle azioni, e le azioni seguono le intenzioni. Bisognava lavare le mani per purificarle, perché le mani purificate non sono semplicemente mani pulite: sono mani lavate nella preghiera, pure, perché lavate dall’avidità e dall’ingratitudine.
Ora, che il fariseo si meraviglia che Gesù non abbia svolto il rito delle abluzioni è giusto, eppure Gesù, appena percepita la meraviglia del fariseo, parla direttamente a tutti i farisei lì presenti offrendo una spiegazione per questo suo comportamento: Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro. Innanzitutto questa frase significa che Gesù non ha saltato l’abluzione per dimenticanza, ma espressamente, per avere l’occasione di parlare ai farisei.
Ecco, oggi anche per tutti noi, che spesso ci meravigliamo di come mai il Signore agisce in modo diverso da come dovrebbe, secondo i nostri criteri, Gesù insegna la stessa verità che insegnò quel giorno a quei farisei: siamo concentrati tutti sulle azioni, su quello che si fa, ma prima dell’azione viene l’intenzione.
Se dunque c’è qualcosa da purificare perché tutto sia puro in noi non sono le mani, cioè le nostre azioni, ma le nostre intenzioni, quello che c’è dentro. Chiediamo allora oggi lo Spirito Santo perché ci renda degni commensali di Gesù, purificati non solo nelle mani, cioè nelle nostre azioni, ma nel cuore.