Compose inni religiosi straordinari
di Mariella Lentini
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ECCO CHI E’ SAN ROMANO IL MELODE
Può un sogno trasformare un umile sacerdote in un poeta e cantante di eccezionale successo? Sembrerebbe di sì secondo la leggenda di cui è intessuta la vita di San Romano detto il Mèlode, parola di origine greca che significa “cantore”. Romano nasce nel 490 circa a Emesa (Homs, Siria) in una famiglia ebrea. Si converte al cristianesimo e, abbracciata la vita religiosa, diventa uno studioso della teologia, cioè di Dio. Si trasferisce a Beirut (Libano) e, poi, a Costantinopoli (Istanbul, Turchia).
Romano è un bravo sacerdote e predicatore quando un fatto eccezionale dà una svolta alla sua vita. La tradizione parla di un semplice sogno. E’ la notte tra il 24 e il 25 dicembre, una Vigilia di Natale. Romano sogna Maria, la Madre di Gesù, che gli porge una pergamena arrotolata, invitandolo a mangiarla. Il sacerdote inghiotte il rotolo di carta e, al suo risveglio, si sente una persona nuova. All’improvviso avverte di aver ricevuto il dono di comporre poesie e canzoni sublimi. Il giorno di Natale, infatti, durante la funzione religiosa, invece di predicare come al solito per comunicare la gioia della nascita di Gesù, Romano intona una canzone in lingua greca, dalla melodia meravigliosa, usando parole che toccano i cuori. E’ subito un successo strepitoso. Il teologo diventa famosissimo e la sua creatività nel comporre inni religiosi non si ferma. Si racconta che ne abbia scritti mille (alcuni dei quali composti da oltre cinquecento strofe), anche se ai giorni nostri ne sono arrivati solo ottantanove. Romano canta la sua gioia e la sua fede, e le trasmette agli altri. Cantare per lui è come pregare e parlare del Vangelo. E i fedeli che lo ascoltano restano incantati dalla bellezza dei suoi canti. Attraverso le poesie e le canzoni che chiunque può ripetere tra sé e sé o assieme agli altri fedeli, anche il popolo meno istruito riesce ad accogliere in maniera più immediata e semplice il messaggio cristiano: Gesù e la missione data agli apostoli di predicare al mondo intero, il pentimento dei peccati, la conversione e il proposito di cambiare vita, l’esempio dei Santi, il valore dell’umiltà, la carità verso i più deboli. Riconoscente alla Madonna per il dono ricevuto, Romano termina quasi tutti i suoi canti con una lode a Maria, Regina del Cielo e della Terra. Romano “il Mèlode” muore a Costantinopoli nel 556, a 66 anni, acclamato e amato da tutti come un santo.