Russia-Ucraina. Pace ora o mai più (Deep State americano permettendo!)
di Pietro Licciardi
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LA CONTRO-OFFENSIVA NON STA ANDANDO BENE E KIEV POTREBBE ESSERE DI NUOVO DAVANTI AL BIVIO: COMBATTERE A OLTRANZA RISCHIANDO TUTTO O CAPITALIZZARE I VANTAGGI POLITICI FIN QUI OTTENUTI?
L’offensiva militare ucraina cominciata a maggio non sta andando bene. Nonostante i mezzi corazzati e blindati, più altri sistemi d’arma forniti dall’Occidente i progressi delle truppe di Kiev sul campo sono minimi. Solo dopo molti giorni dall’inizio delle operazioni è stata raggiunta e superata la prima linea delle difese russe a Velyka Novosilka e da allora gli ucraini stanno cercando di allargare la breccia per conquistarsi un’area di manovra sufficientemente ampia per non essere bersagliati da tutte le parti dai cannoni russi e continuare eventualmente a procedere verso gli sbarramenti anticarro e le successive linee di trincee. Ma a parte questo avanzamento non vi sono al momento altre conquiste degne di nota, mentre prosegue il logorio dei mezzi, il consumo delle munizioni e soprattutto la perdita di uomini.
Secondo il generale della riserva Paolo Capitini e l’analista storico militare Mirko Campochiari, intervistati sul canale Youtube di Ivan Grieco, ormai c’è da farsi poche illusioni e un successo tale da portare ad una significativa svolta del conflitto sembra assai improbabile. Tanto più che ormai manca poco all’inizio delle piogge autunnali che trasformeranno il campo di battaglia in un pantano che renderà assai difficile il movimento dei cingolati e dei ruotati. Certo, in una guerra le sorprese sono sempre possibili ma al momento non si vede la possibilità che qualcosa di importante sul piano militare possa accadere.
Uno scetticismo condiviso anche da altri analisti come Mark Milley, capo di stato maggiore dell’esercito americano fino al 2019, che costatando i progressi minimi ottenuti a fronte di un gran consumo di mezzi e soprattutto di uomini, dubita l’offensiva in corso possa recare un qualche vantaggio agli ucraini, i quali tra l’altro sono giunti alla tredicesima mobilitazione, richiamando alle armi uomini sempre più anziani dopo aver abbassato i requisiti fisici minimi. Anche l’addestramento sta diminuendo sensibilmente il che non solo fa aumentare le perdite ma rende difficile l’utilizzo delle armi sofisticate inviate dalla Nato, pensate per essere usate da soldati professionisti.
Insomma sembra sempre più necessario far si che Russia e Ucraina si decidano una buona volta a intavolare dei negoziati per non portare avanti all’infinito un conflitto quantomai sanguinoso e costoso per entrambi. Tanto più che importanti risultati politici, secondo il genare Capitini, sono già stati raggiunti da Kiev, che prima della invasione vedeva il suo futuro di stato indipendente, e perfino la coesione interna, assai incerte con una nazione ritenuta una grande potenza sull’uscio di casa che aspettava solo il momento buono per ridurla allo stato di satellite o addirittura inglobarla. Adesso questo pericolo non c’è più poiché la Russia ha capito che l’Ucraina non si considera affatto un vassallo dell’impero e da ora in poi dovrà essere considerata come un qualsiasi altro stato.
Sicuramente questo comporta un costo per Kiev, che non potrà che essere territoriale, ma ciò rientra nella logica della politica. Anche l’Italia, ricorda il nostro generale, pagò l’alleanza della Francia nella seconda guerra di indipendenza con la cessione di Nizza e della Savoia e fu costretta a perdere l’Istria e parte del territorio di Trieste dopo la seconda guerra mondiale. Sacrifici non di poco contro, che furono fatti per ottenere quello che allora fu ritenuto essere un bene maggiore. Del resto anche la Russia, a fronte dello smacco sia politico che militare subito ha tratto sul piano internazionale un qualche vantaggio, potendo contare su nuove alleanze che le hanno fatto acquistare un certo peso su scacchieri nei quali in precedenza aveva un ruolo solo marginale.
Insomma sembra che anche in questo caso – come subito dopo il fallito colpo di mano russo del marzo 2022 – l’Ucraina sia di fronte ad un bivio: mantenere la sua intransigenza e portare avanti una guerra che sta consumando enorme risorse e intere generazioni di ucraini o cominciare a trattare adesso che è ancora in una posizione di relativa forza? Perché come ha ricordato il generale Capitini una offensiva che non porta alla vittoria inevitabilmente rende notevolmente più deboli di quando si è iniziata e a quel punto l’avversario potrebbe essere tentato di scatenare a sua volta una offensiva che potrebbe mettere l’esercito ucraino in condizioni di non poter più combattere.