di John Paul Jones*

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LE PIÙ GRANDI CORPORATIONS, PUR PERDENDO INGENTI SOMME DI DENARO, CONTINUANO A DARE SUPPORTO A CHI VUOLE A TUTTI I COSTI PERORARE LA CAUSA LGBTQ

Qui negli USA ci sono due città dove si mandano in onda programmi TV per vedere che presa fanno sul pubblico. Una è Los Angeles, la seconda è Sacramento, dove io vivo.

Ora si stanno preparando i programmi per l’autunno. I tabelloni pubblicitari informano che tra poco comincerà una nuova serie Tv chiamata “THE NEW FAMILY”.

Ora fate attenzione al nome della serie televisiva. Sì perché la cosiddetta “New Family” è costituita da due uomini sulla quarantina, gay, con una ragazzina adolescente che si intuisce adottata. Ecco questa sarebbe la New Family che si vuole proporre. Se una cosa del genere fosse stata proposta anche 10 anni fa non solo questo avrebbe fatto scalpore ma chi l’ha proposta sarebbe stato arrestato e condannato per pedofilia. Ma ora, invece, queste cose fanno parte del “mondo alla rovescia”.

Sempre qui negli USA abbiamo avuto il “Pride Month” ovvero il mese per celebrare l’orgoglio LGBTQA+. Nelle principali catene di grandi magazzini tutto era addobbato per celebrare questo “Pride Month”. E’ stato un flop clamoroso! Le vendite sono calate in maniera impressionante. Si perché le famiglie normali, che per fortuna esistono ancora, si sono rifiutate di portare i loro bambini in quei negozi.

Già c’era stato qualche mese prima il flop di una nota marca produttrice di birra. Eppure anche le più grandi corporations, pur perdendo ingenti somme di denaro, continuano a dare supporto a chi vuole a tutti i costi perorare la causa LGBTQ.

Qui si ha la sensazione che questo stato di cose sia imposta dall’alto. Appena uno Stato dell’Unione cerca di mettere freno a questa mania dell’LGBTQ subito tutto il sistema giudiziario si mette in moto e a grande velocità.

* Corrispondente di Informazione Cattolica dagli Stati Uniti