“Le anagrafi italiane non sono il laboratorio per le sperimentazioni sociali”
A cura di Angelica La Rosa
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JACOPO COGHE: IMPUGNANDO GLI ATTI DI NASCITA CON L’INDICAZIONE DI “DUE MADRI”, CHE ATTESTANO IL FALSO, PERCHÉ NESSUNO È MAI NATO DA DUE DONNE, LA PROCURA DI PADOVA HA DIFESO LO STATO DI DIRITTO E LA REALTÀ DELLE COSE
«Le anagrafi italiane non sono il laboratorio per le sperimentazioni sociali delle Famiglie Arcobaleno e dei sindaci del Partito Democratico: impugnando atti di nascita che attestano il falso, perché nessuno è mai nato da due donne, la Procura di Padova ha difeso lo Stato di Diritto e la realtà delle cose. Ad aver messo quei bambini in una situazione di disagio sociale non è stata la Procura che fa rispettare la legge richiamando la giurisprudenza della Cassazione, ma le coppie che hanno deciso di privarli per sempre del papà che avevano il diritto di conoscere e dei Sindaci del Pd che hanno manipolato ideologicamente i loro atti di nascita per gratificare un loro segmento elettorale. Basta mettere al mondo bambini orfani di padri e madri vivi, basta uteri in affitto, basta commercio di gameti umani, basta mercato dei figli».
Lo dichiara in una nota Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, commentando la richiesta della Procura di Padova di annullare 33 atti di nascita formati dal Comune dal 2017 ad oggi con l’indicazione di “due madri”.