Mons. Schneider chiede al Papa di non concedere a vescovi e laici lo stesso diritto di voto al Sinodo
di Angelica La Rosa
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“IL PROVVEDIMENTO MINA LA COSTITUZIONE DIVINA DELLA CHIESA”
Il vescovo Athanasius Schneider, in un’intervista con Diane Montagna per il Catholic Herald, chiede a papa Francesco di annullare le nuove norme che garantiscono pari diritti di voto a vescovi e laici nell’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che si terrà a Roma nell’ottobre 2023.
Il vescovo Kazako, infatti, assicura che sono una “novità radicale” e che “minano la costituzione divina della Chiesa, adeguandola più a un modello protestante o addirittura laico”.
Le modifiche alle norme, annunciate il 26 aprile di quest’anno dal Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, il cardinale maltese Mario Grech, e dal suo relatore generale, il cardinale lussemburghese Jean-Claude Hollerich, SJ, specificano ulteriormente che le donne e i giovani dovrebbero avere la priorità nella nomina dei membri del gruppo dei laici, che, insieme ad altri membri non vescovi, costituiranno il venticinque per cento dei membri votanti nell’Assemblea Generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Secondo monsignor Schneider, vescovo ausiliare di Santa Maria ad Astana (Kazakhstan), i cambiamenti nella composizione di questa assemblea fanno sembrare il prossimo sinodo più “un parlamento democratico o egualitario che una gerarchia monarchica stabilita da Nostro Signore Gesù Cristo”.
Afferma inoltre che “i processi e i documenti sinodali, e il prossimo Sinodo di Roma, hanno adottato un metodo estraneo allo spirito degli Apostoli, dei Padri della Chiesa e alla genuina tradizione della Chiesa”.
Nell’intervista esclusiva con Diane Montagna per il Catholic Herald, Mons. Schneider chiarisce anche la natura di un Sinodo dei Vescovi come previsto da Papa Paolo VI, parla di ciò che secondo lui avrebbe detto San Paolo VI all’ottobre 2023 e invita i cardinali ad agire e non restare passivi «mentre la Chiesa è danneggiata e la salvezza delle anime è in pericolo».
In questo senso, il Vescovo di Astana in Kazakhstan sottolinea il monito precedentemente lanciato da lui stesso e da altri presuli come il Cardinale Pell o il Vescovo Leonard sui pericoli di questo Sinodo.
“Il sinodo dei vescovi è uno strumento attraverso il quale la gerarchia esercita la sua funzione di insegnamento e di governo. Sebbene i laici possano essere invitati a partecipare a un sinodo per fornire il loro parere, le regole di voto di un sinodo hanno sempre rispecchiato la differenza essenziale tra il sacerdozio gerarchico/ministeriale e il sacerdozio comune. Dare ai laici gli stessi diritti di voto dei vescovi mina la struttura gerarchica della Chiesa ed è più simile alle regole dei sinodi nelle comunità anglicane e in altre comunità protestanti, dove clero e laici godono di pari diritti di voto”, ha spiegato monsignor Schneider. “Il fatto che queste norme essenziali siano state modificate attraverso un comunicato stampa della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi crea una percezione di arbitrarietà canonica. […]. Il solo fatto che i laici voteranno insieme ai vescovi su questioni di fede e di disciplina della Chiesa è di per sé rivelatore e veicola un messaggio dottrinale molto ambiguo. Inoltre, il fatto che il voto nell’assemblea dell’ottobre 2023 a Roma sia meramente consultivo non offusca la verità che il prossimo sinodo è più simile a un parlamento democratico o egualitario che a una gerarchia monarchica stabilita da Nostro Signore Gesù Cristo”.
Secondo Mons. Schneider “la più grande malattia malvagia e spirituale che ha contagiato la Chiesa dei nostri giorni è la ‘conformità allo spirito di questo mondo’ (Rm 12,2), che è in fondo lo spirito del Modernismo. […] Alla luce dell’evidente infezione generale del corpo della Chiesa oggi con l’eresia del modernismo, cioè con la volontà di conformarsi allo spirito incredulo del mondo – con la sua ribellione contro la creazione di Dio, la Rivelazione e i suoi Comandamenti –, il Il Sinodo del 2023 dovrebbe, più che mai, mettere in guardia da questo contagio e proporre rimedi efficaci. In particolare, deve proporre le verità sempre valide e le norme efficaci della perenne tradizione della Chiesa. […] Dare parità di diritti di voto all’episcopato e ai laici non ha precedenti e mina gravemente la costituzione divina della Chiesa, conformandola più a un modello protestante o addirittura laico. Anche l’assenza di obiettivi chiari per il sinodo, che porterebbero chiarezza in un momento di grande confusione dottrinale, è molto dannosa per la Chiesa. Pertanto, è chiaro che il prossimo sinodo è un veicolo per accelerare la protestantizzazione e la secolarizzazione della Chiesa cattolica. I cardinali non possono semplicemente tacere mentre la Chiesa è danneggiata e la salvezza delle anime è in pericolo. Essi sono obbligati a rivolgersi al Papa, chiaramente e con tutta la dovuta riverenza, come fece l’apostolo Paolo.
“Mi rivolgo fraternamente a Papa Francesco affinché annulli le nuove norme della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, che riconoscono lo stesso diritto di voto a Vescovi e laici. Chiedo fraternamente anche di stabilire obiettivi chiari per il Sinodo che consentano ai vescovi di professare con coraggio e senza ambiguità davanti a tutta la Chiesa e al mondo l’unicità di Cristo e la sua opera salvifica, la validità dei comandamenti di Dio e l’ordine divinamente stabilito della Chiesa. Insieme a tale professione, il Sinodo dovrebbe proporre rimedi concreti ed efficaci contro virus e mali spirituali che oggi colpiscono gravemente e quasi globalmente il corpo della Chiesa. Se le assemblee sinodali del 2023-2024 non lo faranno, si avvererà la previsione del cardinale Charles Journet: ‘Un giorno i fedeli si sveglieranno e si renderanno conto di essere stati intossicati dallo spirito del mondo’ ‘”, ha concluso Mons. Schneider.