Padre Gómez Mir: “Se consulti gli oroscopi commetti un peccato mortale di superstizione”
di Angelica La Rosa
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“LA PERDITA DELLA VERA FEDE PORTA ALLA SUPERSTIZIONE, SEMPRE”
P. Antonio J. Gómez Mir, parroco di Sant Jordi de Vallcarca (Barcellona), dirige il canale YouTube STAT CRUX (Tradizione e Controrivoluzione) dove tratta, tra gli altri, argomenti come Massoneria, occultismo ed esoterismo, Gnosticismo e New Age, Cabala, ecc.
Intervistato recentemente da Javier Navascués ha messo in guardia contro il pericolo dell’uso dell’oroscopo. “Se si ricorre a pratiche astrologiche o si consultano oroscopi, credendoci, si commette peccato di superstizione o addirittura di idolatria. Suppone un fatalismo superstizioso poiché cerca di determinare il futuro dalle stelle. Ne consegue, necessariamente, la negazione della libertà umana, della divina Provvidenza, affermando una predestinazione assoluta. L’astrologia può costituire un’eresia, poiché suppone la negazione della libertà e della Provvidenza. È superstizione e idolatria se suppone l’adorazione delle stelle, o nel migliore dei casi vana osservanza”.
È vero, ha rammentato don Gómez Mir, che “le stelle esercitano una sorta di influenza sulle realtà del mondo, e non solo nelle maree, nelle forze di gravità e nelle forze elettromagnetiche, ma anche nell’uomo. I cambiamenti stagionali e il clima influenzano il nostro umore e persino la nostra salute. San Tommaso ammette questa influenza delle stelle sulla parte corporea dell’uomo, sui suoi sensi corporei, poiché tutto l’universo si influenza a vicenda. Ma questo è molto diverso dall’affermazione sproporzionata che le stelle influenzano il nostro futuro o possono essere uno strumento per modellarlo”.
La parola oroscopo, ha ricordato il sacerdote, deriva dal greco: “ὥρα”, “ora” e “σκοπέω” o “skopeo” che significa “esaminare” o “osservare”; quindi: esaminare il tempo. “Ma nel senso di divinazione del futuro e descrizione della personalità, in base alla posizione degli astri all’ora e al giorno di nascita”. Il sacerdote ha invitato a non confondere l’astronomia (la scienza che studia gli astri, i loro movimenti e tutto ciò che li riguarda) con l’astrologia, che è speculazione, senza fondamento scientifico, che cerca di predire il futuro in base alla posizione degli astri. “Non è possibile ridurre l’intero genere umano a 12 quadrati zodiacali, dodici personaggi o dodici percorsi lungo i quali scorrerebbe la sua vita. Se i 12 segni zodiacali fossero divisi tra la popolazione mondiale, circa 8 miliardi di abitanti, risulterebbe che circa 666 milioni di persone sperimenterebbero la stessa cosa. Invece l’essere umano è stato creato libero”.
Perché oggi c’è tanto “amore” per i segni zodiacali? Secondo il prete spagnolo perché “la perdita della vera fede porta sempre alla superstizione”. L’oroscopo nasce, come ricorda il sacerdote, “dall’astrologia antica, non dall’astrologia naturale, che è la madre dell’astronomia attuale, ma dall’astrologia giudiziaria, che scrutava l’influenza degli astri sul destino degli uomini. L’oroscopo è l’osservazione che gli astrologi fanno del cielo al momento della nascita di un uomo, fingendo di indovinare gli eventi futuri della sua esistenza. Per maggiore precisione, l’oroscopo designa la mappa con la posizione dei pianeti in un dato istante in base alla loro relazione con il Sole e la Terra. Le sfere celesti erano le entità fondamentali dei modelli cosmologici elaborati da Platone, Aristotele, Tolomeo… Spiegavano i movimenti apparenti delle stelle fisse e dei pianeti sostenendo che erano incastonati in sfere rotanti. Queste sfere, una dentro l’altra, si influenzavano reciprocamente. Le stelle ei pianeti hanno influenzato le sfere inferiori. L’origine di queste pratiche astrologiche è babilonese; passò alla Grecia, e al mondo islamico, poi, nel medioevo, quando la fede governava la società, la sua presenza era ostacolata… Si affermò nel Rinascimento con l’arrivo in Europa delle dottrine ermetiche e orientali dopo la caduta di Costantinopoli. Sorprendentemente, con il razionalismo e il positivismo, non solo non è scomparsa, ma l’astrologia è emersa con forza. I secoli XIX e XX hanno visto una crescita esponenziale della superstizione e delle mistificazioni orientali”.
Padre Antonio J. Gómez Mir ha ricordato che “gli uomini, per sopravvivere, hanno bisogno di speranza, e quando perdono la speranza che nasce dalla vera fede, cercano vane speranze per il futuro nelle superstizioni. La pura razionalità della modernità non riesce a soddisfare le domande fondamentali dell’uomo. Persa la fede, l’unico modo per accedere a ciò che non si comprende è ricorrere a credenze misteriose, superstiziose ed esoteriche. Tutto questo è segno di ricerca, di voler andare oltre la pura razionalità. Prevale la necessità di uscire dal circolo dell’immanenza, di aprirsi alla trascendenza ma cadendo nella menzogna dell’idolatria e della superstizione. Fin dall’inizio i cristiani hanno compreso che Gesù è la Via, la Verità e la Vita. È la Luce del mondo che viola le tenebre. Una volta trovato, non puoi tornare alla superstizione delle forze della natura, negli spiriti o nelle energie delle stelle”.
Non a caso San Paolo dice in nel quarto capitolo della lettera ai Galati (versetti 9-11): “ora invece che avete conosciuto Dio, anzi da lui siete stati conosciuti, come potete rivolgervi di nuovo a quei deboli e miserabili elementi, ai quali di nuovo come un tempo volete servire? Voi infatti osservate giorni, mesi, stagioni e anni! Temo per voi che io mi sia affaticato invano a vostro riguardo”. Anche i Santi Padri come Tertulliano o Sant’Agostino condannarono le predizioni astrologiche. Quest’ultimo nella “Città di Dio” mette in guardia dall’errore del “fatalismo” astrologico che nega la libertà umana. La Chiesa Cattolica ha condannato la credenza nell’astrologia anche al primo Concilio di Toledo nell’anno 400 e poi al Concilio di Braga nel 561. Un millennio dopo Papa Sisto V (1521-1590) emanò il 5 gennaio 1586 la bolla “Coeli et terrae creator” con la quale proibì l’esercizio dell’astrologia giudiziaria (1585) e un’altra dal titolo più esplicito: “Contra exercentes artem astrologiae” (1586). Papa Urbano VIII (1568-1644) promulgò il 10 aprile 1631 la bolla “Inescrutabilis Iudiciorum”, con la quale condannava nuovamente le predizioni astrologiche.
Recentemente anche il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992, al numero 2116, afferma che “tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che «svelino» l’avvenire. La consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium manifestano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo”.
Il sacerdote ha rilevato che “la stragrande maggioranza degli astrologi, chiaroveggenti, medium, ect… che si danno titoli di ‘professori’, parapsicologi, o laureati in scienze occulte, sono ingannatori che approfittano della buona fede delle persone per scopi economici. Pochi vivono, fino alla delusione, della moderna seduzione dell’occulto e dell’esoterismo. E infine, ci sono veri servitori del Maligno da cui possono ricevere ‘predizioni’. I demoni, angeli caduti, sono creature, non vedono il futuro, ma per la loro natura angelica conoscono più sottilmente tutte le realtà e le relazioni tra cause ed effetti. La loro esperienza dell’essere umano e delle sue debolezze è grande ed estesa… ‘Sa più per essere vecchio che per essere un diavolo’, dice la conoscenza popolare. Ma le loro ‘predizioni’ saranno semplici congetture nate dalla loro esperienza, non chiaroveggenza sul futuro che certamente non conoscono. Ed è da questa perspicacia che possono far partecipare i loro servi alle pratiche divinatorie, niente di più”.